Azioni Cepim, Montefiori replica a Gagliardi: “In nove anni lo scenario è cambiato”

“Lo scenario è cambiato e il Comune della Spezia non se ne accorge. Oggi, anche grazie al lavoro dell’Autorità di Sistema Portuale, mantenere la quota azionaria all’interno nella società Cepim spa – Interporto di Parma può essere un’opportunità per il nostro territorio. Si cambia la strategia e non ci si nasconda dietro al fatto che è già stato deciso così.

Credo, innanzitutto, che la questione sia prevalentemente politica e che riguardi le priorità che vengono perseguite da chi, oltre che amministrare, dovrebbe anche governare le dinamiche, anche economiche, del territorio.

La risposta dell’assessore Gagliardi, da questo punto di vista, è molto chiara: l’amministrazione comunale sminuisce l’argomento derubricando a spreco la partecipazione e non intende giocare un ruolo rispetto alle opportunità che possono derivare dallo sviluppo dei servizi resi da Cepim in termini di logistica, intermodalità ferro – gomma ( a favore della sicurezza stradale e dell’ambiente ) e manipolazione delle merci che transitano alla Spezia. Si tiene alla larga e delega ad altri la rappresentanza del territorio e dei suoi interessi, ricompresi anche nella crescita infrastrutturale di un area vasta, che include la nostra provincia, quale è quella che possiamo racchiudere nella dizione Tirreno-Brennero.

La partecipazione del 2,2% viene definita esigua, ma trovo che questa motivazione sia assai debole: dipende sempre da quale funzione si voglia svolgere nelle singole situazioni e dai rapporti che si costruiscono, ad esempio con gli altri soci pubblici.

Cepim ed Autorità Portuale hanno sottoscritto un patto che prevede un reciproco impegno costante sulle infrastrutture necessarie sulla tratta La Spezia – Parma. Patto che evidenzia la strategicità della presenza nella compagine azionaria, nella quale gli enti pubblici detengono circa il 30%, quota rilevante di per sé ed accresciuta dal loro peso specifico di istituzioni del territorio.

Lo statuto di Cepim recita così:”agirà in coerenza con gli obiettivi fissati da Regione Liguria in materia di integrazione della portualità ligure con i sistemi infrastrutturali terrestri di trasporto”.

In passato venne già esplorata la alienazione delle quote? Parliamo di 9 anni fa. Nel frattempo il territorio, facendo sistema attorno alla A.P., è riuscito ad essere rappresentato all’interno del C.d.a. di Cepim, nonostante l’assenza di protagonismo e la distanza del Comune Capoluogo, il cui disimpegno rischia di indebolire gli attori locali.

Si aggiunga, altro argomento a favore del mantenimento delle azioni, che nel 2015 non esisteva la legge istitutiva della Zona Logistica Semplificata ( attendiamo ancora il decreto del Governo ), che interessa i territori, anche il nostro , inclusi nella compagine societaria del Cepim e, mi risulta, condivisa anche dal Comune Capoluogo. Insomma, sono trascorsi molti anni e siamo in una fase completamente diversa.

La legge Madia non è cosi’ perentoria come asserito dall’ Amministrazione, altrimenti dal 2016 ad oggi sarebbe intervenuto un livello superiore ad imporre di alienare la partecipazione nell’ Interporto di Parma.

Gli articoli 4 e 20 della legge medesima, inoltre, normano e disciplinano i casi in cui è possibile mantenere le proprie quote dentro a una società a partecipazione pubblica. Alcuni requisiti fondamentali, e nel caso in oggetto sussistono tutti, sono produrre una relazione in cui si motivi la strategicità della partecipazione, bilanci in ordine e un numero di dipendenti superiore a quello degli amministratori.

Nei fatti, il Comune della Spezia ha deciso scientemente di uscire dalla società, non ritenendola funzionale alla “produzione di servizi di interesse generale”, dei quali tratta la norma nel definire i casi di possibile esclusione dall’obbligo di alienazione delle partecipazioni azionarie”.

Andrea Montefiori
Consigliere comunale Pd della Spezia