“La Porta d’Italia deve essere riqualificata, ne va dell’immagine della nostra Nazione” – dice l’ex sindaco di Ventimiglia e attuale consigliere comunale di minoranza Gaetano Scullino.
“In questi giorni si susseguono interventi, proposte e interviste sulla ristrutturazione e la razionalizzazione dei grandi spazi demaniali della dogana di San Ludovico (Porta d’Italia), nonché sulla nuova collocazione del Nuovo Paradiso, l’opera di Michelangelo Pistoletto” – sottolinea Scullino – “Già nel 2019 avevamo affrontato la necessità di riordinare il grande piazzale della frontiera, che ancora oggi versa in uno stato di degrado, offrendo un’immagine tutt’altro che accogliente a chi attraversa il confine, sia italiani che stranieri”.
“L’Associazione AIDDA, dopo alcuni incontri con la nostra amministrazione, aveva raccolto le esigenze di Piazza Italia, delineando una visione strategica e concretizzando gratuitamente una soluzione progettuale che ritenevamo – e riteniamo tuttora – la più adatta a rispondere alle necessità del territorio” – ricorda Scullino – “Il progetto prevedeva: il riordino generale dell’area, con l’opera di Pistoletto ridimensionata ma preservata e spostata a levante; la costruzione di un edificio per le forze dell’ordine, perché è inaccettabile che alla frontiera manchi una struttura adeguata per il controllo, con uffici e servizi idonei al personale; la tutela e la valorizzazione del verde pubblico; la realizzazione di circa 50 parcheggi coperti con pannelli fotovoltaici, a disposizione dei visitatori del Museo Preistorico dei Balzi Rossi, delle splendide spiagge, pubbliche e private, e delle numerose attività commerciali della zona. All’epoca furono presi accordi con Anas, che ci aveva informato della volontà di effettuare un significativo investimento infrastrutturale per migliorare la sicurezza delle gallerie e del fondo stradale. Tuttavia, tutto rimase in sospeso per ragioni ormai ben note”.
“Oggi assistiamo a una serie di interventi e proposte alternative che, a mio parere, non rispondono alle vere esigenze di questa delicata e strategica area di confine” – mette in risalto Scullino – “Basterebbe recuperare il nostro progetto, probabilmente dimenticato in qualche cassetto comunale, aggiornarlo, concordarlo con gli enti competenti e procedere alla sua realizzazione. Questo è il momento in cui le tanto sbandierate ‘entrature e conoscenze regionali e nazionali’ dovrebbero dimostrare la loro efficacia, perché qui servono meno proclami e più concretezza”.
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