“Voglio un’Italia Libera e Indivisibile” – Lavocediimperia.it


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“Voglio un’Italia Libera e Indivisibile” – Lavocediimperia.it



L’Italia “libera e indivisibile” è stato il patto e la missione di tanti patrioti, termine poi abusato e saccheggiato dalla destra, un patto fermo e saldo dai primi decenni dell’ottocento fino ai patrioti che, con la Resistenza e la Costituente, hanno fatto del nostro paese un paese Democratico.
 

Ho creduto per educazione familiare e per la mia vicinanza al Socialismo che la libertà non possa essere disgiunta dall’unità e dalla appartenenza a una comunità, e lo sottolineo fortemente e lo ripeto una comunità fatta di diritti e di uguali opportunità.
 

E allora sia chiaro: non vi è progresso senza uguali opportunità per tutti. Lo hanno ribadito i Padri e le Madri Costituenti con l’articolo 5 che promuove e tutela le autonomie in un quadro di pari accesso ai diritti, a prescindere da appartenenza sociale e territoriale.
 

Che cosa c’entra quindi con la nostra storia e i nostri valori l’autonomia differenziata? La risposta è semplice NIENTE.
Oggi gli italiani si ritrovano governati da una destra che, coerentemente con la sua collocazione politica europea, lavora per spaccare l’Italia, come lavora anche per sfasciare l’Europa.
Una disgregazione del Paese, in linea appunto alle tensioni esterne, su temi importantissimi, come una SANITA’ PUBBLICA UNIVERSALISTICA, dove tutti in ogni luogo hanno accesso alle medesime cure, una SCUOLA PUBBLICA, dove tutti hanno uguale diritto all’istruzione. Questo ci fa pensare che Meloni, Salvini e tutti gli altri compagni di viaggio non pensino a fondo e non approfondiscano le conseguenze delle loro scelte.
 

Certo sappiamo che oggi si usa sfuggire alle proprie responsabilità. Questo sì, è un antico vizio italico, è un voler attribuire agli altri, in questo caso alla sinistra, i danni delle proprie scelte.
Spiego con una metafora l’etica sottostante a ciò in modo solo apparentemente leggero:
Se una persona prende un coltello da cucina e accoltella il vicino di casa, perché invece di assumersi la responsabilità della propria azione, non è più semplice e furbesco dire che la colpa è del fabbricante di coltelli da cucina?
Sulle autonomie si possono fare buone leggi o leggi pessime.
Questa legge è uno sfregio, occultato da confusi correttivi di non definita e sostenibile finanziabilità, uno sfregio ai valori di solidarietà e di pari opportunità che sono alla base del nostro vivere civile.
 

Ovviamente sono intervenuta anche come Consigliera di Parità, intervento doveroso perché anche il mondo delle pari opportunità con questa riforma sarà a rischio. Saranno infatti a rischio i fragili diritti delle donne dal nord al sud.
In tale direzione io insieme ad altre 29 consigliere di parità di tutta Italia abbiamo firmato un documento contro l’autonomia differenziata, dichiarando la nostra intenzione di partecipare al referendum abrogativo di una scellerata riforma che è certamente anche contro il genere femminile. Si pensi come essa potrebbe avere delle forti ripercussioni nelle diverse regioni sul mondo del lavoro in assenza di una contrattazione collettiva nazionale in termini di parità salariale, in ambito sanitario si pensi alla fine che potrebbe fare la copertura nelle diverse regioni della legge 194 e ancora, nell’istruzione si pensi all’applicazione o meno del tempo pieno nelle scuole nelle diverse regioni con disastrosi effetti sul tempo di conciliazione vita/lavoro. 
Per questi motivi il mio voto a questa mozione sarà favorevole perché, lo sottolineo ancora una volta, sono pronta a far sentire la mia voce contro una riforma che altro non vuole se non dividere l’Italia. Proprio per questo voglio concludere questo mio intervento ricordando l’onorevole Nilde Iotti, quando il 18 novembre 1999, tra gli applausi unanimi dell’intero Parlamento, nel suo saluto disse: “Mi auguro che lo spirito di unità per cui mi sono sempre impegnata prevalga nei confronti dei pericoli che minacciano la vita nazionale”. 





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