Malagrotta non brucia più, sono serviti 100 vigili del fuoco per spegnere l’incendio del Tmb1 nella discarica di Malagrotta a Roma. Adesso si lavora al raffreddamento delle aree. Intanto si attendono i risultati del monitoraggio sulla qualità dell’aria: i tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) del Lazio hanno installato due campionatori a circa 500 metri a nord ovest e a 100 metri a sud est rispetto al punto in cui è divampato l’incendio. Intanto un’ordinanza firmata nella serata del 24 dicembre dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri vieta le attività sportive all’aperto, la raccolta degli alimenti di origine vegetale, il pascolo degli animali da cortile e finestre chiuse in caso di cattivi odori “per un periodo non superiore a 48 ore, in virtù del principio di precauzione, per un raggio di 6 km dal luogo dell’incendio e comunque limitatamente al territorio di Roma Capitale”.
Il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, oggi ringrazia tutti gli operatori impegnati per “un primo superamento dello stato di crisi determinato dal divampare delle fiamme presso un sito così sensibile per l’elevata capacità inquinante del materiale che vi è depositato”.
Viene inoltre raccomandato di limitare le attività all’aperto, con particolare riguardo a quelle di natura ludico ricreative, e di mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti. In caso di emergenza si raccomanda di contattare il Numero Unico Emergenze 112 o la Sala Operativa h24 della Protezione Civile di Roma Capitale al numero verde 800 854 854 o al numero 06 67109200. Nella zona interessata sono possibili, a scopo precauzionale, interruzioni di luce, gas e acqua.
Da diossina nell’aria rischio effetti cancerogeni
Una eventuale diffusione di diossina nell’aria causata dall’incendio presso la discarica di Malagrotta determinerebbe enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano. Lo afferma la Società italiana di medicina ambientale lanciando l’allarme su potenziali conseguenze per la cittadinanza. Sima consiglia quindi di evitare, in attesa di analisi e dati certi, di mangiare prodotti agricoli coltivati nelle zone adiacenti la discarica di Malagrotta e carni di animali allevati nelle stesse aree. Bene evitare contatto diretto con i fumi tossici che possono contenere anche altre sostanze irritanti per le vie respiratorie e le mucose esposte.
“La diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla Iarc come cancerogeno certo per l’uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino. Il rischio aereo della diossina è limitato all’area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi. Nel 90% dei casi l’esposizione umana alla diossina avviene per via alimentare attraverso il ciclo alimentare completo: frutta e verdura, foraggio di animali, allevamenti di animali, erbivori, carnivori di cui l’uomo si ciba. La diossina si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell’uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell’abbondanza di massa grassa. Studi effettuati nella terra dei fuochi hanno evidenziato presenza di diossina anche nel latte materno ed in quantità maggiori nelle donne più adulte che per più anni hanno assorbito ed accumulato l’inquinante tossico”, spiega il presidente Sima, Alessandro Miani.
www.rainews.it è stato pubblicato il 2023-12-25 16:10:00 da
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