“Valle fragile, serve studio preliminare” – Sanremonews.it

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Realizzare una diga sul Tanarello per portare nuove risorse idriche all’Imperiese. E’ l’ipotesi avanzata lo scorso 5 ottobre, nel corso in un convegno organizzato dall’Associazione Costruttori Edili di Imperia. Incontro durante il quale il sindaco di Imperia Claudio Scajola, presidente della Provincia ligure e Commissario ATO, ha comunicato l’esistenza di “un progetto di cui si parlava in antico per prelevare le acque del Tanarello”.

Rivieracqua, la società per azioni a capitale interamente pubblico creata per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale dell’Imperiese, ha presentato un progetto che è stato inserito nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (PNIISSI) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed è attualmente in attesa di finanziamento.

Il progetto per un costo stimato complessivo di 108 milioni di euro – si legge nella descrizione sul sito del Ministero – riguarda la realizzazione di un’infrastruttura per la regolazione e gestione delle risorse idriche dell’alto bacino del fiume Tanaro, precisamente dei due rami superiori del corso d’acqua ligure-piemontese: il torrente Tanarello e il torrente Negrone (per una superficie idrografica complessivamente sottesa di circa 47 kmq).

Si prevede, inoltre, la realizzazione di un invaso artificiale nel fondovalle del torrente Tanarello, con capacità di regolazione idrica stagionale (volume utile circa 3 milioni di metri cubi), alimentato dallo stesso torrente Tanarello e da una presa sussidiaria sul torrente Negrone.

Lo schema impiantistico comprende anche: gallerie di adduzione a pelo libero e in pressione, centrale idroelettrica principale a Cosio d’Arroscia e relativo bacino, centrali idroelettriche secondarie a Pieve di Teco e a San Lazzaro Reale, sistema di approvvigionamento idropotabile e ortofloricolo e un impianto di potabilizzazione a San Lazzaro Reale.

“Più che di un nuovo progetto – spiega il sindaco di Ormea e presidente dell’Unione Montana Alta Val Tanaro Giorgio Ferraris credo si tratti del ripescaggio di un vecchio progetto degli anni ’70, presentato con il relativo adeguamento dei costi di realizzazione; dalla sintetica descrizione pubblicata sul sito della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture del Ministero con il titolo ‘Diga sul Tanarello e opere di derivazione verso il versante imperiese’ risulta avere un costo complessivo di 108 milioni di euro”.

“Si tratterebbe di un’opera – prosegue Ferraris – molto complessa, che prevede la realizzazione nel fondovalle del Tanarello di un grande bacino in grado di contenere tre milioni di metri cubi d’acqua, prelevata anche dal torrente Negrone prima della confluenza dei due corsi d’acqua nel Tanaro, una decina di chilometri a monte del centro cittadino di Ormea. Per contenere la quantità d’acqua indicata è necessaria la costruzione di una diga che, in qualsiasi zona della valle si voglia collocare, dovrà essere alta più di 30/40 metri. Ne abbiamo già discusso nell’ambito del Consiglio comunale di Ormea e abbiamo convenuto unitariamente, maggioranza e minoranza, di predisporre un ordine del giorno per richiedere uno studio preliminare sull’impatto ambientale, economico e sociale di una tale opera; richiesta che invieremo al Ministero delle Infrastrutture e a tutti gli enti che hanno competenze e interessi in materia. Peraltro, in occasione dell’evento alluvionale del 2016, la valle del Tanarello ha dimostrato tutta la sua fragilità geologica, con le grandi frane che ne hanno coinvolto i versanti, sia quello di Piaggia che quello di Monesi, creando gravi danni, tuttora visibili, anche ad alcune abitazioni”.

“Questa situazione – aggiunge Ferraris – non riguarda solo Ormea, perché un’opera di queste dimensioni sottrarrebbe un’ingente quantità d’acqua alla valle e a tutto il bacino del Tanaro, con conseguenze rilevanti sugli utilizzi irrigui e idroelettrici.

Ritengo che, prima di presentare progetti di questa portata, che interessano direttamente ampi territori, se ne debba discutere con tutti gli enti, le associazioni di categoria e le popolazioni interessate”.

“Prendo atto – conclude Ferraris – delle preoccupazioni del presidente della Provincia e Commissario ATO di Imperia per le difficoltà di approvvigionamento idrico dell’Imperiese, ma ho visto che, nell’incontro di sabato, si è parlato anche del prelievo della vena d’acqua che è stata intercettata nella realizzazione del foro pilota della galleria da Cantarana ad Armo, una quantità significativa d’acqua che prima finiva in un ruscello che affluisce nel Tanaro a Cantarana e che adesso sfocia nel tunnel e, a causa della pendenza verso l’uscita di Armo, defluisce sul versante ligure; ritengo possa rappresentare un incremento importante per le risorse idriche dell’imperiese, senza immaginare la riproposizione di progetti faraonici già abbandonati in passato”.




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