Sono tracce di un “passaggio” i 21 manufatti etruschi in prestito dal Museo civico di Modena al Museo civico archeologico Arsenio Crespellani di Bazzano, in provincia di Bologna. Un’urna cineraria, un vaso, uno specchio, e poi ancora colini, mestoli, attingitoi e altri oggetti, raccontano una remota quotidianità posta tra due soglie, quella della vita e della morte, rinvenuta in alcune necropoli del territorio bolognese, datate tra VIII e III secolo a.C. I reperti sono ora parte della mostra archeologica “A lustro e decoro del paese”, fruibile nelle sale della Rocca dei Bentivoglio di Bazzano dal 21 ottobre al 3 marzo. L’esposizione celebra il 150° anniversario dalla nascita della locale Società per scavi archeologici, riprendendo nel titolo un’espressione dell’originario statuto dell’ente fondato anche dall’archeologo Arsenio Crespellani (già direttore del Museo civico di Modena), un secolo e mezzo fa, nel 1873.
I 21 reperti in prestito a Bazzano, esposti solitamente nell’imponente salone dell’archeologia del Museo civico, che accoglie oltre sei mila oggetti, provengono da corredi funerari delle necropoli etrusche di Fornace Minelli e Monte Morello, rispettivamente a Bazzano e Monteveglio. Si tratta di due aree che attestano il popolamento etrusco nella Pianura padana, lungo la valle del Samoggia. Nonostante il contesto bolognese, gli oggetti appartengono alle raccolte civiche di Modena poiché frutto della donazione fatta dall’archeologo Arsenio Crespellani, che contribuì alla scoperta proprio delle due necropoli. Pionieristico e rinomato studioso dei territori modenesi e bolognesi, Crespellani, nato a Modena nel 1828, fu tra i fondatori del Museo di Bazzano nel 1873 e poi direttore del Museo civico di Modena dal 1894 al 1900, anno della sua morte.
Tra gli oggetti in mostra a Bazzano, spicca un’urna cineraria in ceramica, parte del corredo funerario di una tomba del VII secolo a.C, rivenuta nella necropoli di Fornace Minelli. Questo manufatto, un cinerario biconico in ceramica d’impasto, con superficie non decorata, è tra gli oggetti meglio conservati rinvenuti nella tomba. Il reperto testimonia il rituale dell’incinerazione nella necropoli, caratterizzato da sepolture collocate in fossa semplice che contenevano, appunto, l’urna con le ceneri del defunto, assieme a un corredo di vasellame in ceramica, contenitori in bronzo, ornamenti e utensili.
Rilevante, tra i prestiti, anche un cratere in ceramica di provenienza attica a figure rosse, databile tra V e IV secolo a.C, e riconducibile al rituale del banchetto, e poi uno specchio in bronzo figurato della fine del IV secolo a.C, trovato in una tomba femminile. Entrambi gli oggetti provengono dalla necropoli di Monte Morello, dove a prevalere era la pratica dell’inumazione.
La mostra “A lustro e decoro del paese”, visitabile fino al 3 marzo, è composta da una sezione archivistica, con documenti provenienti dall’Archivio storico comunale di Bazzano, e una archeologica, che espone tra i diversi materiali anche quelli rinvenuti nelle aree delle due necropoli etrusche. Oltre ai 21 oggetti in prestito, il Museo civico collabora all’esposizione con il contributo scientifico di Gianluca Pellacani al catalogo di mostra. Nel calendario degli eventi collegati all’esposizione, Pellacani, archeologo del museo di Modena, terrà una conferenza domenica 3 dicembre dal titolo “Etruschi a Bazzano e Monteveglio: le necropoli di Fornace Minelli e di Monte Morello”.
Organizzata dal Comune di Valsamoggia, Fondazione Rocca dei Bentivoglio e Museo civico archeologico Arsenio Crespellani, la mostra gode pure del patrocinio del Comune di Modena. Per informazioni sul percorso espositivo e modalità di accesso è possibile consultare il sito www.frb.valsamoggia.bo.it.
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