La guerra dell’acqua mette la Sicilia a rischio

La guerra dell’acqua mette la Sicilia a rischio


La tensione è altissima. Come i rischi.

La guerra dell’acqua (che non c’è) può incendiare tutta la Sicilia. I disagi della crisi idrica, tante persone in ginocchio, le gravissime difficoltà che si affrontano sono gli ingredienti di una sofferenza dall’altissimo potenziale esplosivo.

In un momento del genere è sacrosanto chiedere soluzioni e risposte, senza tentennamenti, a chi ha responsabilità di governo.

Ma, al tempo stesso, appare necessario offrire un più forte senso della responsabilità, per circoscrivere gli effetti di un possibile rogo sociale.

Non possiamo permetterci di vedere le persone, i comuni, le istituzioni schierati in campi opposti, mentre infuria la battaglia sull’ultima goccia disponibile. E speriamo che un simile scenario, già tratteggiato dalle cronache più recenti, non si compia mai. Perché sarebbe l’inizio della catastrofe.

L’avevamo scritto, con una facile e amarissima profezia: il peggio può ancora venire. Era intuibile. Il perdurare di una pena acuta ha esasperato gli animi.

La guerra dell’acqua si è inasprita, con la marcia dei sindaci sulla diga Ancipa (nella foto). Il coordinatore della cabina di regia, l’ingegnere Salvo Cocina, ha parlato di un parziale miglioramento degli invasi, grazie alla pioggia. Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha stigmatizzato “le azioni fuori dalle regole”.

Il clima resta incandescente. Per questo sembra opportuno l’invito alla prudenza, rivolto soprattutto alla politica.

Chi governa ha il dovere della chiarezza, sia sullo stato dell’arte, sia sui rimedi indifferibili. Chi muove critiche ha il diritto di farlo e l’obbligo morale di una fermezza che non tracimi oltre il consentito. La guerra dell’acqua può incendiare la Sicilia. Ma non deve accadere.

L’articolo La guerra dell’acqua mette la Sicilia a rischio
livesicilia.it è stato pubblicato il 2024-12-02 06:00:00 da Roberto Puglisi


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