Il mancato rinnovo di Serena
Bertolucci alla carica di direttrice di Palazzo Ducale non ha
lasciato indifferente l’ex presidente Luca Bizzarri che su
facebook ha commentato duramente la notizia.
“Dovreste fare una mostra che insegni alla gente a mettere la
carta nella carta e l’umido nell’umido”, mi disse un giorno un
politico genovese – ha scritto Bizzarri -. Dentro di me pensai
che quella era educazione civica, non storia dell’arte, aveva
confuso le ore, i libri. Il risultato è questo, il risultato è
che un’eccellenza come Serena viene accompagnata alla porta.
Sento già la litania dell'”atto dovuto”. Tutte balle”.
Bizzarri nel suo post punta i riflettori sulle capacità della
Bertolucci: “Con il curriculum che ha vorrei proprio vedere con
che criteri verrebbe esclusa da un eventuale bando” attaccando
le istituzioni politiche della città.
“La verità è un’altra e la scelta non è neppure politica, non
c’è una destra vorace che vuole accaparrarsi i posti. Della
cultura interessa poco a qualsiasi politico, basti vedere chi
sono gli assessori (che non ci sono) o chi è il ministro (che
purtroppo c’è). Il fatto è che Serena ha portato fama e milioni
nelle casse del Ducale pensando solo all’Istituzione e mai ai
pesci pilota che le nuotavano intorno. Serena, per dirla col
poeta, non aveva amici. E non ne voleva, di quegli amici lì. Né
a destra, né tantomeno a sinistra. Una sinistra genovese (e
nazionale) così inesistente e occupata a parlarsi addosso da
scomparire, da non accorgersi di nulla”.
Per Bizzarri, “se Palazzo Ducale in questi anni ha resistito
a tragedie e pandemie, se le nostre mostre hanno ricevuto elogi
e premi, se la torre Grimaldina presto potrà essere restituita
alla città è merito solo di Serena Bertolucci e di come tutti i
collaboratori del Palazzo abbiano lavorato con lei”.
Chiudendo con una nota polemica, “mi viene in mente una frase
che mi disse un tassista genovese tanto anni fa, mi disse:
‘Bizzarri, a Genova son quattrocento anni che comandano 10
famiglie’. Non credo parlasse della famiglia Bizzarri, né dei
Bertolucci”.
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