Vieste, parla il pentito: «Vi racconto l’omicidio Trotta»


VIESTE – «Luigi Troiano indicò ai killer Omar Trotta, che si trovava nel suo ristorante; a sparargli fu Bonsanto di San Severo arrivato sul posto con uno scooterone T-Max insieme al foggiano» (un esponente del clan Moretti estraneo all’inchiesta) «Non so se mio fratello Antonio prese parte all’omicidio, all’epoca del delitto era latitante. Trotta fu ucciso per aiutare Marco Raduano a eliminare un rivale del gruppo opposto, Raduano organizzò l’agguato. Questa è una vicenda che mi hanno raccontato, non sono proprio a conoscenza: quello che so dico. Questi fatti me li ha raccontati una volta Francesco Scirpoli» (ritenuto elemento di spicco della criminalità mattinatese). E’ la sintesi delle dichiarazioni rese durante le indagini da Andrea Quitadamo, 34 anni, di Mattinata detto «Baffino», ex uomo di spicco del gruppo Romito rivale dei Libergolis, pentitosi il 30 gennaio 2022 e reo confesso di 4 omicidi.

DUE IMPUTATI

Le sue dichiarazioni sono state acquisite senza necessità di interrogarlo nel processo in corte d’assise a Foggia a due imputati di omicidio. In attesa di giudizio ci sono Gianluigi Troiano, trentenne viestano, latitante dall’11 dicembre 2021 quando evase dai domiciliari dove scontava 9 anni e 2 mesi per traffico di droga; e Angelo Bonsanto, 34 anni, sanseverese detenuto. Sono accusati dell’omicidio di Omar Trotta, il giovane ristoratore assassinato nel suo ristorante a Vieste il 27 luglio 2017 nella guerra tra il clan Raduano e i rivali Iannoli-Perna che dal 2015 al 2022 ha contato nel paese garganico 19 fatti di sangue con 10 morti, 1 lupara bianca, numerosi feriti/scampati: si contendevano il predominio nei traffici di droga. I due imputati si dicono innocenti.

SEI PENTITI NEL PROCESSO

Andrea Quitadamo era in videocollegamento con la corte d’assise da una località segreta, pronto a rispondere alle domande dei pm della Dda Luciana Silvestris e Ettore Cardinali e dei difensori dei due imputati, gli avv. Salvatore Vescera per Troiano e Luigi Marinelli per Bonsanto: non c’è stato però bisogno di sentirlo perché pm e legali si sono accordati per acquisire quanto da lui detto durante le indagini. “Io e il collega Marinelli abbiamo dato il consenso all’acquisizione delle dichiarazioni rese dal collaboratore di Giustizia” commenta l’avv. Vescera “perché dai verbali emergono quelle che per noi sono numerose e insanabili contraddizioni rispetto a quanto affermato da altri pentiti: basti pensare all’indicazione di Andrea Quitadamo di un foggiano quale secondo killer arrivato sul posto, smentita da altri; oppure alle persone che avrebbero partecipato all’organizzazione dell’agguato, su cui i pentiti forniscono versioni molto differenti. Le riteniamo incongruità insormontabili che porremo all’attenzione della corte al momento delle arringhe”. Prossima udienza il 2 febbraio per l’interrogatorio di Antonio Quitadamo, mattinatese fratello maggiore di Andrea, pure pentito e reo confesso dell’omicidio Trotta: sarà il sesto e ultimo pentito da sentire in aula dopo i viestani Danilo Pietro Della Malva, Orazio Coda e Giovanni Surano, il foggiano Carlo Verderosa, e Andrea Quitadamo.

GIA’ TRE CONDANNE

Trotta era nel proprio ristorante «L’antica bruschetta del corso» di Vieste in compagnia della moglie, del figlioletto, dell’amico Tommaso Tomaiuolo quando un sicario alle 14 del 27 luglio 2017 fece irruzione e lo ammazzò a colpi di pistola, ferendo Tomaiuolo. Cinque gli imputati, tre già condannati in primo grado dal gup nel processo abbreviato: ergastolo a Marco Raduano, al vertice dell’omonimo clan (è ricercato dal 24 febbraio scorso quando evase dal carcere di Nuoro dove scontava 19 anni per traffico di droga aggravato dalla mafiosità) quale presunto mandante del delitto, che avrebbe ordinato per vendicare l’omicidio del cognato Gianpiero Vescera ucciso a settembre 2016; 11 anni e 12 anni e 4 mesi le pene inflitte ai pentiti Danilo Pietro Della Malva viestano e Antonio Quitadamo di Mattinata.

L’INCHIESTA OMNIA NOSTRA

Il processo in corso da febbraio a Troiano e Bonsanto è una tranche dell’inchiesta «Omnia nostra» contro la mafia garganica, contrassegnata dal blitz dell’8 dicembre 2021 con 32 arresti. Il processo a 45 imputati accusati a vario titolo di omicidi; tentativi di omicidio; mafia quali affiliati dei clan Ricucci/Lombardi/La Torre (ex Romito) e Perna rivali dei Libergolis; droga; armi e altri reati si è diviso in tre tronconi: Troiano e Bonsanto sotto processo in corte d’assise; altri 19 giudicati con rito abbreviato dal gup di Bari e tutti condannati due mesi fa (tra loro anche Raduano, Della Malva e i fratelli Quitadamo); i restanti 24 per i quali si sta celebrando il giudizio con rito ordinario davanti al Tribunale di Foggia.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2023-12-24 13:46:25 da Gloria Indennitate


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