La scoperta di una necropoli etrusca del VII secolo a.C. potrebbe mettere in discussione la costruzione del biodigestore a Cesano, nella periferia nord della Capitale. Il ritrovamento è emerso dalle indagini archeologiche preventive eseguite sul terreno di via della Stazione di Cesano per conto di Ama, l’azienda responsabile della gestione dei rifiuti a Roma, nell’ambito del progetto per la costruzione di un impianto di trattamento anaerobico dei rifiuti organici. In quello che avrebbe dovuto essere il cuore del nuovo impianto sono state rinvenute venticinque tombe, una strada di epoca romana e numerose opere idrauliche antiche, rivelando un sito di straordinario interesse storico e archeologico.
Biodigestore, indagini archeologiche iniziate a marzo
Le indagini archeologiche sul terreno, condotte come previsto dal Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (Pau), sono state completate lo scorso marzo, ma i risultati sono stati divulgati solo ora. La relazione presentata dall’esperto incaricato da Ama conferma l’importanza dei ritrovamenti, che spaziano da tombe etrusche a infrastrutture di epoca romana, testimoniando la storia millenaria dell’area di Cesano. La scoperta ha scatenato un dibattito acceso tra gli abitanti del quartiere e le istituzioni, sollevando interrogativi sulla compatibilità dell’area con la costruzione del biodigestore.
Il Campidoglio aveva identificato il sito come idoneo per la costruzione dell’impianto anaerobico, concepito per il trattamento di circa 100.000 tonnellate annue di rifiuti organici e la produzione di biometano e compost, rispondendo a una delle iniziative del Piano dei Rifiuti di Roma Capitale in vista del Giubileo del 2025. Tuttavia, i recenti sviluppi potrebbero complicare questo progetto, in particolare dopo che la Soprintendenza ha espresso un parere negativo sulla valutazione di impatto ambientale (VIA), trasformato in prescrizioni da rispettare nel caso in cui i lavori proseguano.
Gli abitanti di Cesano e delle zone limitrofe, come Osteria Nuova, hanno da sempre manifestato la propria contrarietà all’impianto, ma oggi la scoperta di un patrimonio archeologico di tale portata ha rafforzato le loro motivazioni. I comitati di quartiere sottolineano come questa scoperta rappresenti una pregiata opportunità per valorizzare il territorio, proponendo che Cesano diventi un sito di interesse archeologico, come avvenuto in passato per le necropoli di Cerveteri e Tarquinia.
La rabbia dei residenti: “Valorizzare culturalmente Cesano”
«Spostare il biodigestore senza considerare il rischio di ulteriori ritrovamenti archeologici non è una soluzione sostenibile. La necropoli può trasformarsi in un’attrattiva culturale e turistica, portando finanziamenti per la tutela e la promozione del sito», hanno commentato i rappresentanti dei comitati. La richiesta è chiara: investire sulla valorizzazione del patrimonio culturale e smettere di considerare Cesano come destinazione per infrastrutture legate ai rifiuti.
Ama ha dichiarato di voler procedere con il progetto di costruzione dell’impianto, adottando le modifiche necessarie per preservare l’area archeologica rinvenuta. «L’impianto verrà costruito comunque, adottando soluzioni che permettano di non interferire con la porzione di terreno dove sono stati trovati i reperti», ha spiegato Ama in una nota. L’azienda ha garantito che si sta coordinando con la Soprintendenza e altri enti preposti per assicurare il rispetto delle direttive.
La società ha confermato che i sopralluoghi già svolti insieme alla Soprintendenza hanno permesso di stabilire alcune prescrizioni per minimizzare l’impatto del progetto, e si è dichiarata disponibile a effettuare ulteriori monitoraggi nel corso dei lavori. Nonostante l’intenzione di portare avanti il progetto, Ama sottolinea di voler mantenere aperto il dialogo con i residenti, rispettando la sensibilità legata ai nuovi ritrovamenti.
www.romait.it è stato pubblicato il 2024-10-25 16:43:59 da Giovanni Montella
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