“Quella plusvalenza mi ha rovinato la carriera, ora voglio 2 milioni e mezzo”. Michael Ventre nel 2013 era un giovane calciatore promettente finito suo malgrado nell’inchiesta sulle cosiddette plusvalenze false. Quell’anno infatti fu scambiato dal Genoa alla primavera dell’Inter, con cui ha vinto il torneo di Viareggio, per la cifra record di 3,7 milioni di euro, considerata troppo alta, tanto da comprometterne la carriera, secondo il giovane, assistito dall’avvocato Erik Siciliano. La valutazione era finita tra le carte dell’inchiesta che aveva coinvolto Inter e Milan.
Ventre ora gioca nell’Imperia, società che milita in Eccellenza, e come riporta Il Fatto Quotidiano, è pronto a fare causa civile al Genoa, chiedendo al suo ex club 2,5 milioni.
Il giovane calciatore, si legge nell’esposto firmato dall’avvocato Erik Siciliano, sarebbe stato “inconsapevole oggetto di un’operazione commerciale che ha portato vantaggi contabili all’intestata società (…) e comportato la grave e irrimediabile compromissione delle prospettive di carriera”.
Secondo il calciatore, allora minorenne, sarebbe anche stata falsificata la firma del padre alla stipula del contratto, il genitore era infatti ai domiciliari. Anche la Lega Calcio è stata diffidata per non aver consegnato il contratto incriminato. “Chi ha distrutto il sogno di un ragazzino deve pagare”, ha commentato al Fatto l’avvocato Siciliano.
Sia il Genoa che l’Inter, dall’epoca dei fatti, hanno cambiato proprietà, ma per l’avvocato poco cambia: il giovane calciatore “va risarcito“.
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