violate norme di sicurezza, in 3 a processo

violate norme di sicurezza, in 3 a processo




violate norme di sicurezza, in 3 a processo

ANCONA – Troppa carta e troppa plastica stoccata dentro il maxi capannone dell’ex Tubimar, al porto, distrutto da un incendio che la notte tra il 15 e il 16 settembre del 2020 svegliò tutta la città. In tre andranno a processo per quel rogo dove anche se non sono stati individuati i motivi dell’innesco, escludendo però il dolo, per la Procura ci sono responsabilità colpose. Il rinvio a giudizio è stato deciso ieri, nel corso dell’udienza preliminare, dalla giudice Francesca De Palma. L’Autorità portuale, che si è costituita parte civile con l’avvocatura dello Stato, chiede un risarcimento danni di 22 milioni di euro. Ha perso l’intero capannone in uso ad aziende che si occupano di logistica e altro. Per i pubblici ministeri Serena Bizzarri e Marco Pucilli, che hanno chiesto il processo a tre dei quattro iniziali indagati (uno nel frattempo è deceduto), sarebbero state violate norme di sicurezza antincendio importanti e le attività danneggiate al suo interno sarebbero state carenti di sistemi antincendio idonei a contenere le fiamme partite da uno dei capannoni, quello della Frittelli Maritime Group Spa. A finire a processo, per incendio colposo, è R. S., 77 anni, di Numana, all’epoca amministratore delegato del gruppo Frittelli, C. M., 46 anni, anconetana, all’epoca presidente di Ase srl (Adriatic Services Enterprise) e C. B., 47 anni, all’epoca amministratrice unica della Cpn srl.

Le due donne sono ritenute responsabili di omissione colposa di cautele o difese che avrebbero dovuto attuare per impedire disastri quali un incendio. Tutte e tre le aziende operavano dentro il maxi capannone, ognuno nel suo spazio. Il processo per i tre imputati, che respingono le accuse e dimostreranno la loro innocenza nel corso del dibattimento, si aprirà il 5 febbraio davanti alla giudice Maria Elena Cola. Sono difesi dagli avvocati Alessandro Scaloni, Riccardo Leonardi e Flavio Barigelletti. Le fiamme all’ex Tubimar distrussero 20mila metri quadrati di capannone. “Una fiammata si trasformava rapidamente a causa del materiale altamente infiammabile presente al suo interno e in quantità superiori a quelle consentite”, sostiene la Procura nelle accuse, come 48mila chili di carta e 11mila chili di plastica stoccata all’interno del capannone della Frittelli, quando il documento di valutazione dei rischi ne avrebbe autorizzati solo 5mila chili per tipologia. Tutte accuse da accertare. Anche negli altri capannoni la merce stoccata avrebbe superato i limiti consentiti. Oltre all’Autorità Portuale si sono costituite parte civile la Ase spa che chiede un risarcimento di 13 milioni e la società proprietaria dell’impianto fotovoltaico che ne chiede oltre 15 milioni.


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-11-01 08:31:23 da


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