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04/06/2025
– Spostamento della Rsa Tomasello a Casa Roverella, del Consorzio Santa Colomba, «Dalla Regione Marche un anno di ritardi; la struttura costretta a ricominciare da capo l’iter autorizzativo per l’incapacità della gestione sanitaria regionale» così Luca Pandolfi, assessore alle Politiche sociali e presidente del comitato dei sindaci dall’Ats1 ripercorre la cronistoria dello spostamento della “Cittadella della salute mentale” di Muraglia, di cui fa parte la Rsa Tomasello, per far posto al nuovo ospedale.
«Il Consorzio Santa Colomba ricomincia da capo il percorso autorizzativo per ottenere i posti di residenza socio assistenziale per disabili, già richiesti un anno fa» dice Pandolfi nel ripercorre le fasi di «Un iter iniziato a inizio 2024 e che si è concluso nella maniera più incredibile: l’autorizzazione prima concessa dalla Regione Marche il 12 dicembre 2024 e, solo pochi giorni dopo, annullata dalla Regione stessa con la motivazione che la sede non era compatibile con il fabbisogno del territorio». Pandolfi chiarisce l’accaduto: «Prima la Regione assegna i posti autorizzati della Rsa Tomasello al Consorzio poi, dopo qualche giorno, dice “No scusate, abbiamo sbagliato, questi posti sono stati già destinati altrove”».
Pandolfi ricorda che «Lo spostamento della Rsa Tomasello a Casa Roverella era previsto negli accordi sottoscritti prima dall’ex sindaco del Comune di Pesaro e dal presidente della Regione (insieme all’ex Asur e dall’allora Azienda Marche Nord), e approvati poi, a maggio 2022, dal Consiglio comunale pesarese» e che «Non una delle indicazioni inserite negli accordi presi dalla Regione, relativi alla “Cittadella della salute mentale” ha, ad oggi, avuto seguito. Questi ultimi 4 anni di gestione sono stati segnati da mancanza di programmazione, disorganizzazione immobilismo e ritardi».
L’assessore elenca quanto successo ai posti letto coinvolti dallo spostamento previsto dagli accordi per “far posto” alla realizzazione del nuovo ospedale di Muraglia: «Oltre ai 27 posti della Rsa Tomasello indicati a Casa Roverella, c’erano i 40 delle comunità protette maschili e femminili che dovevano andare temporaneamente nella nuova Residenza Sanitaria di Mombaroccio. Negli accordi erano compresi anche i 18 posti letto della Struttura Residenziale Riabilitativa previsti al Galantara. Bene, dopo 2 anni di immobilismo, nel maggio del 2024, l’Azienda sanitaria territoriale si è precipitata a fare uscire un bando per la gestione delle 3 tipologie di strutture (in pratica dichiarando che i posti non sarebbero andati dove previsto dagli accordi) con la motivazione di un “imminente avvio del cantiere del nuovo ospedale di Pesaro”. Un “imminente avvio” che la Regione ad inizio mandato aveva promesso entro il 2024 e oggi, a detta del presidente Acquaroli, è prevista per il 2026, e salvo approvazione del progetto».
Per questo Pandolfi parla di «Un fallimento politico della giunta regionale, incapace di amministrare i territori e la sanità, inaffidabile negli accordi sottoscritti, incapace a gestire la complessità della sanità, con autorizzazioni prima concesse, poi revocate, oggi (forse) riprese con una delibera di aumento dei posti autorizzabili per strutture socio sanitarie del territorio regionale (delibera di giunta n.741 del 26 maggio 2025) che forse riapre la possibilità di ricominciare, dopo un anno, il percorso per l’autorizzazione della Rsa Tomasello, o forse no, visto il costante stato di incertezza al quale siamo sottoposti come Amministrazioni e che si riflette in particolare nelle famiglie coinvolte dallo spostamento».
A loro va il pensiero di Pandolfi nel riportare le dichiarazioni dell’assessore regionale Baldelli «che ha parlato di una irrevocabile necessità di abbattimento della “Cittadella della salute mentale”. Si tratta di un gruppo di edifici da un solo piano per i quali lo stesso assessore prevede ben 10 mesi di operazioni di demolizione. Un tempo che, in proporzione, suggerisce che quello per la realizzazione dell’ospedale possa essere di oltre 20 anni. Uno scadenzario decisamente lontano dalle volontà dell’Amministrazione comunale e, soprattutto, dalle necessità dei cittadini della provincia e delle famiglie degli utenti».
«Ricordando che questa Amministrazione si è attivata, sin dal suo insediamento, per mantenere gli impegni presi nell’Accordo di programma – aggiunge Pandolfi – chiediamo alla Regione di impegnarsi in tempi compatibili con l’inizio delle demolizioni per dare compimento a tutto il percorso autorizzativo, all’accreditamento e convenzionamento necessari ad attivare la struttura di Casa Roverella, già individuata come idonea al servizio qui previsto dagli accordi».
«Invitiamo l’Ast Pesaro Urbino a prendere contatti con il Consorzio Santa Colomba, concessionario della struttura “Casa Roverella”, per il trasferimento del servizio nel rispetto dell’Accordo. E, in tutto il percorso che si prefigura nei prossimi mesi, chiediamo di non dimenticare la centralità dei pazienti e delle loro famiglie: i trasferimenti devono essere concertati e costruiti intorno alle persone, questo è il nostro modello sociale, questo il modello che guida i nostri servizi, e al quale non rinunceremo» conclude Pandolfi.
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