La vittima, un anziano benestante residente nel riminese, si era affidata in tutto e per tutto a un imprenditore 49enne che si era offerto di aiutarlo per le piccole e grandi incombenze quotidiane salvo poi trovarsi il conto corrente svuotato e denunciarlo per rapina e appropriazione indebita. La vicenda inizia nel 2017 quando l’86enne conosce l’imprenditore e, prendendolo in simpatia, inizia ad affidarsi a lui visti anche i problemi di salute legati all’età. Il 49enne diventa così un vero e proprio factotum che, oltre a provvedere alle necessità dell’anziano, gli procura una badante e inizia a curare i suoi interessi. Tra i due il legame era diventato ogni giorno più forte tanto che l’86enne era arrivato a nominare l’imprenditore suo erede universale lasciandogli, per testamento, tutti i beni mobili e immobili.
Verso la fine del 2019, però, i loro rapporti iniziano ad incrinarsi a tal punto che l’anziano non solo decide di estrometterlo dalla sua vita ma, anche, a modificare le sue ultime volontà diseredando il 49enne per lasciare tutto il patrimonio alla badante che lo stesso imprenditore gli aveva trovato. E’ a questo punto, però, che l’86enne inizia ad accorgersi che qualcosa nella gestione del suo denaro non andava. La vittima, infatti, aveva acconsentito all’uomo di operare sul suo conto corrente con quest’ultimo che gli aveva prospettato un rendimento di 1000 euro al mese a fronte di un investimento di oltre 400mila euro.
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Interrotti i rapporti tra i due, il 49enne aveva smesso di portare all’anziano i frutti di quanto investito e così l’86enne si era presentato in banca per capire cosa stesse succedendo. E’ stato a questo punto che, davanti alla lista dei movimenti, la vittima aveva scoperto che nel corso degli anni quello che credeva un amico aveva svuotato buona parte del conto corrente coi soldi che, invece di essere investiti, erano finiti sul conto corrente della madre del 49enne. L’86enne, quindi, si era rivolto alla Guardia di finanza per denunciare l’ex amico e, nella querela, lo aveva anche accusato di rapina raccontando ai militari delle Fiamme Gialle di come l’uomo lo avesse costretto ad assumere farmaci per poi portargli via di casa diversi oggetti preziosi.
L’indagine della Guardia di Finanza aveva portato a scoprire, come presunti complici del 49enne, il fratello e la sorella di questi con tutti e tre che erano stati rinviati a giudizio e finiti a processo davanti al Collegio del Tribunale di Rimini. Nella giornata di martedì i giudici hanno ritenuto colpevole l’imprenditore, difeso dall’avvocato Luca Greco, per il reato di appropriazione indebita riqualificato in truffa e per l’autoriciclaggio di 20mila euro sull’intera somma sottratta dall’uomo condannandolo a 2 anni e 5 mesi. Gli altri imputati invece, il fratello del 49enne difeso dall’avvocato Tommaso Guerini e la sorella difesa sia da Greco che da Guerini, sono stati assolti. La badante, che si era costituita parte civile con l’avvocato Massimiliano Baietta, si è invece vista riconoscere il risarcimento di 350mila euro sottratti all’86enne che, nel frattempo, è deceduto.
www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2024-12-03 17:27:00 da
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