Visita in Giordania e Libano, punto stampa del Presidente Meloni



Faccio con voi volentieri un punto su questa breve ma secondo me significativa visita in Giordania e in Libano. Come sapete oggi ho incontrato Re Abdullah II di Giordania. Volevo portare la vicinanza e il rispetto dell’Italia, una Nazione che è oggettivamente fondamentale per la stabilità del Medio Oriente, che anche in questa difficile fase, sta dimostrando la sua capacità di utilizzare sempre pragmatismo, di essere moderata, una Nazione che è molto importante soprattutto per il sostegno alle popolazioni civili. Il Re di Giordania e il suo Governo stanno pensando a nuovi strumenti molto concreti, particolarmente per aiutare le popolazioni civili di Gaza, alle quali l’Italia ha garantito il suo pieno supporto, del resto abbiamo già lavorato insieme nell’iniziativa Food for Gaza che ci ha permesso di consegnare 47 tonnellate di generi alimentari nella Striscia.

Con il Re di Giordania abbiamo affrontato, oltre alla crisi in atto più ampiamente intesa, anche la questione dei profughi siriani. Il grande tema dei profughi siriani sta impattando pesantemente sia in Giordania che in Libano. In Giordania  ne sono stimati 600 mila, 600 mila sono registrati, il Governo ne stima più o meno il doppio in una nazione di 10 milioni di abitanti. In Libano parliamo di circa 1 milione e 500 mila rifugiati in una Nazione di 5 milioni di abitanti e ovviamente questa questione deve essere affrontata dalla comunità internazionale. Sui profughi siriani l’Italia è al lavoro già da tempo, lo abbiamo fatto anche durante questo Consiglio europeo, abbiamo fatto del nostro meglio per favorire un percorso del quale stiamo parlando soprattutto con i giordani, che possa piano piano costruire le condizioni perché questi rifugiati possano tornare in Siria, chiaramente in condizioni di sicurezza, chiaramente sotto l’ombrello della comunità internazionale, volontariamente, ma è sicuramente una delle questioni che vanno affrontate se si vuole aiutare queste Nazioni.

La questione dei propri siriani impatta anche in Libano, come dicevamo, così come quella degli sfollati, circa una persona sfollata su cinque oggi in Libano, situazione molto complessa sulla quale pure l’Italia ha già dimostrato la sua disponibilità. Noi immediatamente, all’indomani dell’inizio dell’escalation in Libano, abbiamo deliberato ulteriori 17 milioni di aiuti per le popolazioni colpite, per le popolazioni civili. C’è da fare di più, c’è da coinvolgere credo il livello europeo.

Anche su questo abbiamo dato la nostra piena disponibilità. Dopodiché io sono fiera di essere stato il primo capo di Governo a essere venuto qui in Libano dopo l’inizio dell’escalation. Credo che sia un segnale importante. Chiaramente siamo venuti qui soprattutto a ribadire l’impegno italiano per un cessate il fuoco. Voi sapete che l’Italia si è fatta promotrice insieme ad altre Nazioni di una proposta di cessate il fuoco per 21 giorni.

Entrambi i miei interlocutori libanesi di oggi, il Primo Ministro Mikati e il Presidente del Parlamento Berri hanno aderito a questa proposta, credo che adesso serva uno sforzo da parte israeliana, credo che anche quello che è accaduto ieri con la scomparsa di quello che è il principale responsabile degli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre, possa offrire la finestra per una stagione nuova, credo che questa finestra debba essere colta da parte israeliana, credo che noi possiamo aiutare anche intensificando i nostri sforzi diplomatici per il ritorno degli ostaggi israeliani che sono ancora trattenuti, che sono ancora ostaggio di Hamas. Dopodiché ovviamente siamo venuti qui anche per parlare della stabilizzazione del confine israelo-libanese.

Io volevo anche portare un messaggio di vicinanza a tutti i nostri uomini e a tutte le nostre donne impegnati sia nella missione UNIFIL sia nella missione bilaterale MIBIL. Ho parlato con alcuni di loro, l’ho incontrati oggi, mi sarebbe piaciuto anche tornare alla base di UNIFIL come ho fatto qualche mese fa, le condizioni di sicurezza non lo consentivano e non voglio aggiungere ulteriori problemi ai problemi che già ci sono, ma sicuramente dobbiamo ribadire l’importanza di questi militari che tra mille difficoltà per un lungo tempo hanno contribuito a garantire la sicurezza e la stabilità sul confine e che saranno particolarmente preziosi quando cesseranno le ostilità.

Quindi noi crediamo che UNIFIL debba essere rafforzato e crediamo che senza il rafforzamento di UNIFIL, senza il lavoro di questi nostri militari – e non solo nostri – non si possa arrivare a mettere le forze armate libanesi nella condizione di essere pienamente nella capacità di poter controllare e difendere il loro territorio. È un impegno che la comunità internazionale si è presa particolarmente con la risoluzione 1701, quella risoluzione deve essere pienamente implementata.

Quindi come vedete insomma sono molti i temi che abbiamo discusso ma sicuramente l’impegno italiano c’è per arrivare a una de-escalation, a un cessate il fuoco, fosse anche temporaneo, al rilascio degli ostaggi , aiutare le popolazioni civili, cominciare a ricostruire, a immaginare per la crisi mediorientale anche una soluzione strutturale, due popoli, due Stati, servirà una fase transitoria o una fase definitiva? Bisogna mettersi al lavoro.

Bisogna mettersi al lavoro e io penso che tutti gli sforzi che si possono fare in questo momento vadano fatti. Non abbiamo altre armi se non quella della diplomazia ma se non riusciamo ad ascoltare i nostri interlocutori, a farci ascoltare dai nostri interlocutori, la diplomazia non si riesce ad esercitare. Questa è la ragione per la quale sono venuta qui oggi.

Domanda: Allora, guardi, ci sono state delle violazioni dei diritti umani certificate da Human Rights Watch per quanto riguarda i finanziamenti alle autorità cipriote e il report è di meno di due mesi fa, di fine agosto, inizio settembre.

Presidente Meloni: Ma violazione da parte di chi? Non la sto seguendo.

Domanda: Violazione da parte delle autorità cipriote e libanesi per quanto riguarda i rimpatri dei siriani in Siria. Ovviamente ci sono tanti report. Quali sono le misure, quali sono le condizionalità?

Presidente Meloni: Purtroppo non conosco i report, quindi non sono in grado di commentare qualcosa di cui non sono a conoscenza, insomma, non sono entrata nel dettaglio e non mi permetto di giudicare sulla base di cose che non conosco.

Domanda: I migranti in Albania, naturalmente. I giudici non convalidano i trattenimenti e le opposizioni chiedono l’apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia.

Presidente Meloni: Guardi, la richiesta di una procedura d’infrazione contro l’Italia… cioè persone pagate dal popolo italiano per chiedere alle istituzioni europee di colpire il popolo italiano, è una cosa sulla quale penso che gli italiani rifletteranno. Per quello che riguarda la non convalida, io posso dirle che è molto difficile lavorare e cercare di dare risposte a questa Nazione quando si ha anche l’opposizione di una parte di quelle istituzioni che dovrebbero aiutarti a rispondere ai problemi di questa Nazione. Penso che la decisione dei giudici di Roma sia una decisione pregiudiziale, lo dimostra il fatto che alcuni di questi giudici avevano criticato l’accordo con l’Albania ancora prima di entrare nel merito. Temo che debba anche colpire il fatto che questa decisione dei giudici è stata anticipata ieri da alcuni esponenti del Partito Democratico. Dopodiché, la questione non è l’Albania, la questione è molto più ampia, perché in buona sostanza quello che i giudici dicono è che non esistono Paesi sicuri, quindi comunico ufficialmente che il problema non c’è in Albania, il problema è che nessuno potrà essere mai più rimpatriato, il problema è che tu non puoi respingere la gente, il problema è che tu non puoi fare nessuna politica di difesa dei tuoi confini.

E quindi spero che mi si dica anche poi come si risolve, nel senso spero che mi si dica poi come si gestisce l’ordine pubblico, spero che mi si dica poi come si gestisce l’ordine pubblico, chi pagherà per i miliardi di accoglienza che ci dovremo caricare, spero che mi si trovino anche delle soluzioni perché io sono quella che poi deve trovare le soluzioni. E infatti troverò una soluzione anche a questo problema.

Perderemo ancora del tempo ma ho già convocato il Consiglio dei Ministri lunedì anche per risolvere questo problema perché intendo andare avanti. Gli italiani mi hanno chiesto di fermare l’immigrazione illegale, farò del mio meglio per limitare l’immigrazione illegale di massa.

Mi dispiace che in un momento nel quale tutta l’Europa guarda con interesse a qualcosa che sta facendo l’Italia, noi tentiamo come sempre di metterci da soli i bastoni tra le ruote, ma è un tema che si risolverà presto.

Domanda: Presidente, secondo lei si ritornerà ad una 1701 potenziata? Lei ha detto che bisogna attuarla, quindi bisogna ritornare sulle regole d’ingaggio e cambiarle?

Presidente Meloni: Guardi, non credo che il tema sia cambiare le regole d’ingaggio. Credo che il tema sia la piena applicazione delle regole d’ingaggio, credo che noi dobbiamo ricordarci che l’obiettivo che tutti quanti abbiamo è quello di mettere le forze armate libanesi nella condizione di poter avere pieno controllo del loro territorio. Questo non si può fare senza l’equipaggiamento, la formazione che viene fatta dall’UNIFIL, dalle missioni internazionali in Libano, e quindi noi dobbiamo potenziare questi strumenti, che non vuol dire necessariamente cambiare le regole di ingaggio. Poi secondo me si può anche aprire un dibattito su quelle che sono le regole di ingaggio, ma credo che se noi anche stessimo alla 1701 e all’origine della missione, faremo la cosa in assoluto più utile che possiamo fare, perché alla fine ci vuole una sovranità libanese nella stabilizzazione del confine e questo lo si può fare solamente se noi mettiamo le forze libanesi nella condizione di farlo.

Domanda: L’Italia sta pensando di inviare nuovi soldati per rinforzare il contingente italiano dell’UNIFIL, ne ha discusso con Mikati, c’è questa richiesta del governo libanese?

Presidente Meloni: Per ora non c’è questa richiesta del governo libanese ma sicuramente noi siamo pronti a fare sempre la nostra parte. Ricordo che noi siamo la seconda nazionalità per presenza nelle missioni internazionali e quindi siamo già molto rappresentati ma siamo sempre pronti a fare la nostra parte per tutto quello che può servire. Io l’ho detto, è inutile nascondersi, sono molto preoccupata da quello che sta accadendo in Medio Oriente, sono molto preoccupata da quello che accade qui, sono molto preoccupata da quello che accade a Gaza, penso che veramente dobbiamo tutti fare ogni sforzo possibile per affrontare questa questione. Quindi se i nostri interlocutori ci chiedono degli sforzi ulteriori penso che dobbiamo assolutamente prenderli in considerazione.

Domanda: Presidente, ha detto che sull’Albania da lunedì vi rimetterete il lavoro, a che soluzioni pensa per superare l’impasse?

Presidente Meloni: Io ho detto che da lunedì ci mettiamo al lavoro, ma io lunedì ho convocato un Consiglio dei Ministri per approvare delle norme che servono a superare questo ostacolo, perché io non credo che sia una competenza della magistratura stabilire quali sono i Paesi sicuri e quali no, questa è una competenza del Governo e quindi forse il Governo deve chiarire meglio che cosa si intende per Paese sicuro.

Domanda: Presidente, ha parlato magari con Berri del ritiro oltre il fiume Litani di Hezbollah?

Presidente: Sì, ho parlato anche di questo tema e chiaramente si collega a quanto dicevamo poc’anzi. Per fare questo è necessario che ci siano le forze armate libanesi pienamente operative e pienamente nella condizione di controllare il territorio. È qualcosa che volendo si può fare anche con l’aiuto di UNIFIL, ma sicuramente il lavoro che dobbiamo fare noi è un lavoro di messa nella piena condizione di queste forze di poter controllare il territorio e allora diventa tutto più fattibile, però sicuramente è tra gli impegni previsti di un cessate del fuoco e di una stabilizzazione del confine.

Domanda: Nel frattempo confermiamo la presenza UNIFIL sul border, sul confine, e fino a che punto siamo pronti a rischiare un ferimento o qualcosa di peggio dei nostri uomini? Qual è la linea rossa?

Presidente Meloni: Guardi, la linea rossa è che tutti i partner devono garantire la sicurezza di questi soldati, ok? Su questo sono stato molto chiara con tutti i miei interlocutori, perché è inaccettabile che il personale internazionale che, mi consenta di dirlo, anche sul piano umano, sono uomini e donne che non vedono i loro figli, che non passano Natale a casa, che stanno qui per aiutare altre nazioni alla loro stabilizzazione e quindi il rispetto per questi uomini e per queste donne è il minimo che mi aspetto. L’ho detto con molta chiarezza a tutti i miei interlocutori. Mi pare che ci sia una presa di coscienza della posizione dei governi ma anche del ruolo della missione UNIFIL per cui io do per scontato che alcune cose che sono accadute negli scorsi giorni non accadono ancora.

Domanda: Si sentirà con Netanyahu?

Presidente Meloni: Io ho sentito Netanyahu anche la settimana scorsa, sì penso che anche all’esito di questa mia visita tornerò a chiamare il Primo Ministro Netanyahu. Vi ringrazio e buon lavoro.


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www.governo.it è stato pubblicato il 2024-10-18 20:52:24 da egrassi


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