BARI – La mancata iscrizione all’Ordine professionale da parte di 69 tecnici sanitari era stata ritenuta «di particolare tenuità» dal pm Baldo Pisani, che per questo a dicembre 2022 aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine per esercizio abusivo della professione. Un fascicolo aperto a seguito di un esposto e passato attraverso gli accertamenti delegati ai carabinieri dei Nas. Ma la partita non è chiusa: il gip di Bari, Antonella Cafagna, non ha infatti accolto la richiesta e ha fissato per lunedì una camera di consiglio.
La vicenda ha una portata se possibile più ampia rispetto agli aspetti penali, perché potrebbe avere conseguenze sul piano amministrativo. I 69 indagati, nei cui confronti il gip potrebbe ordinare nuove indagini oppure disporre l’imputazione coatta, sono infatti in gran parte dipendenti della Asl di Bari che svolgono (in alcuni casi da decenni) una delle professioni sanitarie confluite nel nuovo Ordine istituito nel 2018. Sono ad esempio tecnici di radiologia, della riabilitazione, audiometristi, ortottisti e fisioterapisti, ma anche tecnici della prevenzione (e dunque – in alcuni casi – si occupano anche dei controlli). In base ad una legge voluta dall’ex ministro Beatrice Lorenzin tutti loro avrebbero dovuto iscriversi all’Ordine già dal 2018. Per molti, però, mettersi in regola non era possibile: per alcune mansioni tecniche in passato era sufficiente il diploma, mentre oggi è necessaria la laurea. In alcuni casi erano stati predisposti appositi percorsi formativi che consentono di ottenere l’equivalenza del titolo di studio. Ma per alcuni titoli di studio rilasciati fino al 1999, equivalenza ed equipollenza non sono mai stati previsti, quindi i lavoratori sono rimasti in un limbo: e senza questa certificazione l’iscrizione all’Ordine non è possibile, con la conseguenza (tra l’altro) che il lavoratore rischia il licenziamento….
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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-01-02 05:50:00 da
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