Foggia, è fatta per Scienze sociali: ma ora gli studenti sono dubbiosi


FOGGIA – Scienze sociali vedrà la luce nell’Università a Foggia il 21 dicembre, data in cui è stato convocato il consiglio di amministrazione che ratificherà la decisione votata quasi all’unanimità in senato accademico. Sarà l’ottavo dipartimento del giovane Ateneo dauno, che tornerà tuttavia ben presto ad averne sette, come nell’attuale assetto, quando il dipartimento di Economia management e territorio, deprivato di docenti proprio dall nascente Scienze sociali, cesserà di esistere. Il finale è già scritto, ma restano ancora tanti dubbi all’origine di questa operazione.

Ieri la Gazzetta ha provato a chiedere ai promotori del nuovo dipartimento in cosa si differenzierà Scienze sociali rispetto al Demet, situandosi il nuovo dipartimento sempre nell’alveo delle scienze economiche. Ma non è stato possibile approfondire una domanda che si fanno tutti i non addetti ai lavori e anche tra gli studenti, come vedremo tra un po’, c’è lo sbandamento più totale. Sconcertante, a tal proposito, la sicumera con la quale una docente indicata tra i promotori del nuovo progetto, interpellata sull’argomento, si è così disimpegnata: «Non è argomento che possa interessare voi giornalisti». In realtà l’argomento interessa, eccome, e sarebbe utile a questo punto capire con quali argomenti – oltre alla questione morale in cui si dibatte il Demet per la presunta “Parentopoli” – è passata una siffatta proposta.

Cominciano adesso a chiederselo gli studenti, sebbene la rappresentanza in Senato accademico sia apparsa abbastanza accomodante, approvando il piano senza sollevare nemmeno un sopracciglio. Ma già a fine serata, dopo la riunione in senato, un comunicato a firma della presidente del consiglio degli studenti, Emanuela Vocino, tradisce l’inquietudine di chi avrebbe potuto dare un cenno della sua presenza, ma non l’ha fatto. Leggiamone alcuni stralci: «L’entusiasmo per l’espansione dell’offerta formativa è innegabile, ma sorgono interrogativi critici che richiedono risposte chiare e sincere. La principale preoccupazione riguarda la mancanza di aule adeguate a supportare il nuovo dipartimento». «Altro punto importante – si legge – è la coerenza tra i corsi di studio offerti e le richieste degli studenti, dato che molti studenti dopo la laurea triennale conseguita presso la nostra università si iscrivono in altri Atenei con un’offerta formativa ritenuta più “stimolante”. Affinché l’Università mantenga la sua reputazione di istituzione all’avanguardia, è essenziale che i programmi di studio siano in linea con le esigenze e gli interessi degli studenti e i vari stakeholder». Da qui l’invito «ai futuri docenti di un eventuale nuovo dipartimento a coinvolgere attivamente gli studenti garantendo la loro presenza nella progettazione e revisione dei corsi, assicurando così una formazione di qualità e una maggiore aderenza alle aspettative degli iscritti». E infine la presa d’atto di un confronto tutto ancora da impostare: «Chiediamo un dialogo aperto e trasparente tra i rappresentanti degli studenti e la governance del nuovo dipartimento per affrontare queste questioni cruciali».

Per cercare di capirci qualcosa di più, la Gazzetta allora ha interpellato la direttrice di Giurisprudenza, la prof. Donatella Curtotti, che in genere non le manda a dire: «Una bella operazione – ha risposto – i docenti all’interno del Demet non riescono più ad andare d’accordo. Quando 22 persone decidono di andar via, non le puoi fermare. Scienze sociali sarà un dipartimento che coniuga ricerca e didattica di tipo economico con una didattica di tipo sociale, declinazione molto comune in questa tipologia di dipartimenti. Non è raro trovare la coniugazione economico-sociale nell’area economica. I corsi di laurea di matrice sociale hanno una componente che la giustifica nell’area economica». Semplice, chiaro, lineare. Ci voleva tanto?



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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2023-12-08 13:37:43 da


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