Ci sono 215mila 965 abitanti con diritto di voto in provincia di Piacenza e per dire la propria su chi deve prendere il comando dell’Emilia-Romagna, infilano la scheda elettorale in 203mila 388: il 94,18%. Questa la quota di cittadini e cittadine che dai confini locali contribuisce alla I legislatura della Regione e all’elezione del suo presidente, Guido Fanti. È il 1970, un’altra epoca. Lo dicono anche i numeri dell’ultima chiamata alle urne per la scelta del governatore.
LA SCORSA ELEZIONE E IL CROLLO DEL 2014 – Mezzo secolo dopo – gennaio 2020 – dei 228mila 63 elettori piacentini si esprimono in 143mila 482: il 62,91%, l’affluenza minore in regione. Una discesa di oltre 30 punti percentuali a confronto con l’esordio, ma quasi altrettanti in più rispetto alla precedente convocazione: nel novembre del 2014 sale al comando Stefano Bonaccini, ma ai seggi si presenta solo il 37,71% della cittadinanza regionale, da Piacenza il 36,31 %. Un picco di astensionismo potenzialmente anticipato, guardando all’area del centrosinistra, dalle adesioni alle Primarie del Partito Democratico: 13mila 101 piacentini partecipano alla nomina del nuovo segretario nazionale nel dicembre 2013, circa nove mesi dopo – obiettivo il candidato presidente della Regione – sono in tutto 2mila 132. Qualcosa come l’84% in meno.
Ma a platea più allargata, la portata del deficit alle Regionali non si era annunciata con l’esito delle antecedenti Europee (maggio 2014), a cui risponde il 65,72% degli aventi diritto del territorio provinciale. Il crollo di un decennio fa è capitolo a parte nell’affluenza piacentina alle cabine elettorali per l’Emilia-Romagna, eccezione di un andamento che, a partire dagli anni Novanta, vede comunque una linea in progressiva discesa.
I PRIMI 20 ANNI SOPRA AL 90%, IN CALO DAL 1995 – Osservando la serie storica (nella grafica sopra), la massima presenza piacentina si registra nel 1975 (94,5%), ma nel corso dei primi vent’anni di elezioni regionali, l’affluenza resta sempre al di sopra del 90%. Una soglia sotto cui si scende nel 1995 (86,21%), anno in cui diventa governatore Pier Luigi Bersani (Pds) – già subentrato nel 1993 al dimissionario Enrico Boselli – unico piacentino a sedere sulla poltrona di presidente. Il primo appuntamento del nuovo millennio perde, a confronto con il precedente, esattamente il 10% dei votanti (2000, 76,21%), il successivo altri 4 (2005, 72,04%) e per l’avvio della IX legislatura se ne vanno all’incirca altri 9 punti percentuali (2010, 63,5%).
XII LEGISLATURA, VERSO IL VOTO – Il 17 e 18 novembre 2024 si vota per il rinnovo del consiglio regionale e per la presidenza dell’Emilia-Romagna: seggi aperti dalle ore 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Se il flusso dell’ultima elezione regionale nella provincia di Piacenza si è fermato al 62,91% – certo con una nettissima ripresa rispetto alla “debacle” 2014 – resta un indicatore quella tendenza al ribasso affermatasi ormai da oltre un trentennio. Con in aggiunta qualche riflessione relativa alle quote raggiunte dagli ultimi appuntamenti dei piacentini con la scheda elettorale. Le elezioni politiche di settembre 2022 hanno portato alle urne il 69,9% – sempre per il governo l’affluenza nel 2018 aveva toccato il 75,69% – le Europee del giugno scorso si sono fermate al 55%, contro il 64,42% di cinque anni prima. Numeri in discesa.
www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-11-14 06:00:00 da
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