Le battaglie dai banchi dell’opposizione e le promesse fatte in campagna elettorale lasciano spazio alla realpolitik. L’ex delegazione del Casale presto accoglierà minori stranieri non accompagnati, come previsto dal bando dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, al quale partecipò con successo l’amministrazione Rossi. Il finanziamento ministeriale ricevuto ha consentito di recuperare l’immobile. Fratelli d’Italia e Lega, negli scorsi anni, hanno inscenato diverse forme di protesta contro l’apertura del centro per piccoli migranti, organizzando manifestazioni e raccogliendo le firme dei residenti recalcitranti. Nei mesi successivi alla vittoria delle elezioni, i rappresentanti del centrodestra e lo stesso sindaco Pino Marchionna hanno promesso che avrebbero dato seguito alle istanze dei residenti, abbandonando quindi il progetto del centro migranti e riempendo l’immobile ristrutturato di servizi per il quartiere.
Propositi che si sono scontrati con la legge. Il finanziamento ministeriale, infatti, era chiaramente vincolato all’apertura di un centro per minori stranieri accompagnati. Così, nella commissione consiliare di ieri, l’assessore ai Servizi sociali, Ercole Saponaro (anche lui, come i consiglieri meloniani, protagonista negli scorsi anni delle proteste), ha annunciato – assieme al dirigente Gabriele Falco – che è in via di definizione il bando per la gestione del centro migranti.
«Bisogna rispettare un periodo vincolante di almeno cinque anni dalla fine dei lavori per cambiare la destinazione funzionale così come prevista dalle leggi vigenti. Quindi, teoricamente, fino a gennaio del 2029 – ha spiegato nelle scorse settimane il capogruppo del Pd, Francesco Cannalire – la struttura dovrà rispettare le finalità previste dal bando». L’altra opzione per l’amministrazione comunale sarebbe stata quella di «rifondere l’intero importo del finanziamento per avere mano libera». Strada difficilmente percorribile per un Comune in predissesto.
E a proposito di risorse risicate, ieri in commissione consiliare l’assessore Saponaro ha confermato l’intenzione di esternalizzare la gestione dell’unico asilo comunale, ossia quello del quartiere Paradiso. Una decisione che sta incontrando le forti proteste dei sindacati, delle famiglie e dei sette lavoratori, che in quanto dipendenti comunali, in caso di esternalizzazione dell’asilo sarebbero costretti a una riconversione professionale, magari – è stato ipotizzato durante la commissione – al servizio dell’ufficio Anagrafe. «L’asilo comunale – ha spiegato Saponaro – fa registrare costi per oltre 400mila euro ed entrate per 90mila euro. Una condizione non sostenibile per un Comune in predissesto».
L’ex sindaco Riccardo Rossi ha espresso la propria contrarietà verso questa soluzione in quanto «il personale attuale, vincitore di concorso, vanta un’esperienza pluridecennale e verrebbe sostituito da educatori scelti dalle cooperative». Anche il consigliere comunale Alessandro Antonino parla di «grave errore politico e amministrativo» poiché l’asilo comunale «offre un servizio pubblico di qualità che andrebbe potenziato, non smantellato. La nostra città ha bisogno di investimenti nei servizi per l’infanzia, non di tagli e privatizzazioni che penalizzano le famiglie brindisine».
0 Comments