Venator, sì allo stoccaggio permanente dei gessi rossi

Venator, sì allo stoccaggio permanente dei gessi rossi



SCARLINO. Uno spazio per stoccare i gessi rossi in attesa del progetto della Vallina. Il consiglio comunale, martedì 17 settembre, all’unanimità ha approvato la variante urbanistica per lo stoccaggio permanente dei gessi rossi con inserimento del terreno nel patrimonio comunale soggetto ad alienazione e la vendita progressiva per lotti attraverso la procedura pubblica. 

«Questa variante – spiega l’amministrazione comunale – insieme all’atto integrativo della concessione del 2023 consentirà a Venator di avere uno spazio dove depositare i gessi rossi in attesa del progetto della Vallina. La nostra amministrazione comunale è sempre stata presente in questa vicenda in primo luogo per tutelare i posti di lavoro diretti e dell’indotto del polo chimico del Casone: abbiamo scelto di vendere i 10 ettari di terreno in sette lotti, nella speranza che la nuova area per lo stoccaggio degli scarti di produzione di Venator a Gavorrano sia pronta quanto prima».

Durante la compravendita dei terreni sarà anche concordato un equo ristoro a tonnellata depositata nel terreno venduto, denaro che, insieme al compenso ottenuto dalla cessione, entrerà nelle casse comunali e sarà investito in altri progetti. «Crediamo che con questa operazione il Comune abbia fatto tutti gli sforzi possibili per salvaguardare l’occupazione della piana di Scarlino – aggiungono – sforzi che speriamo trovino risposta nelle future scelte dell’azienda. Chiaramente, non da meno rispetto alla tutela occupazionale, vigileremo affinché siano rispettati i termini della concessione per ciò che riguarda la tutela ambientale, altro aspetto sul quale l’attenzione resta altissima».

Faenzi: «Bene la salvaguardia dell’occupazione ma vigiliamo sulle bonifiche»

L avariante urbanistica è stata votata all’unanimità dal consiglio comunale di Scarlino. Tuttavia, Monica Faenzi (capogruppo di Scarlino Futura) ha esortato l’amministrazione ad attenersi a quanto riportato nel Censimento del Piano regionale di Bonifica previsto dalla Legge regionale 25/98 diffuso da ARPAT nell’anno corrente: «Il sito risulta in censimento perché gli esiti del monitoraggio condotti sulla falda non hanno dato l’esito sperato anche a causa del mancato contenimento e isolamento della sorgente di contaminazione primaria che insiste sia sull’area indicata per il Progetto in esame, sia su quella esterna ad essa, da parte del Comune di Scarlino, in qualità di Soggetto obbligato, si dovrebbe produrre adeguate indagini investigative che attualizzino le informazioni sul sito».

«All’amministrazione chiediamo quindi di attenersi a quanto diffuso da Arpat, monitorando e soprattutto tutelando la qualità delle falde di quel terreno già ampiamente deturpato – dice Monica Faenzi – Il nostro interesse nel tutelare i posti di lavoro di Venator e del relativo indotto è quindi indubbio, ma ci aspettiamo rigore sullo stato delle bonifiche e rispetto delle regole. Aggiungo, inoltre, che durante il consiglio comunale ho chiesto un parere sul documento in questione alla giunta che sembrava non esserne a conoscenza tanto da sospendere la seduta per 10 minuti. Spero vivamente che sia stata solo una svista», conclude Faenzi.

 

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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2024-09-18 09:04:13 da MaremmaOggi


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