Mercoledì 4 dicembre 2024, il giudice per le indagini preliminari ascolterà Andrea Ceffa, 51 anni, sindaco di Vigevano attualmente sospeso dal ruolo per decisione del prefetto e agli arresti domiciliari dallo scorso giovedì con l’accusa di corruzione. L’accusa riguarda l’assegnazione di una consulenza legale dal valore di 6mila euro a Roberta Giacometti, avvocata di 43 anni ed unica consigliera eletta per la lista “Vigevano Riparte”, creata proprio su iniziativa del sindaco.
Tuttavia, sembra che il lavoro sia stato svolto da un’altra professionista, poiché Giacometti non avrebbe potuto occuparsene direttamente a causa dell’incompatibilità con il ruolo di consigliera comunale.
Le indagini della Guardia di Finanza
Resta da chiarire come il denaro sia stato effettivamente trasferito. Secondo la ricostruzione degli investigatori della Guardia di Finanza, l’azione di Ceffa sarebbe stata un modo per ottenere il sostegno della consigliera Giacometti, anche lei ora agli arresti domiciliari e attesa in tribunale martedì. Questa manovra sarebbe avvenuta dopo il fallimento di un’operazione, definita “Congiura di Sant’Andrea”, che puntava a far cadere l’amministrazione comunale. Lo stesso sindaco aveva dichiarato che l’operazione era guidata da una “regia esterna”, attribuita all’imprenditore edile Alberto Righini, indagato a piede libero, e all’ex europarlamentare leghista Angelo Ciocca. Quest’ultimo avrebbe fatto da tramite per offrire 15mila euro a Emma Stepan, consigliera comunale, in cambio delle sue dimissioni. Ciocca, anch’esso oggetto di indagine, si dichiara estraneo ai fatti.
Coinvolgimenti e sviluppi
Nell’indagine sono implicati anche Alessandro Gabbi, direttore amministrativo di Asm Vigevano, Veronica Passarella, amministratrice unica della municipalizzata, e Matteo Ciceri, amministratore di Vigevano Distribuzione Gas. Tutti e tre si trovano agli arresti domiciliari e saranno interrogati nei prossimi giorni. La Procura li accusa di aver avallato l’affidamento della consulenza pur essendo a conoscenza della sua inutilità. Solo dopo aver ascoltato gli indagati il giudice deciderà se mantenere, modificare o revocare le misure cautelari.
La reazione politica
L’opposizione, nel frattempo, ha presentato una mozione di sfiducia contro il sindaco. Tra i firmatari figurano quattro consiglieri del Partito Democratico (Arianna Spissu, Alessio Bertucci, Emanuele Corsico Piccolini e Marco Vassori), due rappresentanti del Polo Laico (Luca Bellazzi e Martina Ambrosino), la consigliera del Movimento 5 Stelle Silvia Baldina e tre membri di Forza Italia (Giuseppe Squillaci, Giulio Onori e Rimma Garifullina). La mozione è stata inoltre condivisa, sebbene non sottoscritta, dai Liberalconservatori Furio Suvilla e Claudia Montagnana, rendendo il documento politicamente significativo.
Il dibattito sulla mozione potrà avvenire tra 10 e 30 giorni dalla sua presentazione. Qualora venisse approvata, il Consiglio comunale verrebbe sciolto.
Cosa rischiano Ceffa e Ciocca?
Se le accuse fossero dimostrate, cioè se fosse dimostrato che il sindaco ha corrotto la consigliera per compiere atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, la pena prevista dal codice penale sarebbe quella della reclusione da sei a dieci anni.
“Anche Angelo Ciocca, ex europarlamentare della Lega, è accusato di corruzione ma per un fatto in un certo senso uguale e contrario a quello contestato al sindaco: avrebbe offerto una cospicua somma di denaro a un consigliere comunale non per prevenire le dimissioni ma perché si dimettesse dall’incarico allo scopo di mettere in crisi il sindaco, esponente del suo stesso partito. Insomma, per quel che è dato leggere, questi presunti episodi di corruzione si inserirebbero nel quadro di uno scontro politico tutto interno alla Lega”, ha spiegato a Fanpage l’avvocato penalista Paolo Di Fresco.
primapavia.it è stato pubblicato il 2024-12-01 11:21:01 da Prima Pavia
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