Potenza, quella vendita di immobili a Vincenzo Telesca e la ‘verità’ svelata da Vito Santarsiero


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Sulla vendita degli immobili del Comune all’ex consigliere e attuale sindaco Telesca, a sinistra volano gli stracci e a distanza di tempo dalla pubblicazione in esclusiva del nostro articolo che ha svelato la vicenda di cui tutti sapevano e nessuno parlava, prende la parola con cura dei dettagli l’ex sindaco Pd Vito Santarsiero. Lo fa con un lungo post su Facebook, rivolgendosi con sottile ironia all’attuale assessore all’Urbanistica, Enrico Torlo.

La prima parte è una lettera aperta a Torlo:

“Caro assessore Torlo, dopo che altri sono intervenuti ufficialmente ponendo il tema in sede istituzionale sento il dovere, per coscienza, onestà intellettuale e trasparenza, di farlo anche io; fare cioè quello che chiedevi a me ed altri in campagna elettorale quando dicevi: guardatevi le carte. Menavi vanto di aver fatto una indagine ed aver scoperto una grave illegittimità che riguardava l’acquisto di immobili comunali da parte del candidato Sindaco Telesca; parlavi di “bomba” che stava arrivando e addirittura proponesti di accompagnare un comizio di Smaldone (dove puntualmente si chiedeva di cambiare radicalmente modello e si rivendicava un nuovo modo di fare politica) con una celebre canzone di Zucchero che a un certo punto dice “arriva la bomba”. E così sollecitavi tutti, me compreso. Mi rivolgo a te, sia perché oggi (senza quell’apparentamento politico che consente di avere contrappesi, mescolanze, ruolo dei partiti nonché di conservare identità e ruoli) sei proprio l’assessore all’urbanistica e al condono della giunta guidata dal sindaco Telesca e sia perché ritengo che da adulti non si può essere né presi in giro, né essere strumentalizzati. Dunque ho letto le carte e mi pare che avevi ragione; riporto, atti alla mano, le cose a cui facevi riferimento e ci chiedevi di studiare; inoltre per le cose sopra riportate e per il tuo ruolo in giunta, gradirei conoscere cosa ne pensi. Lo faccio pubblicamente perché pubblicamente ci siamo esposti e detto le cose.”

La seconda parte riguarda i dettagli della vicenda che chiama in causa lo stesso Vincenzo Telesca e il Consiglio Comunale scorso

“Il Comune di Potenza – scrive Santarsiero – ha deliberato nella seduta del Consiglio Comunale n. 12 del 28/02/2022 la alienazione al consigliere comunale Vincenzo Telesca (oggi Sindaco della città) di due immobili e un’area urbana. Dagli atti l’alienazione dell’area urbana e dell’immobile risulta avvenuta:

1)In presenza di un articolo del codice civile che non lo consente. Trattasi dell’articolo n. 1471 che vieta agli amministratori dei comuni l’acquisto di beni affidati alla loro cura.  2) Con la partecipazione attiva nella procedura di alienazione dell’acquirente Consigliere Comunale in assenza dell’inserimento, obbligatorio, dell’area urbana nel Piano di Alienazione degli immobili, considerando interclusi immobili che di fatto non lo erano. 3) In assenza di una “asta pubblica” imposta dal Consiglio Comunale per la vendita degli immobili attraverso una “trattativa privata diretta” ai sensi degli art.9 e art.10 del regolamento comunale di vendita degli immobili senza che ne venissero comunque rispettati tutti i vincoli. 4) Con una valutazione economica non di mercato come imposta dalla legge, addirittura inferiore all’offerta dell’acquirente e comunque senza tener conto che si procedeva, per effetto della possibilità di demolire e ricostruire, ad alienare un suolo edificabile servito da un cortile annesso, entrambi di proprietà comunale.”

Seguono approfondimenti sui punti sopra indicati che riportiamo integralmente

“Il Comune di Potenza ha deliberato nella seduta del Consiglio Comunale n. 12 del 28/02/2022 la alienazione al consigliere comunale Vincenzo Telesca (oggi Sindaco della città) di due immobili e un’area urbana. L’approvazione dell’atto è avvenuta in presenza di un articolo del codice civile che non lo consente. Trattasi dell’articolo n. 1471 che vieta agli amministratori dei comuni l’acquisto di beni affidati alla loro cura.

Con un proprio parere del 6 Aprile del 2009 il Ministero dell’Interno ha sciolto ogni dubbio in ordine alla qualifica degli amministratori dei Comuni affermando che destinatari del divieto di acquisto “devono ricomprendersi non solo il sindaco e gli assessori ma anche i consiglieri “. Ugualmente è stato affermato dalla Corte di Appello di Venezia con sentenza n. 1157 del 2007 opportunamente richiamata nella sentenza della Corte di Cassazione, sez. seconda, n.2447 del 2014. Non esistono sentenze che parlano di un diritto del consigliere ad acquisire immobili del comune. In merito, circa una forzata e impropria similitudine richiamata dagli uffici comunali per giustificare l’alienazione, in cui si fa riferimento alla sentenza di Cassazione civile sez.1 n. 3618 del 10/02/2017, occorre comunque notare che non corrisponde al vero che il consigliere comunale interessato non sia stato parte attiva nella procedura. Infatti, in qualità di consigliere comunale, dopo aver innescato la procedura stessa con la richiesta di acquisto (fatta solo per i due immobili), il consigliere Telesca ha partecipato alla seduta del consiglio comunale n. 19 del 26/04/2021 di approvazione del Documento Unico di Programmazione nel quale sono stati inseriti (in allegato gli immobili da alienare da lui stesso richiesti. In tale seduta il Consigliere, nonostante fosse parte interessata, non solo era presente ma ha altresì chiesto l’accorpamento del punto all’ordine del giorno con quello del bilancio, proposta accettata dal consiglio, e successivamente è intervenuto nel dibattito. Si puntualizza che l’approvazione del bilancio è propedeutica all’avvio della procedura di vendita degli immobili inseriti nel Piano di Alienazione. Successivamente Telesca ha anche partecipato alla seduta del consiglio comunale che ha approvato la vendita degli immobili da lui richiesti (seduta già citata n. 12 del 28/02/2022). In tale seduta, nonostante il palese interesse personale, il consigliere acquirente è stato presente al dibattito sul punto all’ordine del giorno della vendita degli immobili a suo favore, assentandosi solo al momento del voto.

A fronte della richiesta di acquistare i due immobili di proprietà del Comune, l’amministrazione comunale ha poi chiesto a Telesca (che accetta) di acquistare anche una “area urbana residuale in quanto tale area rimarrebbe interclusa tra le proprietà private e, quindi, necessariamente da cedere al sig. Telesca”, come attestato nella delibera di alienazione già citata. Trattasi di decisioni che portano ad alienare, senza alcuna gara, a favore del Telesca (consigliere comunale che ne ha fatto richiesta) un immobile di proprietà del comune costituito da area di sedime e due livelli più un’area urbana di accesso ad esso immobile che rappresenta un vero cortile. Potendosi procedere alla demolizione e ricostruzione dell’immobile il Comune ha nei fatti alienato una area edificabile con cortile di accesso.

Nonostante il Consiglio Comunale avesse disposto (allegato B alla delibera del Consiglio Comunale n. 19 del 26/04/2021) che la vendita degli immobili dovesse avvenire attraverso una asta pubblica e nonostante l’area urbana non sia inserita nel Piano di Alienazione, si è proceduto alla vendita degli immobili e dell’area urbana mediante trattativa privata diretta ai sensi degli art. 9 e 10 del Regolamento del Comune per la vendita dei Beni Immobili. Anche tale procedura è stata comunque sviluppata in maniera impropria considerato che l’art. 10 di tale regolamento dispone che la vendita personale e diretta (unica che esclude l’asta pubblica) può avvenire solo nel caso in cui gli immobili “costituiscano beni residuali o di difficile utilizzo per l’Amministrazione, ad esempio relitti, pertinenze stradali ecc. “. Non trattasi del caso in esame, peraltro tale vincolo non è richiamato sia nella relazione di accompagnamento sia nell’atto deliberativo né tantomeno negli atti si attesta o si certifica tale caratteristica per gli immobili da vendere.

Anche la valutazione del valore di mercato degli immobili (abitazione e deposito) desta perplessità perché a fronte dei 31.000€ valutati dall’ufficio e dei 26.000 offerti si è poi alienato per un importo di 13.600€ vale a dire a circa 200€ /mq per immobili in pieno centro storico. Da notare che accettando i 26.000 € offerti e aggiungendovi il valore dell’area urbana quantificato dall’ufficio in 7.134 €, si sarebbe raggiunto un valore per l’intera vendita di 33.134, superiore a 30.000€ e tale da escludere qualsiasi forma di trattativa privata. Il tutto senza tener conto che il vero valore di mercato dell’immobile e della stessa area urbana era rappresentato dall’essere (grazie alla possibilità di demolire e ricostruì) un’area di sedime edificabile servita da un cortile di accesso il cui valore andava calcolato in funzione di questa sua specificità. In ultimo resta la mancata valutazione e discussione in Consiglio Comunale di un utilizzo pubblico in pieno centro storico di un immobile, servito direttamente da un cortile di accesso, da poter ricostruire e destinare a servizi per la comunità.” Fin qui il lungo post su Facebook.

Non possiamo non inquadrare questa uscita di Vito Santarsiero nella dimensione delle lotte di potere di cui abbiamo sempre scritto su questo giornale. Perciò, dopo le prediche, ci auguriamo che si arrivi a decisioni politicamente ed eticamente definitive. E qualcuno finalmente verifiche se e quanto gravi siano le irregolarità eventualmente commesse. Questa “ramanzina”  tardiva di Santarsiero ha il sapore di un messaggio in codice al Sindaco di Potenza.


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www.basilicata24.it è stato pubblicato il 2024-09-06 16:53:49 da Basilicata24

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