PALATA. Inerti e scarti edili “scaricati” in un terreno privato, il proprietario ha denunciato il fatto alle autorità competenti e poi, si è sfogato pubblicamente, si tratta di Giorgio Scarlato, che i nostri lettori conoscono bene (è stato portavoce del comitato Uniti per non Morire).
«L’increscioso e vergognoso episodio avvenuto il 20 luglio scorso in contrada Castellerce, area sottoposta a protezione ambientale dalla Direttiva Habitat – Natura 2000 – Sic “Calanchi Pisciariello – Macchia Manes” nell’agro del Comune di Palata è la verità lampante, evidente, di dove può arrivare l’inciviltà umana, mi auguro solo di pochi, dei valori perduti o mai avuti in cui oggi quel “qualcuno” vive nella nostra società civile.
Sono stati sversati, illegalmente, rifiuti di materiale edile nel luogo dove, il 22 maggio scorso, venne organizzata ” La giornata mondiale della Biodiversità 2024 “. Nell’occasione avvenne da parte dei Carabinieri della Biodiversità di Isernia la consegna dell'”Albero di Falcone”, fulcro di un brillante progetto di educazione alla legalità ambientale. Oramai i nostri terreni agricoli diventati “terre di nessuno” anche per mancanza di controlli e manutenzioni delle opere pubbliche esistenti, forse “stimolano”, siano essi locali o frequentatori della zona non so, questi incivili, questi “assassini del territorio”, malati da smania di protagonismo, a commettere queste bestialità ambientali? È un grido di dolore, una denuncia che si eleva a stigmatizzare atteggiamenti vili da sradicare come pure l’appiccare incendi ai margini di strade, siano esse regionali, provinciali o comunali, o agli argini di valloni o di canali. Non so questa gentaglia dal comportamento pusillanime cosa ne possa ricavare da simili gesti.
Lo ribadisco, oggi come in passato: serve una sensibilizzazione delle coscienze. In modo particolare di quelle coscienze ostili al Bene Comune e forse solo interessate al “… cosa c’è per me”. Bisogna isolarle. Non servono minimamente alla comunità. L’impegno istituzionale con campagne pubblicitarie volte a sensibilizzare il cittadino sull’importanza del rispetto per l’ambiente e cura del territorio in particolare è di esempio ma di più non può. Allora l’unica cosa che resta da fare è il monitoraggio del territorio concordato tra Regione, Provincia e Comuni tramite l’uso di fototrappole in modo tale da scoraggiare e far vergognare “quei cittadini disallineati”(?) da quelli Civili con la C maiuscola, quelli rispettosi dell’ambiente, del territorio; quelli che si sacrificano a tenerlo vitale perché, è bene ribadirlo: è dovere di ognuno rispettarlo e tenerne cura.
È il primo tassello fondamentale per vivere e tutelare i nostri luoghi come d’altro canto hanno fatto scientemente i nostri avi. È un modo nobile per valorizzare il nostro Molise in modo tale che chi viene a visitarlo rimanga estasiato dalle sue bellezze ambientali, paesaggistiche, architettoniche, importanti, culinarie. Invece, questi “esseri abominevoli, irrispettosi anche verso i loro figli e le future generazioni, comportandosi in simil maniera cosa si aspettano? Per caso onorificenze o medaglie al merito? O essere ricordati con una targa, l’intestazione di una via o di una piazza? Il loro modo di vivere nel menefreghismo, nella gelosia, nell’invidia o, peggio, nella cattiveria dove li potrà portare? Quali altre “gratificazioni” possono ambire? Ma si sono guardati allo specchio?
Cosa, questi “soloni”, potranno insegnare ai propri figli, ai loro nipoti? Sono persone vili, false, ipocrite, manipolatrici, misere se sono capaci di attaccare, non sapendo fare altro, la Natura indifesa, il Territorio, l’Ambiente. Sono persone anaffettive al Bene Comune e quindi anche a loro stesse. Si dovrebbero guardare allo specchio, se ne sono capaci, in modo tale da tirare fuori quel poco di dignità che forse avranno da qualche parte. Sono paragonabili in una scala valoriale di dignità tra “gli ominicchi e i quaquaraquà” di Leonardo Sciascia.
Servi di un mondo, il loro, fatto di disvalori e di “non vivere”. Poveri loro! Loro esistono, non vivono; respirano solamente. Vivere è un’altra cosa: significa dare scopo alla propria vita. Pare che vivano come cavernicoli, nei sotterranei della disaffezione al rispetto del Bene Comune e delle Persone, fuori dal mondo civile, quello vero e non il loro che è….”surrogato”. È giunto il tempo di divulgare, acculturare, far comprendere che l’educazione ed il rispetto dei luoghi, sia dove si vive che dove si va a visitarli, è il primo atto fondamentale per la vita di una persona, di un Paese civile.
Rispettare il Bene Comune significa soprattutto rispettare i propri cari, i propri amici, conoscenti, gli sconosciuti. In tale maniera i parametri del vivere saranno infinitamente alti e per chi li attua può, quando la sera va a dormire, dirsi tranquillamente di sentirsi in pace con la propria coscienza. Così facendo ha rispettato anche sé stesso. Questo comportamento è etico. Concludo. Agli organi Istituzionali regionali competenti inoltro una richiesta di aiuto: si faccia in modo di monitorare con personale addetto e con fototrappole i luoghi di criticità oramai evidenti e punire in modo esemplare chi si permetterà di “sporcare” con tali vili comportamenti i nostri bellissimi ed invidiabili luoghi.
Ciò potrà essere sicuramente d’aiuto alle persone di buona volontà che già si impegnano e sacrificano parte del loro tempo alla tutela del Bene Comune. Il Molise sicuramente ringrazierà, ne ha di bisogno; e allora, ognuno con le proprie responsabilità, iniziamo a muoverci. Il Molise non può più aspettare».
Leggi tutto l’articolo Abbandonano inerti su un terreno Sic, «Dove può arrivare l’inciviltà umana»
www.termolionline.it è stato pubblicato il 2024-07-22 19:09:12 da
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