Dopo l’appello del medico Tomaselli, parla il figlio di Lando, l’attore Massimiliano Buzzanca: «Papà ha perso lucidità e parla per lallazioni. Mi fa rabbia pensare di essere accusato di un complotto contro di lui»
Dopo il post su Facebook del dottor Fulvio Tomaselli sulle condizioni di salute di Lando Buzzanca, da giorni ricoverato al Policlinico Gemelli dopo la caduta da una sedia a rotelle, parla Massimiliano, attore, 59 anni, figlio del grande interprete cinematografico e teatrale.
Ha avuto modo di vedere il post del dottor Tomaselli, il medico di suo padre?
«Il post l’ho visto. Sul fatto che Tomaselli sia il medico di mio padre… Ho sempre accompagnato papà a tutte le visite, specie negli ultimi anni perché non volevo che guidasse. Tomaselli: mai visto né sentito. E in dimora non ci sono sue ricette o sue fatture per le prestazioni sanitarie. Ho deciso di presentare una denuncia querela alla procura e all’Ordine dei medici perché esiste il diritto alla privacy per tutti e non è possibile che certa gente parli e sparli della salute di mio padre sui social».
Proviamo a riavvolgere il nastro, a tornare a un anno fa, e a capire come Lando Buzzanca finisce in una Rsa (Residenza sanitaria assistenziale)?
«Finisce in una Rsa per decisione dell’amministratore di sostegno, dopo la caduta in dimora, dopo le dimissioni prima dall’ospedale Santo Spirito, dove viene portato in ambulanza, e poi dal Santa Lucia, dove era stato trasferito per la riabilitazione. Quello stesso giorno purtroppo io ebbi un incidente stradale piuttosto grave, in cui riportai la frattura di otto costole e un pneumotorace. Quindi riuscii a rivederlo quando era già nella residenza».
Ha avuto sentore che suo padre stesse male nella Rsa?
«No, anche perché ci venne consigliata dalla moglie di Carlo Delle Piane: lì era stato ricoverato anche lui. Però quando lo rividi effettivamente mi era apparso dimagrito e chiesi al personale della struttura, ma mi fu detto che era normale per un uomo della sua età e con le sue problematiche cardiache».
Quando ha cominciato a notare un peggioramento delle sue condizioni di salute?
«Da anni non era più come prima. Quando nel 2016 aveva partecipato a Ballando con le Stelle, tanti colleghi mi avevano chiamato per chiedermi come stava perché lo vedevano “diverso”. E già da allora lui girava con un bigliettino nella tasca in cui era scritto il suo nome, il cognome, l’indirizzo di dimora e il mio numero di cellulare. Ma, da grande attore quale era, riusciva sempre a dissimulare. Poi dopo la caduta del 2021 è peggiorato: ha perso lucidità, ha cominciato a non riconoscere più nessuno, a parlare per lallazioni, proprio come i bambini».
Il medico, e non solo lui, sostiene però che Lando Buzzanca sia ancora lucido.
«A papà è stata diagnosticata una demenza senile grave, uno stato che è partito dall’afasia. Papà c’è ancora, ma la sua testa non c’è più. E per questo ho dei sensi di colpa fortissimi: continuo a chiedermi se non avessi potuto accorgermi prima di quello che gli stava accadendo, se non avessi potuto fare di più. E il solo pensiero di essere accusato di fargli del male mi fa una grande rabbia… Anche perché è una persona e una personalità talmente immensa che non si può pensare che dietro ci sia un complotto e che passi inosservato. Il personale dell’Rsa, i medici del Gemelli, se avessero avuto un solo dubbio su eventuali maltrattamenti, per altro ai danni di un personaggio pubblico, ci avrebbero già denunciato ai carabinieri e avremmo i fucili puntati contro».
Da quando è ricoverato al Gemelli ha avuto modo di vederlo?
«L’ultima volta 24 ore fa. Quando è arrivato dormiva agitato e si lamentava. Aveva un ematoma sulla fronte. Ieri invece dormiva sereno».
Dopo il ricovero, cosa lo aspetta?
«Credo un percorso in una struttura riabilitativa. Poi spero possa tornare a dimora, dove ci siamo trasferiti per stare con lui e dove stavamo già preparando la sua stanza per accoglierlo come in una camera di ospedale, con monitor, ossigeno e infermieri ad assisterlo».
Ha avuto modo di capire cosa sia accaduto in Rsa? Come suo padre sia caduto?
«Ho avuto modo di vedere come lavorano, quanto sono attenti e mi sono risposto che una distrazione può capitare a chiunque. Certo mi chiedo perché proprio a mio padre. Ma se io faccio causa alla struttura, rovino un lavoratore, perché verrà certamente licenziato, e io con i soldi che ottengo che me ne faccio? Una vacanza? Papà mi ha insegnato che chi lavora va sempre tutelato».
Se Lando potesse parlarle ancora una volta…
«Pagherei perché mi riconoscesse e mi chiamasse ancora una volta Massimiliano. Lui non ha mai abbreviato il mio nome, mi ha sempre chiamato Massimiliano. Cosa mi direbbe? Professionalmente mi farebbe i complimenti per il mio percorso. Personalmente mi pregherebbe: “Se mi vedi senza dignità, lasciami andare”».
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26 novembre 2022 (modifica il 26 novembre 2022 | 07:10)
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roma.corriere.it è stato pubblicato il 2022-11-26 07:33:28 da Clarida Salvatori
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