Ospite di Parma Partecipazioni Calcistiche, che ha organizzato la serata in suo onore durante la pausa di campionato all’Hotel Parma&Congressi, l’allenatore del Parma, Fabio Pecchia è tornato a parlare dopo la vittoria con il Venezia, che ha regalato all’ambiente e alla squadra la serenità sufficiente ad affrontare le prossime tappe. “Questi tre punti ci fanno sembrare più alti e più belli, ma in questo periodo di sosta dove buona parte dei miei ragazzi sono in giro per il mondo, servono per lavorare con grande entusiasmo. Quando non ci sono i risultati poi è un po’ meno bello lavorare. La classifica? Bisogna tenerne conto, chiaramente, ma al di là di questo possiamo dire che da questo primo scorcio di campionato, il mio Parma non si è mai snaturato.
Abbiamo affrontato le partite come volevamo affrontarle, fedeli al nostro stile. Alcune le abbiamo perse, ma sempre volendocele giocare. Il rammarico più grande è stato quello di non essere riusciti a vincere dopo grandi prestazioni, ad alto livello. Come quella allo Stadium, per esempio. Noi non rinunciamo al nostro stile, conosco profondamente questa squadra e dico che ha bisogno di entusiasmo. La linea è tracciata. Abbiamo ottenuto una promozione tutti insieme, ma adesso è importante l’appoggio di tutti per mantenere la categoria. Un anno in più, a questa età, cambia tanto. L’esempio è quello di Simon Sohm: è stato un po’ tra i più colpiti dalla critica. Vederlo in Svizzera, in Nazionale A, è un orgoglio”.
Alla ripresa, Pecchia e il Parma sfideranno l’Atalanta: “Ormai la conosciamo tutti. Qualcuno dice che è come andare dal dentista: è una grande realtà, con un allenatore come Gasperini che è lì da nove anni. Una grande squadra”.
A proposito di Gasperini, in molti vorrebbero che Pecchia diventasse il Gasp del Parma. Fresco di rinnovo, il tecnico spiega: “Le linee le detta il Club, poi noi ci adeguiamo. Lavorare sui giovani di proprietà, avere idee chiare sulla squadra: è quella la linea. Anche il discorso di dare una stabilità, è tutto molto chiaro. Il rinnovo è qualcosa che mi rende orgoglioso, mi fa sentire dentro a un progetto. È stata una trattativa portata avanti con grande serenità da entrambe le parti. La cosa bella è che c’è stata grandissima sintonia e non ci sono stati grandi temi su cui discutere. Dopo aver girato molto, in Italia e nel mondo, da uomo del Sud mi sono fermato a Bologna. E sulla via Emilia si sta bene, si vive bene. Aver vissuto a Bologna ha accelerato il modo di entrare in una realtà che mi fa sentire a casa ogni giorno di più. Si parla di famiglie e di gruppo, quando ci sono tutte queste componenti i risultati arrivano. Il senso di famiglia e di appartenenza sono alla base per costruire un’identità tattica. La città aveva fame di ritornare nell’ambiente in cui si sente a proprio agio, è stata la spinta, questa, per fare un campionato importante come quello dell’anno scorso. L’abbraccio al Tardini, dopo la partita contro il Cagliari, è stata la scintilla. È stata una cavalcata bellissima”.
Pecchia ha lavorato con diversi allenatori. Da tutti dice di aver preso qualcosa. “Gigi Simoni, Lippi, Boskov e il suo italiano non perfetto. Le sue abitudini e la sua leggerezza mi permettono di trovare alcuni spunti anche oggi. Serve leggerezza nel rapporto con i ragazzi. La sua frase per noi? ‘Chi tira mai sbaglia’. Ogni tanto bisogna tirare in porta”.
Poi, incalzato dai bimbi presenti, ha raccontato che gli piace ascoltare musica in ogni momento. “Tutta la musica – ha detto Pecchia -. Il mio cibo preferito? Pasta, mangerei pasta ogni giorno. In Giappone stavo con lo staff obbligato a mangiare riso. Poi a un certo punto si sono fermati. Volevano la pasta. Ma hanno una cultura culinaria straordinaria. Il mio desiderio? Mi sento di dire di vedere questa squadra un vanto per la città di Parma”. Fuori programma su Leoni? Una bimba, Dorotea, gli chiede di farlo giocare di più: “Ha giocato sabato – dice Pecchia -. Se se lo merita gioca di più”, tra gli applausi del pubblico”.
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www.parmatoday.it è stato pubblicato il 2024-11-13 20:47:56 da
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