Violenze in carcere:ex detenuto,’ho accusato l’agente sbagliato’ – Notizie

Violenze in carcere:ex detenuto,’ho accusato l’agente sbagliato’ – Notizie


Ha scambiato durante le indagini
preliminari un agente penitenziario per un altro, forse
confondendoli in foto perché entrambi quasi senza capelli, e
solo in aula, di fronte a video, ha ammesso l’errore,
riconoscendo l’agente “giusto”, che però dal processo è già
uscito in quanto assolto qualche mese fa.

   
Sono ancora una volta le modalità dei riconoscimenti degli
imputati fatte in sede di indagini preliminari dalle vittime ad
animare il processo per le violenze subite il 6 aprile 2020 dai
detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere da parte degli
agenti penitenziari.

   
L’ex detenuto Giuseppe Calanni davanti al pm di Santa Maria
Capua Vetere riconobbe l’ispettore Salvatore Mezzarano come
colui che lo aveva prelevato dalla cella e portato nella sala
socialità, dove era stato colpito con diversi schiaffi. Oggi
però un aula, i legali dell’imputato Mezzarano (Edoardo Razzino
e Giuseppe Stellato) hanno mostrato i video del percorso da cui
emerge che non era stato Mezzarano a prelevare Calanni, e che
l’ispettore non c’era in quella sezione.

   
Alla fine Calanni ha riconosciuto l’agente Angelo Di
Costanzo, che non compare in questo processo avendo scelto il
rito abbreviato, già conclusosi per lui qualche mese fa con la
piena assoluzione.

   
Il dibattimento è in corso all’aula bunker dello stesso
carcere dove avvennero i fatti: 105 sono gli imputati – tra
agenti, funzionari del Dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria e medici Asl – davanti al collegio di Corte
d’Assise del tribunale sammaritano presieduto da Roberto
Donatiello.

   
Al processo è po emerso che non era invalido al 100% il
detenuto Vincenzo Cacace, deceduto alcuni mesi fa e diventato noto
perché ripreso mentre veniva manganellato dagli agenti. Per
dimostrarlo alcuni avvocati dei poliziotti penitenziari imputati
hanno mostrato un video che ritrae Cacace mentre cammina da
solo, senza sedia a rotelle. Gli avvocati hanno voluto chiarire
che quel detenuto non era disabile al 100%, come sembrava
emergere dai racconti degli altri carcerati, ma poteva camminare
e usava la sedia a rotelle come supporto, avendo in effetti
molti problemi di salute.

   

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www.ansa.it è stato pubblicato il 2023-10-04 20:10:55 da


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