Four Seasons a Ostuni, rischio tempi lunghi: «Il progetto va sottoposto a Via»


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Neppure il parere pro veritate del professor Gennaro Terracciano (che Tajani voleva alla Consulta) smuove la Soprintendenza dalla sua contrarietà al progetto del resort Four Seasons sulla costa ostunese, in contrada Mogale. E adesso si profila il rischio di tempi lunghi, se la Provincia dovesse confermare il suo provvedimento con il quale dispone l’assoggettamento del progetto alla Valutazione d’impatto ambientale. Se così dovesse essere, verrebbero meno gran parte dei vantaggi garantiti dalla procedura Zes in termini di velocizzazione e semplificazione amministrativa. Certo, della commissione Via farebbe parte un rappresentante della Struttura di missione della Zes, ma gli investitori speravano – e sperano tuttora – di chiudere la partita già in questi giorni.

Nella conferenza di servizi del 23 giugno indetta dalla Struttura di missione Zes, la Soprintendenza ha ribadito la necessità di sottoporre il progetto a Via. Necessità condivisa dalla Provincia, che ha depositato il provvedimento col quale dispone l’assoggettamento alla Via. Ma la responsabile della Struttura di missione, Florangela Marano, alla luce dell’intervenuta conferma del parere paesaggistico favorevole da parte degli uffici regionali (che hanno attestato l’adempimento da parte della società delle sei prescrizioni formulate in precedenza), ha colto l’occasione per rilevare che «tale atto colma la carenza documentale evidenziata dalla Provincia nel proprio provvedimento, unitamente al nulla osta dell’Acquedotto Pugliese, cui ha fatto seguito uno scambio di osservazioni e controdeduzioni con la Provincia che ha ricevuto i chiarimenti richiesti». Il provvedimento dell’ente provinciale che dispone l’assoggettamento alla Via «appare determinato in larga misura – ha sottolineato Marano – dalla carenza di alcuni pareri ritenuti fondamentali dalla Provincia».

Ma «alla luce della documentazione ora acquisita», Marano ha invitato la Provincia a «considerare un riesame del provvedimento», anche in considerazione «dell’eventuale delibera conclusiva della Vas che il Comune di Ostuni riuscirà a trasmettere». L’ente comunale ostunese, in fase di conferenza di servizi, ha infatti comunicato che la procedura della Vas si è conclusa con esito favorevole e che a giorni si provvederà alla delibera conclusiva. Il rappresentante della Provincia si è così riservato di assumere una decisione definitiva nei prossimi giorni.

In conseguenza di questa apertura Marano, ritenendo opportuno consentire il completamento dell’istruttoria e la valutazione congiunta degli atti integrativi e dei pareri sopraggiunti, ha aggiornato i lavori al 3 luglio. Un tentativo chiaramente finalizzato a evitare le «forche caudine» della Via. Rispetto alla presunta incompatibilità del resort con il Pptr, la Regione – in antitesi rispetto alla Soprintendenza – il 22 giugno ha confermato il proprio parere favorevole. «Considerato lo stato attuale dei luoghi, si ritiene che gli interventi progettati, adeguati alle prescrizioni, non comportino pregiudizio – scrive la sezione Tutela del paesaggio della Regione – alla conservazione dei valori paesaggistici dei luoghi, non contrastino con le previsioni delle Nta del Pptr e con quanto previsto dalla Sezione C2 della Scheda d’Ambito della Murgia dei Trulli, nei relativi Obiettivi di qualità paesaggistica e territoriale e nella normativa d’uso».

Secondo la Soprintendenza, invece, l’intervento proposto «non risulta coerente e compatibile con gli obiettivi generali e specifici di qualità del paesaggio previsti per quell’area dal Pptr». L’incompatibilità deriva dal fatto che il Pptr dispone per quell’area di «limitare ogni ulteriore edificazione nel territorio rurale che non sia finalizzata a manufatti destinati alle attività agricole». Ma secondo i legali della società (lo studio Durano di Brindisi), «le aree interessate dal piano di lottizzazione sono tipizzate come turistico-alberghiero e non già come Zona omogenea agricola». Per rafforzare questa tesi, è stato chiesto un parere pro veritate al professore Terracciano, il quale nel suo scritto del 20 giugno ha evidenziato che «i profili di compatibilità erano stati integralmente vagliati dal Servizio osservatorio e pianificazione paesaggistica della Regione Puglia, deputata al rilascio del parere di compatibilità in attuazione di uno strumento di pianificazione già condiviso con il Mic e le sue strutture territoriali», e pertanto è «inverosimile che un aspetto di tale rilevanza non sia stato scrupolosamente valutato nella forma e nella sostanza».

D’altronde, «nella dichiarazione di sintesi conclusiva del procedimento Vas, neppure la Soprintendenza ha inteso contestare il parere regionale». «Nel suo contributo – prosegue Terracciano – la Soprintendenza non controdeduce nel merito ma ribadisce quanto già espresso nel 2023, continuando a ignorare l’attuale destinazione d’uso da Prg, che nell’area esprime già la possibile realizzazione di attrezzature a carattere generale e non già una vocazione agricola». Le considerazioni della Soprintendenza «renderebbero di fatto inedificabile il lotto d’intervento nonostante la stratificazione di provvedimenti di natura urbanistica e paesaggistica che propendono per conclusioni diametralmente opposte». In conclusione, la Soprintendenza «avrebbe dovuto limitarsi ad analizzare eventuali misure utili a integrare l’intervento con il contesto paesaggistico, cogliendo l’occasione per apportare un miglioramento del piano rispetto a quanto già oggetto di convenzione». Non già fissare un divieto assoluto di edificabilità. Pertanto, per Terracciano quello della Soprintendenza è un «dissenso non motivato». Ma ciò non è servito a convincere pienamente la Provincia. Almeno per il momento.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2025-06-27 13:15:22 da


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