Città e strade allagate, abitazioni invase dall’acqua e dal fango, morti e feriti. Lo abbiamo visto meno di due settimane fa con l’alluvione che ha colpito il territorio Parmense, lo mostrano le drammatiche immagini provenienti in questi giorni da Valencia. Lo dicono i diciassette morti dell’alluvione del maggio 2023 in Romagna. I fenomeni alluvionali sono sempre più frequenti ed intensi: in Emilia-Romagna quella del 19 e del 20 ottobre è stato il quarto disastro naturale in un anno e mezzo. Come rispondere a questa situazione di emergenza, che tocca la vita quotidiana di ognuno di noi? Quali strumenti di pianificazione territoriale mettere in campo per cercare di contrastare il fenomeno e difendere le nostre comunità?
Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Bratti, Segretario Generale Autorità Bacino Distrettuale Fiume Po – che ha sede a Parma – e uno dei massimi esperti italiani in materia. Dal 2006 al 2008 è stato direttore di Arpa Emilia-Romagna: dal 2017 al 2022 è stato Direttore Generale dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Fino a maggio 2023 è stato Vicepresidente dell’Agenzia Europea dell’Ambiente in rappresentanza del Governo Italiano.
Quali sono le principali criticità idrauliche del nostro territorio ?
“Parlando della regione Emilia Romagna, che è solo una parte del distretto del fiume Po, diciamo che abbiamo caratteristiche abbastanza comuni tra le diverse realtà dei territori provinciali, anche se naturalmente ognuna presenta singole peculiarità locali differenti. Che, tra l’altro, vanno sempre tenute debitamente in considerazione quando si affronta il tema della pianificazione più utile, sia per l’adattamento che per la mitigazione dei fenomeni estremi che hanno sempre una maggiore frequenza e che mostrano ancora di più la fragilità idrogeomorfologica di questa parte della pianura padana che ricordiamo è pianura alluvionale. Ed è proprio in questo contesto che lo stesso territorio si è via via formato nella sua complessità. La grande trasformazione idraulica avvenuta già dall’inizio del secolo scorso ha avuto lo scopo di difendersi quanto più possibile dalle acque, strappando sempre più aree alle paludi insalubri per sviluppare una diffusa e solida economia agroalimentare e non solo in grado di rappresentare un valore aggiunto di grande rilevanza per l’economia locale. E quel tipo di regimazione idraulica andava sicuramente bene per quel periodo, ma oggi le condizioni climatiche sono drasticamente cambiate e anche molto rapidamente”.
Quanto influisce sulla situazione che si è venuta a creare la presenza di una pressione antropica lungo i corsi d’acqua?
“La pressione antropica pesa inevitabilmente tanto e pesa oltremodo la sovrabbondanza di cementificazione dal dopoguerra ad oggi che, oltre a costringere i fiumi in spazi eccessivamente ristretti, ha contemporaneamente generato una diffusa impermeabilizzazione dei suoli lasciando come unica difesa la possibilità di alzare le arginature lungo i corsi d’acqua piccoli o grandi che siano. Oggi, le molteplici rotte arginali, i numerosi “sormonti” verificatisi in Emilia Romagna, ma soprattutto nell’area romagnola nel maggio 2023 e anche di recente a fronte di precipitazioni molto intense e ridotte nelle tempistiche, ci dicono chiaramente che quel modello di gestione durato fino ad oggi è entrato gravemente in crisi e occorre individuare strategie nuove per la salvaguardia delle comunità, delle loro attività e dell’ambiente in cui sono inserite”.
Quali sono le criticità della rete dei canali di bonifica, strutture costruite in gran parte ad inizio Novecento ?
“Le reti dei consorzi di bonifica in Emilia Romagna hanno svolto e svolgono un ruolo fondamentale sia per lo scolo delle acque in eccesso che per l’approvvigionamento irriguo e per questo che le stesse reti di canalizzazioni ed opere idrauliche accessorie dovrebbero vedere un investimento da parte pubblica importante affinché possano adeguarsi alle attuali esigenze e in tal senso servirebbe un intervento massiccio da parte dello Stato. Noi lo abbiamo chiaramente palesato nel Piano Speciale sulla ricostruzione della Romagna che abbiamo consegnato già a luglio di questo anno al Commissario straordinario del Governo Figliuolo e che attende tutt’ora di essere sostenuto adeguatamente per avviare il processo stesso della ricostruzione con nuove linee guida rispetto al “dov’era com’era”
Quali sono o potrebbero essere le opere strutturali più urgenti che andrebbero realizzate, che oggi non sono presenti nel nostro territorio? L’ipotesi della tracimazione controllata (dei campi privati) è praticabile?
“Intanto è importante ribadire il concetto che le soluzioni semplici sono solo per i problemi semplici e che in questo caso molti luoghi comuni e fake news diffusi in corso di emergenza non aiutano sicuramente il ruolo di chi studia questa materia, per migliorare davvero le condizioni collettive. Oggi servono più azioni diversificate e tempistiche burocratiche proporzionali alle necessità e sotto questo profilo occorre essere molto più performanti.
Tra le azioni da intraprendere per rendere il territorio più adattabile a questo tipo di eventi c’è, anche se da solo non è sufficiente, il potenziamento dei sistemi di difesa idraulica con il consolidamento delle arginature e casse di espansione dove necessari, ma bisogna introdurre novità come l’allargamento dello spazio dei fiumi, stop al consumo di suolo, ampliamento dei piani golenali dove possibile e infine la tracimazione controllata ovvero l’individuazione di aree di natura agricola dove poter portare l’acqua prima che invada i centri abitati.
Oltre a questo, una migliore considerazione della risorsa idrica da chi redige i piani regolatori nei comuni. Tutte queste tipologie di intervento integrato sono all’interno dei nostri Piani dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po che aggiorniamo per legge periodicamente e sono pubblicati e consultabili sul nostro sito, ma va da sé che tutte le opere indicate necessitano di investimenti molto rilevanti da parte dello Stato per far sì che il nostro Paese possa finalmente passare dalla logica dell’emergenza a quella della prevenzione aumentando la sicurezza di tutti: cittadinanza, ambiente economia”.
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Leggi tutto l’articolo Alluvioni, Alessandro Bratti: ”
www.parmatoday.it è stato pubblicato il 2024-10-31 09:45:39 da
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