È stata affidata al raggruppamento temporaneo di professionisti indicati dall’Ordine provinciale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali – cui l’Amministrazione comunale si era appositamente rivolta – la redazione del Piano di gestione del verde urbano. Si tratta di Alessandro Anselmi, laureato in Scienze Forestali e di tre dottori in Agronomia: Maria Elena Massarini, Giuseppe Miceli, Emanuela Torrigiani. Il servizio, assegnato con termine di espletamento di tutte le attività previste entro il 31 dicembre 2025, comporta per il Comune di Piacenza una spesa complessiva di 100 mila euro, comprensivi di Iva e oneri previdenziali. «Un investimento importante – sottolinea il vice sindaco Matteo Bongiorni – che crediamo possa generare uno strumento capace di orientare le scelte anche in una prospettiva di medio e lungo periodo. Ponendo le basi, a partire dall’analisi puntuale della situazione attuale, per aumentare la consapevolezza sul patrimonio ambientale del nostro territorio e facendosi carico anche di indicazioni relative al verde privato, per tutti gli aspetti che ricadono sul versante pubblico».
IL PIANO DI GESTIONE
Il Piano di gestione del verde, il cui iter era stato presentato in due sedute della Commissione Consiliare 2, prevede diverse fasi di elaborazione. La prima riguarderà la “consistenza dell’infrastruttura verde urbana e il grado di connessione ecologica”, traducendosi innanzitutto in una suddivisione per zone all’interno delle quali individuare e distinguere le diverse tipologie di area verde rilevate: ad esempio parchi, giardini di quartiere o storici, viali alberati, aiuole spartitraffico o ornamentali, orti urbani, giardini di pertinenza degli alloggi Erp, sedi di recenti piantumazioni forestali, rotatorie con manto erboso, verde di risulta, incolto o vegetazione spontanea non oggetto di manutenzione. Dovrà inoltre essere realizzata la mappatura del grado di connessione ecologica di ciascuna area nel quadro del sistema verde urbano per passare, successivamente, all’identificazione degli alberi di pregio sul territorio comunale e al censimento delle piante monumentali radicate in aree pubbliche.
La seconda fase è inerente al “Piano strategico di conservazione o conversione delle alberature urbane”, a cominciare dall’analisi del grado di conservazione dei viali alberati, funzionale a definire la più idonea strategia di gestione. «Quando parliamo di verifiche in quest’ambito – spiega Bongiorni – si intende una valutazione a 360° che prenda in esame anche l’interazione degli alberi con il contesto circostante la condizione dei marciapiedi e i fattori di rischio. Da qui dovrà poi essere impostata una definizione della metodologia di studio finalizzata a valutare l’opportunità della conservazione o l’eventuale necessità di conversione delle alberature cittadine. Agli esperti incaricati chiediamo anche un ventaglio di proposte e schemi di tipologie costruttive per il rifacimento dei viali alberati».
La terza fase inserita nel capitolato prevede, a questo proposito, la “presentazione di un caso di studio reale di fattibilità alla conversione di un viale alberato cittadino verso un nuovo sistema a verde”, comprensiva di comparazioni economiche sulle diverse opzioni ecosistemiche a disposizione. Il quarto punto, “orientamenti e strategie per l’incremento dell’infrastruttura verde urbana”, apre invece il confronto con il quadro conoscitivo e le indicazioni previste dal nuovo Pug, nonché l’individuazione sia delle aree idonee a una riconversione per operazioni di forestazione ed agroforestazione urbana, sia delle direttrici di espansione e di soluzioni progettuali “nature-based”, ovvero fondate sulla tutela e la promozione dell’ecosistema come elemento preponderante.
L’ultima fase, indicata in capitolato alla voce “E”, richiede la definizione di un programma decennale, di “interventi manutentivi mirati a una gestione razionale delle alberature stradali e delle aree verdi”, in funzione delle loro peculiarità e della funzione – attuale o potenziale – nell’alveo dell’infrastruttura verde urbana. Infine, l’ultima voce su cui il team di professionisti sarà chiamata a lavorare riguarda le idee e proposte di “strategie per la promozione e comunicazione dell’infrastruttura verde cittadina e del suo piano di gestione”. Per l’elaborazione del Piano di gestione, ci si potrà avvalere dei documenti già in possesso del Comune di Piacenza: il Regolamento del verde pubblico, il Piano di rischio delle alberature in fase di predisposizione, unitamente ai censimenti già realizzati delle attrezzature ludiche, delle alberature e aree verdi pubbliche.
«Sono certo – rimarca Bongiorni – che questo incarico sarà svolto in costante dialogo con l’Amministrazione e la collettività, con grande professionalità da parte dell’Ufficio Verde comunale. Servizio il cui organico, si è inoltre arricchito con l’assunzione di un nuovo agronomo per il quale è stato bandito un concorso specifico. E mi fa piacere sottolinearlo per l’impegno che l’Ente sta portando avanti nel rafforzare la dotazione di figure specializzate, che possano rendere sempre più efficiente anche l’organizzazione interna. Infine, tengo particolarmente a ringraziare l’Ordine per la pregiata collaborazione, che ci consente di poter contare su un gruppo di persone di comprovata competenza».
LA RISPOSTA AL COLLEGIO DEI PERITI AGRARI
Con riferimento alle osservazioni espresse dal Collegio dei Periti Agrari, riguardanti l’affidamento della redazione del Piano di gestione del verde urbano, l’Amministrazione comunale precisa che l’obiettivo dell’ente è quello di investire in un lavoro strutturale relativo alla gestione del verde pubblico, cercando di dare un importante contributo di prospettiva. Dovendo quindi comporre oggi uno strumento tecnico di valore gestionale, il percorso tecnico-amministrativo che il Comune si è dato risulta coerente alla scelta di affidamento che l’Ufficio Verde ha intrapreso, soprattutto in conformità alle competenze dei Dottori Agronomi previste dalla Legge 10 febbraio 1992 n.152.
«Chiaramente – sottolinea il vice sindaco Matteo Bongiorni – si ribadisce l’intenzione di cogliere l’occasione di questo percorso per avviare un’attività di confronto con molteplici interlocutori che, direttamente o indirettamente, ricadono nel medesimo ambito di interesse: vale per il Collegio dei Periti Agrari come, ad esempio, per l’Ordine degli Architetti o l’Associazione Arboricoltori. Tutte professionalità importanti e che verranno coinvolte per il loro apporto di competenza in materia. Un rapporto che – prosegue Bongiorni – verrà stabilito anche nel corso di questa prima fase di pianificazione gestionale, guardando già a un’auspicabile meta finale: l’adozione di un Piano del Verde di Piacenza. Uno strumento più generale e completo, in grado di affrontare questioni più strategiche in campo urbanistico e volte a guidare uno sviluppo ordinato, coeso e sostenibile della nostra città. Qui l’approccio sarà ovviamente ancor più inclusivo, in modo da comprendere e approfondire tutti gli aspetti peculiari inerenti all’importante patrimonio ambientale di Piacenza».
www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-12-21 06:00:00 da
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