TERMOLI. Per ora non ci sono cifre insostenibili per le casse comunali, ma l’attività del Mercato ittico di Termoli è sempre più croce e meno delizia per l’amministrazione.
La sua ristrutturazione, con l’introduzione della nuova asta elettronica, è piuttosto recente, ma non ha fatto fare quel salto di qualità sull’affluenza di pescato, che sempre in misura maggiore viene venduto grazie al cosiddetto numero Cee direttamente in banchina dagli armatori ai commercianti, con furgoni che partono verso altri mercati.
Ora è tempo di fermo biologico, quindi non ci saranno aste fino alla fine del mese di settembre, ma ci sono anche altre criticità che vanno affrontate e risolte.
Tra queste, la morosità di alcuni esercenti ittici, che in quattro sono stati raggiunti da note del settore legale di via Sannitica. Due hanno saldato il dovuto, altri due, invece, non hanno risposto ai solleciti e di questo si è dovuta occupare la Giunta nell’ultima seduta, autorizzando la costituzione in giudizio, per l’emissione di decreti ingiuntivi a carico degli operatori.
Ma è solo la punta dell’iceberg di un sistema che andrebbe messo a regime, perché l’ingresso di tutto il pescato portato in banchina dai pescherecci riuscirebbe a blindare la filiera ittica, col controllo veterinario e la piena tracciabilità. Sarà sempre difficile ipotizzare un 100% di cassette che possano transitare al mercato, ma il numero degli armatori si va sempre più riducendo.
Investimenti impostanti sono stati realizzati per favorire una reale gestione locale del pesce del nostro Adriatico, ma servirebbe uno slancio ulteriore, per far sì che il mercato ittico sia davvero l’approdo finale di tutto il prodotto raccolto nelle reti dei pescherecci della flottiglia termolese.
Leggi tutto l’articolo I nodi del Mercato ittico: serve uno slancio per mettere “in rete” il pescato
www.termolionline.it è stato pubblicato il 2024-09-04 07:27:06 da
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