indagati 4 cacciatori ma la Procura vuole archiviare




F36, l’orsa che a luglio 2023 aveva seguito due escursionisti e della quale due mesi dopo ne è stato rinvenuto il cadavere nel territorio del comune di Sella Giudicarie, è stata uccisa con un colpo di arma da fuoco. Questo è ciò che emerge dalla lettura dei contenuti della richiesta di archiviazione indirizzata al Gip di Trento.

Per gli animalisti della Lav, la richiesta di archiviazione non si spiega, parlando di “numerosi indizi a carico dei cacciatori”. “È inaccettabile che nonostante i tanti elementi utili raccolti durante le indagini, i responsabili dell’uccisione di F36 possano farla franca – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della Lav – Con il nostro ufficio legale stiamo preparando l’atto di opposizione, il procedimento non deve essere archiviato, vogliamo che i responsabili paghino per questo ignobile atto di bracconaggio”.

Come è morta l’orsa F36

“Shock ipovolemico conseguente a lesioni traumatiche agli organi vitali causate dal passaggio di un corpo metallico trasversalmente attraverso il torace dal lato destro a quello sinistro” sono le parole utilizzate dai consulenti che hanno eseguito la necroscopia sul corpo dell’orsa, a testimonianza che è stata uccisa da persone in grado di maneggiare un’arma da fuoco, visto che sono stati lesi proprio gli organi vitali.

“Persone d’altro canto vigliacche, sia perché hanno usato un’arma da fuoco contro un essere indifeso, sia perché, come ben chiarito dalle ipotesi investigative, l’uccisione era stata posta “in essere senza alcuno stato di necessità come le evidenze della posizione dimostravano che l’animale non doveva trovarsi nella posizione di attacco – si legge ancora in una nota della Lav -. Il ritrovamento del corpo senza vita dell’orsa a poca distanza da un appostamento da caccia indirizzava subito le indagini verso quattro cacciatori, i cui cellulari e le denunce di uscita caccia confermavano la loro presenza in quella zona proprio il 24 settembre 2023, data della morte dell’orsa.

Questo caso dimostra la necessità e l’urgenza di intervenire con maggiori e più serrati controlli nei confronti del mondo della caccia trentino, prima che si consolidi la presunzione di una sostanziale garanzia di impunità per coloro che, in assenza di un’azione politica competente da parte dell’amministrazione provinciale, decidono di farsi giustizia da sé, trasformando il Trentino in una sorta di nuovo far west dove vige la legge del più forte.

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www.trentotoday.it è stato pubblicato il 2024-08-15 21:08:32 da


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