Amputazioni illegali a code e orecchie dei cani, in tre a processo….

ANCONA- Tre patteggiamenti e tre rinvii a giudizio per l’operazione “Crudelia De Mon” che nel 2021 sollevò uno scenario inquietante dietro le vendite di alcune razze di cani. Gli animali avrebbero subito il taglio di orecchie e code per rendere il loro aspetto più appetibile nei compratori. Amputazioni vietate per legge ed eseguite tra il 2017 e il 2019. Per eseguirle e giustificarle avrebbero trovato mille scuse facendo figurare infortuni o incidenti. Inizialmente erano state 40 le denunce per reati di maltrattamento animale, traffico internazionale di cuccioli, certificati veterinari falsi ed esercizio abusivo della professione. Ben 52 le amputazioni illegali di orecchie e coda di cani contestate dai carabinieri forestali del Citesa che avevano indagato, coordinati dal pm Rosario Lioniello, su allevamenti di mezza Italia, anche in provincia di Ancona. Proprio i fatti relativi all’Anconetano, con imputate sei persone (cinque allevatori è una veterinaria) hanno portato alle prime condanne emesse dal giudice Luca Zampetti. 

Tre dei sei imputati hanno patteggiato la pena. In due hanno preso 8 mesi e 20 giorni di reclusione con pena sospesa: sono entrambi allevatori, uno jesino di 37 anni, residente a Cupramontana e la sua compagna, stessa età, jesina e anche lei residente a Cupramontana. Erano difesi dall’avvocato Andrea Boria. Un terzo allevatore, anconetano, di 44 anni, ha patteggiato a 4 mesi e 20 giorni, pena sospesa anche per lui. Era difeso dall’avvocato Nicoletta Pelinga. Gli altri tre andranno invece a processo e il dibattimento si aprirà per loro con un altro giudice il 17 gennaio del 2025. All’inizio dell’indagine gli indagati erano 40 tra allevatori e veterinari di 9 regioni d’Italia e molte posizioni sono state trattate nei tribunali di competenza.