Per il triennio 2024 2026, le imprese del Sud che acquisiscono beni strumentali possono beneficiare di un contributo sotto forma di “credito d’imposta ZES unica”.
Questo incentivo vale cioè per gli acquisti destinati a strutture produttive nelle Regioni del Mezzogiorno d’Italia, ossia Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo.
In questa guida chiara e dettagliata vi spieghiamo come funziona, a chi spetta e come richiedere il credito d’imposta ZES unica Sud.
Il credito d’imposta ZES è un tax credit, ovvero un credito che può essere compensato con i debiti fiscali e tasse in generale, destinato alle imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali per le strutture produttive ubicate nelle zone delle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise.
Si chiama anche credito d’imposta ZES unica Sud e sarà attivo dal 2024 coi limiti economici della normativa europea in materia di aiuti di Stato. Questa misura è parte della revisione della riforma fiscale 2023 e promuove lo sviluppo economico del Mezzogiorno.
L’agevolazione è stata istituita dal Decreto Sud 2023, ma per conoscere la sua completa disciplina bisognerà attendere il Decreto attuativo su cui, vi aggiorneremo.
Prima di procedere spiegando la misura, ricordiamo insieme cos’è la ZES.
La “Zona Economica Speciale” è una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. Per maggiori dettagli sulle novità della ZES unica, vi consigliamo di leggere questo focus.
Intanto vediamo a chi spetta il tax credit ZES istituito dal 2024.
Il credito d’imposta ZES spetta alle imprese che acquistano beni strumentali per le strutture produttive nelle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo.
Possono accedere – salvo diverse disposizioni che arriveranno con il Decreto attuativo, su cui vi aggiorneremo – aziende di tutti i settori, nei limiti di quanto previsto dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
Poi, il Decreto Sud 2023 precisa che gli aiuti sono concessi nei limiti e alle condizioni previsti dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico che effettuano l’acquisizione di beni strumentali per le imprese attive:
Il Decreto Sud stabilisce che non possono accedere al credito d’imposta ZES i soggetti che:
Eventuali altre esclusioni saranno chiarite nel Decreto attuativo del tax credit su cui vi aggiorneremo.
L’agevolazione funziona sotto forma di credito d’imposta, al soggetto beneficiario viene riconosciuto cioè un credito nei confronti dello Stato che potrà recuperare tramite sconto sulle tasse. I dettagli sul suo funzionamento saranno chiariti da un Decreto attuativo ad hoc, ma ciò che è certo è che sarà possibile usare il credito in compensazione nei periodi d’imposta successivi, fino alla fine del suo utilizzo.
Il credito sarà assegnato nel rispetto delle linee guida stabilite nella Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, e ci sarà un limite massimo di spesa da definire che non sarà oltre i 100 milioni di euro. Il Decreto Sud 2023, per ora, chiarisce che:
Le stesse disposizioni si applicano ai beni acquisiti tramite locazione finanziaria, anche se non si verifica il riscatto.
Vediamo insieme come richiedere e ottenere il credito d’imposta.
Un Decreto del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione pubblicato entro il 30 dicembre 2023 definirà la procedure per richiedere il credito d’imposta ZES Sud.
Probabilmente sarà il Ministero delle Imprese e del Made in Italy a gestire la misura di concerto con l’Agenzia delle Entrate che ne coordinerà la fruizione. Poiché si tratta di un tax credit però, dopo l’ok all’utilizzo, potrà essere usato solo in compensazione, cioè usando il modello F24 attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Vi aggiorneremo appena vi saranno conferme.
Il Decreto Sud 2023 specifica che quali sono gli investimenti inclusi nel tax credit. Ovvero, sono finanziabili con il credito d’imposta ZES gli “investimenti in un progetto di investimento iniziale”, come definito nei punti 49, 50 e 51 dell’articolo 2 del Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014. Questi investimenti riguardano:
Tuttavia, il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore totale dell’investimento agevolato. Il Decreto attuativo, chiarità gli altri dettagli su cosa finanzia il tax credit.
Scopriamo ora, a quanto ammonta il credito d’imposta ZES.
Il tax credit ZES Sud deve essere calcolato in base alla parte del costo totale dei beni menzionati ammissibili che sono stati acquistati o, nel caso di investimenti immobiliari, realizzati tra il 1° gennaio 2024 e il 15 novembre 2024.
Nello specifico:
Il tax credit ZES unica Sud potrà essere richiesto probabilmente già da gennaio 2024, salvo eventuali attese o ritardi dovuti alla diffusione del Decreto attuativo. Vi aggiorneremo non appena vi saranno novità in tal senso.
Il credito di imposta sarà finanziato utilizzando i fondi provenienti dall’Unione Europea e dal bilancio nazionale, quindi il suo ammontare e di conseguenza le risorse destinate saranno determinate da un Decreto del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Questo Decreto dovrà essere stabilito insieme al Ministro dell’economia e delle finanze entro il 30 dicembre 2023 e noi vi aggiorneremo.
Le modalità per ottenere questo beneficio, così come le regole e i controlli per l’applicazione e l’utilizzo del credito d’imposta, saranno definite nel Decreto, con l’obiettivo di rispettare il limite di spesa stabilito. Vi aggiorneremo non appena sarà reso disponibile.
Il credito d’imposta ZES Sud viene concesso nel rispetto delle limitazioni e delle condizioni stabilite dal Regolamento (UE) n. 651/2014. Questo regolamento dichiara che alcune categorie di aiuti di Stato sono compatibili con il mercato interno, in conformità agli articoli 107 e 108 del TFUE, e in particolare all’articolo 14, che riguarda gli aiuti a finalità regionale per gli investimenti.
Inoltre, il Decreto Sud 2023 specifica che il credito d’imposta può essere accumulato con aiuti “de minimis” e con altri aiuti di Stato che riguardano gli stessi costi ammissibili all’agevolazione, a condizione che tale accumulo non superi i limiti massimi di intensità o importo di aiuto stabiliti dalle norme europee applicabili.
La norma che ha istituito l’agevolazione specifica che per ottenere il beneficio le imprese beneficiarie devono mantenere la loro attività nelle aree in cui è stato realizzato l’investimento agevolato, situate nelle zone del Mezzogiorno d’Italia, per almeno 5 anni dopo il completamento dell’investimento. Qualora non venga rispettato questo obbligo, i benefici verranno revocati. Ovviamente, se il credito d’imposta ZES Sud viene utilizzato in altri modi impropri rispetto all’importo, ne viene revocata l’autorizzazione.
A definire altri casi di revoca del credito d’imposta ZES Sud sarà poi il Decreto attuativo della misura, che deve ancora essere pubblicato.
Nei casi di revoca deve essere restituito mediante pagamento entro il termine stabilito per il saldo dell’imposta sui redditi dovuta per il periodo di imposta in cui si verificano le situazioni descritte.
Ecco quali sono gli aiuti e le agevolazioni, nonché i tax credit già attivi nelle ZES italiane nel 2023:
Poi è arrivato il Decreto Sud a rendere tutto il Mezzogiorno d’Italia una sola Zona Economica Speciale e a cambiare le regole, come vi abbiamo spiegato.
Mettiamo a vostra disposizione il testo definitivo (Pdf 224 Kb) del Decreto Legge 19 settembre 2023, n. 124, ossia il Decreto Sud in attesa che quello definitivo sarà disponibile. Il Decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.219 del 19-09-2023 ed è entrato in vigore il 20 settembre 2023.
Vi invitiamo a leggere anche la nota stampa del Governo sulle misure adottate dal Consiglio dei Ministri del 7 settembre 2023. Ora è al vaglio del Parlamento che dovrà convertirlo in legge entro dicembre 2023.
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