Stavolta il rammarico per il 2-2 sembra essere maggiore dell’orgoglio che legittimamente si può sfoderare dopo una prestazione del genere. Finire con 10 occasioni da gol e dispiacersi per averne segnati solo due a casa della Juventus serve a spiegare la grandissima partita che il Parma ha disputato allo Stadium. Due volte in vantaggio, due volte ripresa con due grosse occasioni sprecate tra l’83’ e il 91’, di quelle da non credere. Alla fine Delprato e compagni sono soddisfatti, sì, ma nei loro occhi si legge la delusione per non aver concretizzato le diverse palle gol confezionate. Quarto pareggio di fila per la banda Pecchia, che sale a quota 9 in classifica e resta nella bagarre delle squadre che devono lottare per portare a casa la pelle. Ma, a differenza di quelle che vivono nei bassifondi della classifica sembra che i crociati abbiano qualcosa in più: tecnica, freschezza, velocità e tanto orgoglio. Se si cominciasse anche a segnare qualche gol in più, a sfruttare per lo meno le occasioni che magistralmente crea, allora può diventare interessante il ragionamento.
Pecchia sceglie di affidarsi a Mandela Keita davanti alla difesa. Servono i suoi muscoli all’Allianz per sbarrare la strada davanti a Delprato e compagni. Don Fabio avrebbe fatto a meno della sua leggerezza in certi momenti della partita, ma questo è un altro discorso. La difesa è stata ridisegnata: non nella coppia dei centrali, ma sugli esterni, dove agiscono a destra Hainaut e a sinistra Coulibaly. Il compito più duro, sulla carta, spetta al francese. Non è semplice arginare Conceicao, soprattutto se dovesse essere in versione iradiddio come a San Siro. Davanti gioca Bonny, con Sohm alle spalle. La sua forza è un problema per Thiago Motta dal minuto 1’.
Lo svizzero è l’uomo deputato al ribaltamento del fronte dalla mediana in avanti, più dietro ripulisce Bernabé, con fosforo e saggezza da veterani. Risultato? Il Parma, nella prima mezz’ora, produce un calcio divertente e fa la voce grossa a casa del gigante, preso d’infilata dalla freschezza delle ali di Pecchia che volano negli spazi concessi stranamente dalla Juventus, colta di sorpresa già al 2’, quando Bonny calcia di prima intenzione su imbeccata di Mihaila da posizione defilata. Di Gregorio manda in angolo. Dagli sviluppi del corner nasce un possesso elaborato. Il Parma muove il pallone da sinistra a destra, poi di nuovo a sinistra. Sponda aerea di Balogh e Delprato, in volo, assalta il fortino bianconero e spedisce il pallone in fondo al sacco. 1-0, scatta la festa dei 1000 da Parma, nello spicchio colorato di gialloblù. E sarà un bel vedere per tutto il primo tempo, tra canti e balli. Chi l’avrebbe pensato che, al 45’, Pecchia avrebbe annotato sul taccuino almeno 5, 6 palle gol nitide a casa Juventus… Don Fabio, chiuso nella sua giacca, non riesce a tenere le mani in tasca e si dimena. Si attorciglia quando Hainaut sbaglia facile l’assist per Bonny, o quando Balogh non tocca la palla di Bernabé. Ma poi si lascia andare a un’esultanza convinta quando Sohm, al 38’, cancella il pari di McKennie (colpo di testa alle spalle di Suzuki al 31’ su dormita di Balogh) spedendo alle spalle di Di Gregorio la palla confezionatagli da Dennis Man. In mezzo a questi estremi è racchiusa una partita intensa, piena di azioni splendide da parte dei ragazzi di Pecchia che si divertono quando hanno il pallone tra i piedi. Tessono trame, coinvolgono il terzo uomo e aprono la scatola di Motta con verticalizzazioni che fanno malissimo. Alle volte si piacciono troppo, finendo per sbagliare qualche scelta e tenendo in vita una Vecchia Signora affannata.
Peccati di gioventù. All’intervallo esce Keita, Sohm si sposta sulla mediana ed Hernani va a fare il trequartista. Ma la Juventus trova il pari dopo 5′: Coulibaly perde palla, si distende Thuram che offre a Conceicao la possibilità di liberare la sua corsa e di crossare dal fondo. Weah come un falco si avventa sulla palla e di prima la manda alle spalle di Suzuki. La Juventus è rientrata più convinta, alla lunga i mezzi tecnici dei bianconeri verranno evidenziati anche dal calo del Parma che non riesce più a disegnare trame. Il pressing bianconero si fa più feroce, Yildiz e Koopmeiners alzano i giri del motore di Motta. Il Parma perde anche Hernani per un problema muscolare e deve stringere i denti. Entra Camara ma, dopo tanta Juventus con Yildiz che crea apprensione e Vlahovic che non trova la porta, la palla gol più nitida ce l’ha il Parma con Charpentier che cancella la palla splendida di Man con un tiro che sbatte su Di Gregorio. Non è finita: Almqvist si invola verso Di Gregorio ma, invece di servire i compagni al centro dell’area, si fa ingolosire dal tiro. Deviato. Peccato, toccherà poi a Delprato tirare fuori dalla porta l’ultima palla a disposizione della Juventus. Con grande orgoglio, il capitano andrà a brandire il premio di migliore in campo. Con orgoglio, sì, ma anche con rammarico.
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www.parmatoday.it è stato pubblicato il 2024-10-30 22:48:00 da
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