PALERMO – La pesante ombra della corruzione per un impiegato del Comune di Palermo e i rapporti sospetti con alcuni professionisti. C’è un’indagine nell’indagine che ha azzerato il mandamento mafioso di Uditore.
Sono stati gli anziani boss Girolamo Buscemi e Franco Bonura, arrestati nel blitz della squadra mobile dello scorso febbraio, a discutere della figura di Baldassare Migliore indagato a piede libero per intestazione fittizia e in passato processato per mafia e sempre assolto.
La Procura della Repubblica ipotizza che Migliore abbia affidato a un prestanome un parcheggio in via Alia in modo da evitare la scure del misure di prevenzione. Il parcheggio è stato prima sequestrato e poi dissequestrato per carenza di motivazione.
C’è per un altro capitolo che prosegue sotto traccia. Nel 2021 la polizia municipale ha apposto i sigilli al parcheggio per alcune irregolarità edilizie. Nella vicenda entrerebbe in gioco un dipendente comunale, nel frattempo andato in pensione, che dietro il pagamento di una somma di denaro (si parla di quattromila euro più i soldi serviti per acquistare la batteria per l’auto) avrebbe preparato un progetto per mettere a posto le cose e seguito l’iter negli uffici comunali affinché la pratica, gestita da un geometra per conto di Migliore, avesse esito positivo.
Non è l’unico spunto. Migliore è stato intercettato mentre chiedeva ad un altro geometra: “Al catasto che mani abbiamo?”. Appreso che il certificato che gli serviva veniva rilasciato da un altro ufficio comunale aggiungeva: “All’Urbanistica come siamo messi, hai possibilità?”.
Nel frattempo un avvocato aveva fatto ricorso. Il giorno in cui il Suap, lo sportello unico per le attività produttive, comunicò la possibilità di rimuovere i sigilli il legale informò Migliore. Quest’ultimo si comportava come se fosse il padrone del parcheggio anche se formalmente il suo nome non compare.
Bisognava però sanare la struttura eseguendo dei lavori. Il dipendente del Comune è stato intercettato mentre discuteva con Migliore. La conversazione è contenuta nell’informativa agli atti dell’inchiesta: “Il collega viene martedì, l’ingegnere quello che ti avevo detto, già abbiamo appuntamento martedì mattina con le carte, con i documenti in mano. Baldo cercherò in tutte le maniere di aiutarti”.
C’era da sistemare quanto previsto “dall’articolo 36” del testo unico sull’edilizia. “La pratica la dobbiamo vedere io e lui e poi lui la fa vedere al collega”, diceva Migliore al suo geometra di fiducia.
“Io lavoro alle sanatorie, invece l’edilizia privata è sopra, dopo me la seguo sopra”, aggiungeva il dipendente.
Poi Migliore spostava la conversazione sui soldi: “E ci vogliano quattromila euro fra te e quello, fammi capire”. “Certo, tutta la progettazione c’è gioia”, spiegava l’impiegato comunale. Che aveva qualcosa da ridire sulla divisione dei soldi: “… devi mandare tutti e quattromila euro a me… che il lavoro l’ho fatto io”.
“Hai sbattuto la testa”, replicava Migliore. “Nottate ho fatto, allora mi dai tremila euro a me e poi te la sbrighi con lui”, concludeva il dipendente. Nomi e presunti ruoli sono ancora al vaglio degli investigatori nell’indagine confluita agli atti dell’inchiesta sui mafiosi di Uditore.
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