A Giannutri scoppia la guerra delle api

A Giannutri scoppia la guerra delle api


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GIANNUTRI. Api selvatiche contro api domestiche, Parco dell’Arcipelago contro una società di apicoltori di Poggi del Sasso: sulla piccola isola di Giannutri, perla del nostro mare e sotto tutela del parco, scoppia la guerra delle api e degli alveari. Con tanto di divieti e ricorsi al Tar. E strascichi che andranno avanti ancora a lungo.

Andiamo con ordine. 

Qualche anno fa la società La Pollinosa, di Poggi del Sasso, che fa capo a Paola Bidin, aveva chiesto l’autorizzazione per impiantare un’apicoltura a Giannutri. Le autorizzazioni sono state concesse dal Parco fin dal 2019 ma, qualche tempo fa, è stato deciso di non rinnovarle.

Questo perché le ricerche fatte con le università di Firenze e Pisa avrebbero evidenziato una difficile convivenza fra le api domestiche da miele e le api selvatiche presenti sull’isola.

A seguito del mancato rinnovo, la Pollinosa ha fatto ricorso al Tar. Insieme a tre associazioni apistiche nazionali e da alcune associazioni apistiche regionali (Unaapi, Aissa, Aapi, Arpat, l’associazione degli Apicoltori delle Province Toscane, e Toscana Miele Apa).

La sentenza censura il procedimento del Parco, per la mancanza di contraddittorio con la società. Ma il Parco, riconoscendo gli errori, è pronto a vietare di nuovo l’apicoltura, rifacendo la procedura da capo.

Nel dettaglio il Tar viste le motivazioni scientifiche del Parco rileva che il Parco abbia semplicemente insistito “esclusivamente sulla riproposizione delle risultanze degli studi posti a fondamento della propria motivazione senza peraltro indugiare sulle censure mosse nel ricorso in termini di inattendibilità degli studi sul piano metodologico e di contenuto”.

Sempre il Tar rileva che “Il regolamento in vigore, o l’orientamento, ha la finalità di salvaguardia dell’apicoltura e tutela della sottospecie Apis mellifera“. E che quindi “era necessario un contraddittorio sulle ragioni ostative al rilascio della autorizzazione, perché negli anni precedenti il Parco aveva comunque assentito alla installazione degli apiari

Quindi il provvedimento impugnato risulta “illegittimo nella misura in cui il Parco non ha attivato il dovuto contraddittorio con la società”.

Sulla sentenza interviene anche Unaapi, l’Unione delle associazioni apistiche italiane.

«L’auspicio di Unaapi è che la tutela della biodiversità non si trasformi in esclusione pregiudiziale dell’apicoltura, settore che dalla salute dell’ambiente trae la sua sopravvivenza. Le api, allevate o selvatiche, condividono l’ambiente con noi e sono le prime a subirne gli squilibri. È necessario un approccio collaborativo, basato su studi trasparenti e su un confronto continuo con chi conosce il territorio, lo vive e lo custodisce ogni giorno: gli apicoltori».

La posizione del Parco: «Rifaremo il procedimento»

Il Parco dell’Arcipelago toscano, prendendo atto della sentenza del Tar sul ricorso presentato dalla società La Pollinosa, chiarisce che il collegio giudicante ha ritenuto fondato il primo motivo del ricorso, stabilendo l’illegittimità del diniego impugnato limitatamente alla mancanza di contradditorio con la società in relazione all’istanza di autorizzazione all’installazione dell’apiario sull’isola di Giannutri.

«Come chiaramente affermato in sentenza – scrivono -, resta impregiudicata per l’Ente Parco la facoltà di riesercitare le proprie prerogative, nel quadro degli indirizzi conformativi della pronuncia, ossia nel rispetto delle norme sul procedimento amministrativo. Pertanto, l’Ente Parco, nell’affermare che si uniformerà al pronunciamento del Tar Toscana, ribadisce, convintamente, che confermerà il divieto di portare api gestite sull’isola di Giannutri, adottando i necessari provvedimenti».

Gli studi dei ricercatori sulle api

Quindi il Parco continuerà a lavorare per applicare i risultati ottenuti dagli studi condotti negli ultimi anni nell’Arcipelago Toscano da ricercatori specialisti del settore e finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il coordinamento dell’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente (Ispra), mettendo a punto nuove misure regolamentari.

«In questo caso – si legge ancora – non è in discussione il valore che l’Ente Parco attribuisce alla pratica zootecnica apistica nel contesto dell’agricoltura tradizionale, che tra l’altro viene condotta da decenni in alcuni siti del territorio dell’area protetta. Il vero punto su cui ragionare è come proteggere i popolamenti selvatici di impollinatori che vivono in territori con alti vincoli di protezione e per i quali si registrano situazioni di sofferenza, in parte attribuibili alla realizzazione di alcune pratiche zootecniche».

Come più volte ribadito dal presidente del Parco Giampiero Sammuri «In un parco nazionale non tutte le attività vengono consentite a prescindere e senza limitazioni; regole e zonizzazione rappresentano gli strumenti che un ente parco deve utilizzare, in applicazione della legge quadro sulle aree protette (legge 394/1991), per disciplinare le diverse attività. Questo certamente vale anche per l’apicoltura (che è consentita e sarà consentita in gran parte della superficie dell’area protetta, circa il 75%), così come vale per l’agricoltura, la zootecnia, la pesca, il turismo ed altre attività».

Le risultanze degli studi e i dati oggi disponibili verranno tradotti in provvedimenti gestionali che andranno a modificare e ad aggiornare quanto previsto dalla deliberazione del consiglio direttivo del 2001.

L’Ente Parco precisa, infine, che «Le autorizzazioni rilasciate a partire del 2019 alla società La Pollinosa per il posizionamento di apiari sull’isola di Giannutri hanno sempre avuto carattere “temporaneo” e che nessuna aspettativa poteva essere vantata dalla ricorrente circa rinnovi per le annualità successive, in quanto l’Ente Parco, nelle suddette autorizzazioni, ha sempre chiaramente specificato l’esistenza di studi per valutare la situazione dei vari impollinatori sull’isola di Giannutri».

 


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    Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità.
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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-06-12 11:57:52 da Guido Fiorini


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