Bari, mister Longo fa il punto della situazione: «Unità di intenti». Nessuna stoccata a De Laurentiis



BARI – Domani si torna in campo. La Reggiana sulla strada di un Bari che muore dalla voglia di sbloccarsi. Emiliani in crisi, ma guai a pensare esistano partite facili. Certo, mai come stavolta conta solo vincere. Per mille motivi.

Longo, altri pareggi avevano lasciato in eredità sensazioni positive. Stavolta la storia sembra un po’ diversa.

«Nei numerosi pareggi fatti abbiamo lasciato per strada qualche vittoria. Fa parte del percorso, di un momento che ci ha visto uscire dal campo diverse volte con rammarico. Dobbiamo migliorare quei dettagli che ci hanno portato a non ottenere questa vittoria, da parte nostra c’è la massima volontà di ritrovare il prima possibile la vittoria. Cambiamenti? Siamo alla terza partita, valutiamo chi ha recuperato e chi meno. Chi sta meglio e potrebbe rigiocare. Maiello ha attraversato un periodo particolare all’inizio, per una serie di acciacchi che ne avevano limitato l’impiego. Ad oggi è recuperato a tutti gli effetti».

Si parla tanto dei limiti di questo Bari.

«Dipende da come interpretiamo questa fase. Siamo partiti con due ko in campionato, risultati che avevano generato dello scoramento. Avevano tanta voglia di spaccare il mondo e lì la squadra è stata brava, i ragazzi sono stati da elogiare. Potevano ripiombare in una situazione critica e si sono tirati su».

L’infortunio di Falletti, una brutta tegola. E la nota positiva dell’ingresso di Manzari.

«Sappiamo che Manzari ci può dare carte importanti. I nostri ingressi in campo hanno reso bene con la Carrarese. Manzari si candida sempre a giocare dall’inizio. Se l’abbiamo preso è perché crediamo possa darci una mano. Falletti dovrebbe rientrare in 20 giorni».

Contro la Carrarese si è visto un Bari meno arrembante rispetto al passato.

«Nel primo tempo ci mancavano dei riferimenti da attaccare uomo su uomo e questo contro una squadra rodata come la Carrarese puoi pagarlo. La squadra per un quarto d’ora ha sbagliato i tempi di uscita e questo ha creato scompensi. Il turno infrasettimanale poi ha scombussolato degli equilibri, vale per noi ma vale anche per tante altre squadre».

Hanno fatto discutere le sue dichiarazioni improntate al realismo alla voce ambizione.

«Non ho voluto dare nessuna frecciata. La mia era una constatazione a 360 gradi sulla programmazione che serve per arrivare a certi obiettivi. Non ho nessun problema a parlare con chiarezza. Quando parlavo di organizzazione mi riferivo all’organizzazione tattica, c’è un gruppo di lavoro sano che fa il bene del Bari. Mi spiace che passi un messaggio di disgregazione, tra me, presidente e direttore c’è massima sintonia. Ho parlato di più aspetti perché era normale dire che se si creano false aspettative rischiamo di avere problemi. Il mio riferimento è alla programmazione, che ti permette di costruire. Questo è un anno di ripartenza, non dobbiamo vedere il bicchiere mezzo vuoto ma quello che abbiamo a disposizione. Questo garantisce punti in più. Io mi sento sereno di poter fare un buon lavoro, che passa attraverso la programmazione. Un conto è ereditare un gruppo consolidato e che ha una base, un altro è dover ricollocare dinamiche all’interno del gruppo di lavoro per poter partire e ricostruire. Questo deve far pensare a tutti questo tipo di unione. Quello che mi piacerebbe pensare è che in questa analisi si calcoli anche il fatto di cercare unità di intenti. All’interno c’è assoluta compattezza. Il fatto che si punti su Lasagna deriva dal fatto che in partite come quelle di B, fatte di grandi transizioni, lui ci dà sempre tantissimo. Abbiamo fiducia assoluta in Kevin, è un giocatore che ci può dare qualcosa anche sul lungo».

La Reggiana è in piena crisi.

«Si tratta di un avversario che cambia pelle spesso, difficile da codificare. Ha usato diversi sistemi di gioco sin qui, dovrà essere interpretata il prima possibile per cercare di trovare gli equilibri rapidamente. Hanno giocatori di qualità e non potremo abbassare assolutamente la guardia, come vale per tutte le squadre».

A che punto è il recupero di Sibilli sui livelli dello scorso campionato?

«Peppe arriva da questo infortunio, che lo aveva tenuto lontano quasi per un mese. Ha fatto un po’ di fatica a trovare la condizione, ha qualità, lo avete apprezzato l’anno scorso e non ha problemi di automatismi ma al massimo di ritrovare fiducia in se stesso. Non deve pensare alla stagione precedente, su di lui ci sono grandi aspettative. Deve stare sereno, pensare a fare ciò che sa fare. È forte, ha qualità e non deve dimostrare niente».

Cosa manca a Sgarbi per ritagliarsi uno spazio da protagonista?

«Ha avuto poco spazio dal cambio di modulo in poi, nel precampionato aveva fatto buone cose poi una volta iniziato il campionato ha avuto qualche difficoltà. Nella difficoltà deve saperci stare, combattere e dimostrare le sue grandi qualità».

Oliveri è pronto per giocare dall’inizio? E sta pensando di cambiare qualcosa a centrocampo?

«Oliveri può giocare 90 minuti, è recuperato. Cambiamenti? Vediamo, in base a chi ha giocato più partite e alle loro condizioni faremo le nostre scelte».

Capitolo mercato. Ha già in testa la lista dei desideri?

«Parlare ora del mercato di gennaio credo sia prematuro e ingeneroso verso chi è in squadra oggi. La programmazione sicuramente passa dal miglioramento di tutti gli aspetti. Se crei una base di identità e senso di appartenenza, poi quello zoccolo duro può essere puntellato. Intanto possiamo crescere internamente, soprattutto in precisione e cinismo».

Lo stop di Oliveri ha dato un paio di belle chance a Favasuli.

«Forse con la Carrarese ha fatto la sua miglior partita, l’ho visto in crescita e con più fiducia. Ha voglia di apprendere, dà sempre il massimo e si fa sempre apprezzare. In campo dà tutto, si vede».


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-01 12:54:40 da


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