ALBEROBELLO – Tra le venti candidature al titolo di Capitale italiana della Cultura del 2027, quella di Alberobello è l’unica presentata in coralità insieme ai comuni di Castellana Grotte, Noci e Polignano. Le altre diciannove, sulle quali spicca Pompei, e tra le quali vi è anche la concorrenza appulo-lucana di Brindisi, Gallipoli e Aliano, sono presentazioni individuali. La Città dei Trulli è capofila di un progetto di comunità, che porta il titolo di «Pietramadre», che la mente dell’archistar milanese fuori dagli schemi Marco Piva disegna come un triangolo perfetto «che dal mare risale verso la valle attraverso percorsi straordinari, fisici e concettuali».
L’aspirazione a diventare Capitale italiana della Cultura da parte del territorio itriano-adriatico, secondo dettami di contaminazione artistica e architettonica, conta sulla partnership di Gemanco Design, l’azienda di Modugno presentata come «leader nel settore e garanzia di creatività e innovazione per l’ideazione e la realizzazione del progetto». La squadra si avvale dell’esperienza di Pasquale Gatta, project manager culturale, che ha già curato le candidature di Lucera (capitale della Puglia 2025) e Monte Sant’Angelo, Capitale culturale della Puglia dell’anno in corso. All’agenzia foggiana Scopro è affidata la sintesi del progetto e la stesura del dossier che sarà consegnato al ministero della Cultura il prossimo 26 settembre. Successivamente la candidatura di Alberobello, unitamente alle altre diciannove, sarà valutata da una giuria che selezionerà tra queste le dieci città finaliste, entro il 12 dicembre 2024. A seguito di audizioni pubbliche, che si svolgeranno entro il 12 marzo 2025, la procedura di valutazione si concluderà per il 28 marzo successivo, con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2027.
Come spiega alla «Gazzetta» il sindaco di Alberobello Francesco De Carlo, «la nostra è una candidatura di territorio, il percorso di una comunità che – attraverso diversi mesi di co-progettazione – ha raccolto tantissime idee e progetti riconducibili agli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu». Sotto la confezione «ancestrale» di «Pietramadre», che riconduce alla bellezza patrimonio dell’Unesco dei Trulli, con il claim «Io sono pietra», nel dossier che sarà sottoposto all’attenzione del Ministero della Cultura, vi sono questi punti-chiave che sostengono la candidatura: «Il welfare culturale, il turismo sostenibile (conciliare il rapporto tra il turista e il cittadino), ambiente, le infrastrutture, la mobilità sostenibile».
Avviata agli inizi di luglio, successivamente all’ufficializzazione della candidatura a Capitale italiana della Cultura 2027, «Pietramadre» è entrata nell’ultima fase di confronto e co-progettazione con enti, associazioni, cittadinanza, consulte, operatori sociali, gruppi sportivi, imprenditori, artisti e liberi pensatori. Questa l’agenda da completare con nuovi incontri, dopo quello tenutosi ieri a Polignano: domani alle 20 a Largo Porta Grande a Castellana Grotte, il 13 settembre alle 20 alla Chiusa di Chietri sull’argomento «sponsorship», il 15 dalle 19 al Trullo Sovrano di Alberobello con la chiusura della co-progettazione e la presentazione del Comitato Tecnico Scientifico, il 22 settembre alle 20.30 a largo Martellotta di Alberobello, dove la presentazione del logo con spettacolo di danza aerea della compagnia ResExtensa lancerà definitivamente il progetto di candidatura. Tale è lo specchio di un territorio che rivela la purezza delle sue forme geometriche e austere, dei suoi scorci inaspettati e mozzafiato, dei suoi paesaggi secolari, stratificato «casa per casa, vicolo per vicolo» come lo definì Pier Paolo Pasolini.
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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-09-11 11:44:09 da
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