Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, è intervenuto all’evento ministeriale inaugurale del Gruppo Mondiale per l’Energia da Fusione (“World Fusion Energy Group”) presso la Farnesina. L’evento è co-organizzato dall’Italia e dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).
Grazie, saluto tutti voi e, come ricordava il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Tajani, sostituisco il Presidente Giorgia Meloni che purtroppo ha una brutta influenza, mi rendo conto che non è la stessa cosa però nella vita ogni tanto bisogna accontentarsi.
Leggo quindi l’intervento che il Presidente avrebbe dovuto tenere davanti a voi e che è molto dispiaciuta di non poter svolgere.
Come hanno già ricordato il Vice Presidente Tajani e il Ministro Pichetto, l’Italia è convinta che l’energia da fusione sia una tecnologia che ha le potenzialità per garantire la sicurezza energetica, ridurre l’uso dei combustibili fossili, salvaguardare la competitività del sistema economico.
Ringrazio l’Agenzia e il suo Direttore generale, il dott. Rafael Mariano Grossi, per aver proposto l’istituzione del Gruppo e per la collaborazione, consolidata nel tempo con l’Italia. Colgo questa occasione per complimentarmi con l’Agenzia per il doppio compito che sta portando avanti. Da un lato, promuovere elevati livelli di sicurezza nelle applicazioni dell’energia nucleare e accompagnare gli Stati Membri nello sviluppo dell’energia nucleare per fini pacifici; dall’altro, stimolare l’utilizzo delle scienze riconducibili all’atomo per fornire strumenti allo sviluppo globale.
L’Italia è particolarmente impegnata nei confronti dell’energia da fusione a vari livelli che sono stati già ricordati, penso al Nuclear Energy Summit dello scorso marzo a Bruxelles e al lavoro portato avanti nell’ambito del G7 Clima, Energia e Ambiente di Torino.
L’energia da fusione ha trovato spazio anche nel comunicato finale del Vertice G7 di Borgo Egnazia sotto la Presidenza italiana. Il G7 sotto la Presidenza italiana ha apprezzato l’iniziativa e ha istituito un Gruppo di lavoro, che, come ricordava il Ministro Pichetto, si è riunito pochi giorni fa.
Non è, dunque, un caso che il Gruppo mondiale per l’energia da fusione si incontri per la prima volta in Italia. Siamo qui grazie alla nostra tradizione, al prestigio della nostra ricerca scientifica, al contributo fondamentale che l’Italia ha dato al progresso tecnologico mondiale.
Come ha sintetizzato il Direttore Grossi, l’Italia resta “il più nucleare fra i Paesi non nucleari”, nonostante abbia interrotto la produzione di energia elettronucleare alla fine degli anni 80, ma la presenza qui in questa sala anche dei rappresentanti delle principali società italiane di energia dimostra, anche su questo versante, un’attenzione particolare.
L’industria nucleare italiana si colloca all’ottavo posto in Europa per numero di addetti – circa 40 mila -, ed è un punto di riferimento della catena di approvvigionamento internazionale. Dispone di un expertise tecnologico di altissimo livello, il nostro sistema universitario forma un numero importante di ingegneri e di fisici nucleari apprezzati a livello internazionale, le nostre realtà d’eccellenza si distinguono per ambiziosi progetti di ricerca e di sviluppo.
Penso al lavoro sul fronte della progettazione ingegneristica della prima centrale dimostrativa a fusione: essa punta a produrre, entro il 2050, l’energia sufficiente a soddisfare i consumi annuali di circa un milione e mezzo di famiglie. È un progetto avveniristico, di cui si sta occupando un consorzio europeo, di cui fanno parte 21 organizzazioni italiane coordinate da ENEA.
Ricordo la partnership tecnologica e industriale che da anni unisce ENI alla Commonwealth Fusion Systems, spin-off del Massachusetts Institute of Technology, per lo sviluppo del primo impianto pilota a confinamento magnetico per la produzione netta di energia da fusione.
Mi riferisco anche al protocollo d’intesa firmato appena due giorni fa tra RSE, società del gruppo GSE, e la Blue Laser Fusion, fondata dal Premio Nobel per la Fisica Nakamura, per avviare attività di ricerca e sviluppo congiunte sul primo impianto a fusione nucleare a confinamento inerziale al mondo di taglia commerciale.
Insomma, uno spaccato del grande protagonismo che il Sistema Italia, nel suo complesso, è in grado di esprimere.
Enrico Fermi, che ricordava il Ministro Pichetto, come uno dei padri del nucleare, diceva che “la vocazione dell’uomo di scienza è di spostare in avanti le frontiere della nostra conoscenza, in tutte le direzioni”. Compito di chi ha responsabilità politiche è di accompagnare il cammino dell’uomo di scienza, e di fare in modo che i mondi della scienza e delle istituzioni dialoghino, si confrontino e perseguano insieme il bene comune. La politica ha il ruolo di indicare l’obiettivo, che è quello di portare avanti una transizione energetica sostenibile e non ideologica; alla scienza, compete di individuare le tecnologie funzionali all’obiettivo. Tutte le tecnologie: quelle già in uso, quelle che stiamo sperimentando e quelle che dobbiamo ancora scoprire.
Non parlo solo di rinnovabili, ma anche di gas, biocarburanti, idrogeno, di cattura di anidride carbonica. Di tecnologie che ci permettono di trasformare l’economia da lineare a circolare, utilizzando gli scarti come materie prime, o rendendo coltivabili terreni marginali e non utilizzabili dall’agricoltura per l’alimentazione. Non c’è mai stata, né mai ci sarà, un’unica soluzione capace di costruire una solida alternativa all’approvvigionamento da fonti fossili. La strada giusta è quella di un mix energetico equilibrato, nel rispetto della neutralità tecnologica, che non escluda nulla e che ci permetta di esplorare tutte le opzioni. Nel cammino che abbiamo davanti per raggiungere il traguardo finale dell’energia da fusione, non sono da escludere i passaggi intermedi, come i reattori a fissione di quarta generazione, che potrebbero fare da ponte dagli idrocarburi alla futura fusione.
Anche per questo, il Governo ha istituito la Piattaforma nazionale per l’energia nucleare sostenibile, con l’obiettivo di coordinare il progresso delle nuove tecnologie nucleari nel medio e nel lungo termine.
Ci muoviamo nel solco degli impegni assunti alla COP28, che per la prima volta ha incluso nel Global Stocktake il nucleare tra le tecnologie utili alla transizione.
Direttore Grossi, Ministri, Signori, l’atomo può essere una sorgente sicura, efficace e pulita per il futuro, lo avete già sottolineato. È una prospettiva concreta, come ha detto il Direttore Grossi, nella quale investire.
Oggi avviamo un percorso ambizioso di condivisione e di discussione che riguarderà non solo la situazione attuale dell’energia da fusione, ma il cammino da percorrere per tagliare questo traguardo.
Il Gruppo che inauguriamo oggi spinge ciascuno di noi a guardare oltre i propri confini, e a gettare le basi di una nuova diplomazia energetica che moltiplichi le occasioni di cooperazione tra il Nord e il Sud del mondo.
Concludo con una suggestione. L’energia da fusione è il meccanismo che è alla base delle stelle, e della natura. Ciò che dobbiamo fare non è altro che muoverci nel solco della natura. Ed è bello immaginare che, in un futuro non lontano, ogni Nazione abbia la sua ‘piccola stella’, capace di produrre energia. Sicura, pulita, illimitata. Non è un sogno ma – come sottolineava il Direttore Grossi quando diceva che la fusione è a portata di mano –una grande sfida, da perseguire proprio perché a portata di mano.
Vi ringrazio.
Leggi tutto l’articolo Il Sottosegretario Mantovano interviene al Gruppo Mondiale per l’Energia da Fusione
www.governo.it è stato pubblicato il 2024-11-06 10:10:40 da Redazione
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