“Ho sentito un crack e mi sono ritrovata al piano di sotto”: parla la sopravvissuta al crollo del solaio

“Ho sentito un crack e mi sono ritrovata al piano di sotto”: parla la sopravvissuta al crollo del solaio



Giulia Terrosi spalanca gli occhi pensando alla morte scampata, bagna le labbra inaridite dalla paura e parla dal suo letto del Policlinico Umberto I: «Li avevo avvertiti i signori del sesto piano di stare attenti con i lavori di ristrutturazione, il mio palazzo l’ho sempre visto fragile». Una sola frattura al polso, qualche livido al viso e al corpo, Giulia Terrosi, 76 anni, è una miracolata. Suo malgrado è stata la protagonista di un crollo sul quale adesso indaga la procura. Il pavimento della sua stanza da letto al settimo piano di un palazzo anni Quaranta nel quartiere Africano ha ceduto nella notte di venerdì. Il letto dell’anziana è atterrato al piano di sotto dove da una decina di giorni sono iniziati i lavori in un appartamento.

Ci racconti cosa è accaduto.

«Ero andata a letto intorno alle 20.30, abito da sola perché mia mamma è morta l’anno scorso a 101 anni. Intorno alle 23 ho sentito un “crack” e ho pensato che gli studenti universitari che abitano sopra di me stessero facendo serata. Anche con un certo fastidio. Invece, subito dopo, c’è stato un gran boato e sono finita giù. Il materasso mi è finito addosso e mi ha salvato dalle macerie che sono cadute. Devono operarmi al braccio ma per il resto è finita bene».

Cosa ha fatto a quel punto?

«Avevo paura di morire, mi faceva male il polso. Ma volevo salvarmi a tutti i costi e sono riuscita a sgattaiolare da sotto il materasso. Sono andata alla finestra e ho iniziato a gridare “Aiuto, aiuto”. La paura è stata enorme, non auguro a nessuno di vivere quello che è capitato a me. I vicini mi hanno sentita e hanno chiamato il 118».

Lei sapeva di quei lavori di ristrutturazione al piano di sotto?

«Sì, avevo letto l’annuncio in ascensore e in portineria. C’era già stata una ristrutturazione nel 2015 e mi hanno sorpreso questi nuovi lavori. Dovevano iniziare il 21 novembre ma dal 27 ho iniziato a sentire dei gran botti. Mi sono preoccupata molto proprio perché il nostro palazzo è di edilizia popolare e dalla storia che mi tramandò mia madre sapevo che era stato terminato in pochi anni».

Ha avuto modo di parlare con la vicina?

«Sì, qualche giorno fa ero andata proprio a chiedere, penso alla stessa direttrice dei lavori, di fare molta attenzione e usare tutte le cautele proprio perché la struttura non è stata ben fatta a suo tempo. Abito in quel palazzo dal 1967 e quello del crollo è stato sempre un mio grande timore».

E cosa le rispose?

«Mi guardava come se fossi una vecchietta divertente e se ne andò. Quell’appartamento non mi è mai piaciuto, hanno sempre fatto molte modifiche e mi sentivo poco sicura».

Lei è viva per caso. Deve ringraziare il suo materasso.

«Assolutamente sì. Sono davvero stata fortunata ma questa mia esperienza deve far riflettere sulla facilità con la quale si rilasciano le licenze per i lavori di ristrutturazione alle ditte».

Denuncerà la sua vicina?

«Ancora non è chiaro cosa sia successo, aspetto che il mio avvocato accerti tutto. Certo la coincidenza la dice lunga sulle ipotesi da prendere in considerazione. Dopo tutte le verifiche, casomai, procederò».

L’articolo “Ho sentito un crack e mi sono ritrovata al piano di sotto”: parla la sopravvissuta al crollo del solaio
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-12-03 11:29:08 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)


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