“VILLA MOSCA NON IDONEA, CI SONO SITI MIGLIORI”, NUOVO OSPEDALE TERAMO, I DUBBI DI UN INGEGNERE | Notizie di cronaca


TERAMO – “Il sito scelto per realizzare il nuovo ospedale di Teramo, a Villa Mosca, affianco al Mazzini, dove ora c’è la pineta, ha problemi di spazi, pendenze, di interferenze durante la lunga fase di cantiere con le attività sanitarie. Eppure ci sono almeno due alternative, a poche centinaia di metri che con vengono prese in considerazione”

Ad assicurarlo ad Abruzzoweb, carte e numeri alla mano, è l’ingegnere Domenico Di Baldassarre, salito alla ribalta delle cronache per aver firmato il progetto preliminare della nuova strada che dovrà collegare Prati di Tivo all’autostrada A24.

Il riferimento del professionista che, premette, non ha alcun interesse professionale né diretto né indiretto nella partita, è al nuovo nosocomio da 20o milioni, denominato Dea
“Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione”, Un quinto ospedale sall’avanguardia, in aggiunta a quelli attuali, il Mazzini a Teramo, il San Liberatore ad Atri, Maria SS. dello Splendore di Giulianova e l’Ospedale Val Vibrata di Sant’Omero. Un progetto con soldi pubblici avviato dopo che è tramontata l’ipotesi, con bocciatura da parte della Asl teramana di realizzare il super nuovo ospedale con il project financing presentato dalla società Pizzarotti di Parma per un valore di circa 250 milioni di euro e per 600 posti letto da realizzarsi in zona Piano d’Accio, fuori Teramo, in prossimità dello stadio e del centro commerciale Gran Sasso.

Dopo anni di dibattiti e scontri sulla localizzazione lo studio di fattibilità è  stato finalmente affidato a luglio, dalla Asl di cui è direttore Maurizio Di Giosia, alla Geina Srl di Mosciano Sant’Angelo, al costo di 101mila euro, per una struttura a raggiera da edificare a Villa Mosca, al posto di una parte della pineta, con quattro palazzine a raggiera collegate fra loro, tra gli attuali lotti 1 e 3 del Mazzini.

Lo studio di fattibilità, va precisato, deve verificare lo stato dell’area di intervento, l’inquadramento territoriale e l’impatto urbanistico, l’esistenza di vincoli di varia natura, e anche deve prevedere l’analisi di alternative progettuali. Se la valutazione sarà positiva, attesa entro questo mese, si potrà passare alla fase della progettazione vera e propria.

A luglio il presidente della Regione, Marco Marsilio nella conferenza che ha annunciato l’avvio dell’iter dello studio di fattibilità, aveva lanciato una stoccata al sindaco Gianguido D’Alberto sui ritardi nella scelta della localizzazione: “Abbiamo atteso tre anni che l’amministrazione comunale sciogliesse il nodo del nuovo ospedale e desse una risposta alla Asl, che nel frattempo lavorava a un progetto a Piano d’Accio. Siamo venuti qui non appena abbiamo ricevuto un indirizzo chiaro dal Comune”, con riferimento alla prima opzione ora archiviata di realizzare l’ospedale fuori Teramo, vicino lo stadio e a ridosso dalla superstrada. Una proposta che non dispiaceva affatto per la sua funzionalità allo stesso dg Di Giosia, che poi però si è adeguato alla volontà politica.

Per l’ingegner Di Baldassarre, però, la localizzazione scelta Villa Mosca, presenta comunque delle criticità argomentate come segue: “il volume proposto, davanti al Sanatorio, prevede solamente 30.000 metri quadri, e non 88.000 metri come era nelle ottimali previsioni iniziali, tenuto conto che parliamo di un ospedale dea, fulcro di tutta la rete ospedaliera regionale, e questo determina già una provazione di spazi preziosi, e infatti non è previsto un adeguato numero di parcheggi esterni”.

Ma soprattutto, sostiene il tecnico, “in base al Piano regolatore generale, per realizzare in una area così angusta 30.000 metri quadri di costruzione occorrono almeno 10 ettari aggiuntivi ai 15 già utilizzati per il Mazzini. Detto tecnicamente, non viene rispettato il Prg né per l’indice di utilizzazione fondiaria pari a 0,30 mq/mq né per il rapporto di copertura previsto del 25%”

Inoltre, sostiene l’ingegnere, “la tipologia a raggiera proposta è in netto contrasto col contesto
architettonico circostante e col ripido pendio. E per realizzarla bisognerà abbattere molte strutture esistenti del nosocomio, come le cucine, la centrale dei gas medicinali, la centrale elettrica, gruppi elettrogeni, l’eliporto, oltre alla pineta e ai sottoservizi. E in base al tempo di realizzazione valutabile, nella migliore delle ipotesi, intorno ai sette anni, i malati del Mazzini verranno sottoposti ai rumori e alle polveri con ripercussioni alla continuità assistenziale”.

Ed ecco dunque indicati due possibili siti alternativi comunque vicini all’ospedale Mazzini, e senza dunque alcuna delocalizzazione lontano dalla città, che aveva provocato levate di scudi dei teramani e trasversalmente in tutti gli schieramenti politici.

“Un primo sito è sempre a Villa Mosca, a 305 metri dal Mazzini, alla fine del primo tratto della Tangenziale Nord, di ben 30 ettari idoneo a ospitare strutture ospedaliere. Il sito è idoneo in quanto panoramico, senza vincoli ambientali, geologici e urbanistici, in zona agricola e senza strutture da acquisire e abbattere, e che potrebbe essere dotato di un parcheggio con oltre 1.000 auto.

Il secondo sito si trova invece “presso l’Inail e dopo il curvone della Tangenziale Nord si apre un ampio spazio di 18 ettari che può contenere la nuova Dea. Il sito è idoneo in quanto privo di vincoli ambientali, geologici e urbanistici, in zona agricola e non è edificato”.

Conclude Di Baldassarre, “in base a queste evidenze non si comprende l’ostinazione di realizzare la nuova struttura a ridosso del Mazzini. Invito pertanto   caldamente l’Asl di Teramo di valorizzare un punto previsto nell0 studio di fattibilità affidato alla Geina Srl, previsto ossia l’analisi delle due alternative illustrate, comunque nell’area di Villa Mosca e non lontano dall’area del Mazzini”.

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