«I bilanci regionali venivano confezionati secondo una direttiva precisa». I manager della sanità pubblica accusati di falso nell’inchiesta sui conti della Regione Lazio non ci stanno. Dicono di aver rispettato le regole. Eppure, sostiene la Finanza, dalle parti della Regione, in ambito sanitario, i conti non tornano.
O meglio non tornavano quando al vertice c’era Nicola Zingaretti. Ora però ad essere finiti nel mirino dei pm sono i pezzi da novanta della sanità pubblica.
C’è Angelo Tanese, nominato durante il governo Draghi al vertice delle risorse umane del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza di palazzo Chigi. E poi Giulio Santonocito, l’attuale direttore della Asl di Tivoli, già alle prese con la vicende legate al recente incendio dell’ospedale di Tivoli.
E ancora Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale del Policlinico Tor Vergata, a cui il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha anche affidato la Asl Roma 1.
Ancora: Narciso Mostarda, che a un certo punto è stato anche uno dei candidati papabili per guidare la commissariata sanità calabrese, oggi dg del San Camillo. E Vitaliano De Salazar, in passato alla guida della Asl Roma 3. Vincenzo Panella, già al vertice del Policlinico Umberto Primo. E Flori De Grassi, oggi tra le fila della Asl Roma 2.
I vertici delle Asl che tra il 2017 e il 2020 hanno avuto a che fare con i conti delle aziende sanitarie adesso sono indagati. Perché il pm Carlo Villani e l’aggiunto Paolo Ielo, dopo aver analizzato bilanci e note di credito, acquisendo quintali di documenti fin dentro le stanze del Mef, sospettano che i bilanci fossero in disordine. E nonostante ciò la sanità regionale è stata “decommissariata”.
«Aspettiamo di conoscere meglio la contestazione ma i bilanci regionali venivano confezionati secondo una direttiva regionale precisa che all’occorrenza produrremo», spiega l’avvocato Renato Archidiacono, che assiste Giorgio Casati.
«Conosciamo solo la formale indicazione della norma violata – dice invece il professor Carlo Bolzano, che assiste Panella – in attesa di conoscere nel merito l’addebito che gli viene mosso il dottor Panella è certo di aver sempre optato nel pieno rispetto della legge».
Il penalista Gaetano Scalise, che assiste De Salazar, spiega invece che «al momento è impossibile capire se l’ipotesi investigativa ha un fondamento tecnico. Quando verremo a conoscenza dell’ipotesi accusatoria – spiega – effettueremo tutte le verifiche per dimostrare la correttezza dei bilanci che gli uffici predisponevano».
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