L’accusa, per un operaio 32enne che lavorava in un’azienda del riminese, era quella di aver palpeggiato una collega. Un addebito che era costato all’uomo il licenziamento in tronco per giusta causa anche se, dal canto suo, aveva sempre negato quel gesto. L’uomo ha quindi deciso di ricorrere al Giudice del lavoro sostenendo che la fine dell’attività lavorativa era illegittima e chiedendo, allo stesso tempo, il reintegro.
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Una tesi che è stata accolta dal magistrato in quanto, nelle sue motivazioni, ha sottolineato come la mancata costituzione del datore di lavoro rappresenta un vizio in quanto, per legge, è chiamato all’onere di provare la sussistenza della giusta causa. Al 43enne, difeso dagli avvocati Paolo Lombardini e Filippo Gennari, è stata anche riconosciuta un’indennità di 3600 euro dovuta alla mancata retribuzione in seguito al licenziamento mentre, l’azienda, è stata condannata anche al pagamento delle spese processuali.
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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2024-11-12 19:24:09 da
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