A 81 anni regala una nuova vita alle moto d’epoca

A 81 anni regala una nuova vita alle moto d’epoca


MONTEPESCALI. Lassù, dove il panorama diventa struggimento per lo sguardo e lo spirito, lassù, nel minuscolo paesino che afferra la collina, vive Marcello Bursi. Alla verde età di 81 primavere Marcello si applica con profonda dedizione ad una straordinaria passione per le moto antiche. Molto antiche.

Le cerca, le trova, le porta a casa dove inizia il lungo percorso di restauro. Il rifacimento comporta parlare col mondo contattando figure specializzate nel riprodurre le parti mancanti, i frammenti distrutti, i particolari e gli elementi, che, al termine, donano alle due ruote una nuova esistenza. Il prodigio si compie tra le mura di una pazienza certosina, conoscenze, viaggi, spedizioni e arrivi da tutto il mondo. E tanto dolcezza.

A 81 anni regala una nuova vita alle moto d’epoca
Il sidecar restaurato

Quelle creature di ferro e ruote, allora, tornano a respirare regalando pezzi di avvenimenti reali, portando a galla figure sconosciute cancellate dagli anni, nomi e situazioni che altrimenti non avrebbero mai visto la luce. Perché queste moto parlano. Marcello le ascolta nel silenzio del paese, gli risponde, facendo affiorare racconti incredibili. Questo è uno di loro.

«Tutto è iniziato quando ero giovanissimo e frequentavo l’istituto tecnico industriale in via De’ Barberi a Grosseto – rivela Marcello – una mattina ho sentito nitrire in mezzo alla strada. Girandomi ho visto un cavallo che trainava una Fiat del 1910 verso la demolizione. Gli zoccoli dell’animale slittavano sull’asfalto, le gomme dell’auto erano sgonfie e faceva fatica. Rimasi fulminato dal vedere quelle vecchie lamiere, che andavano verso la distruzione. In quell’istante mi innamorai delle auto antiche, col tempo sono passato alle moto. Un pianeta affascinante».

Un sidecar delle SS

Inizia, così, il girovagare nel circondario osservando, ascoltando, chiedendo e perlustrando con attenzione, Il cerchio si allarga, si esce dai recinti, si guarda oltre. Fino a raggiungere una fattoria a Pescia Fiorentina.

«Avevo saputo che possedevano una Guzzi – rievoca Marcello – ma non avevano intenzione di venderla. Guardandomi intorno vidi un pozzo, laggiù spuntava una ruota. Era un sidecar tedesco. Autentico. Mi spiegarono che, temendo delle penalità, avevano deciso di tenerla nascosta. L’ho caricata sul carro e l’ho portata a casa iniziando tutte le pratiche per la denuncia. Il primo passo è stato quello di contattare l’ARAR (Azienda Rilievo Alienazione Residuati ndr) al fine di permettere la trasformazione all’uso civile».

Dietro alla tre ruote mimetica ecco spuntare avvenimenti datati 1944. L’equipaggio veniva dal fronte di Cassino, destinazione Germania. A bordo c’erano due soldati delle SS, uno al manubrio, l’altro sul carrozzino laterale, girato dalla parte opposta con la mitragliatrice. Per evitare di essere intercettati da aerei nemici o imbattersi in posti di blocco, il sidecar viaggiava su strade secondarie. Le precauzioni non bastarono, i due soldati furono fermati dai partigiani, il sidecar gettato in un fosso. Questo dice il destino.

Un documento eccezionale

«A quel punto iniziò un percorso molto lungo e certosino – riprende Marcello – fatto di pazienza, viaggi e conoscenze. Il restauro era complicato. Andai a Bruxelles per parlare con uno specialista del ramo, uno che costruisce pezzi per il cinema partendo dai disegni. Un lavoro di anni, enorme per un mezzo che pesa 3 quintali. Tutti gli accessori sono stati rimessi a nuovo: la radio, il cric, la mitragliatrice. Un giorno ho trovato anche un foglio con i nomi dei due soldati, il reparto di appartenenza, il permesso di circolare. Un documento emozionante, una voce dal passato. Pochi giorni fa ho portato il sidecar ad un moto raduno vicino a Parma, precisamente a Varano de’ Melegari, dove ha riscosso un grande successo e tanta curiosità. L’autenticità della motocicletta è garantita dal timbro originale delle autorità militari applicato sul telaio».

Il documento del sidecar

Marcello conclude: «Questa passione mi porta a conoscere persone sparse in tutto i mondo con le quali scambio opinioni e ricevo interessanti scoperte. Vorrei avere più spazio dove collocare questi preziosi reperti a due ruote. Una collezione che mi colloca al primo posto in Maremma».




  • Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net.
    Come lavagna uso il cielo.
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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-06-01 08:30:49 da Giancarlo Mallarini


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