La violenza di genere e i minori in Italia



I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi Contro la violenza di genere serve abbattere gli stereotipi fin dall’infanzia

le chiamate al 1522 nei primi 6 mesi del 2024. Il 70% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Il 1522 è il numero di pubblica utilità messo a disposizione dal Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del consiglio, per sostenere e aiutare i morti di violenza di genere e stalking. Un dato che testimonia una crescente consapevolezza, ma anche l’impatto del fenomeno nel nostro paese. Anche i minori, quando presenti, ne sono vittime. Nell’immediato, che si tratti di violenze a cui si assiste o subite in prima persona, chi vive un ambiente familiare di soprusi patisce un trauma indelebile. Vi può essere però anche un effetto di più lungo termine, che ha a che vedere con la cosiddetta trasmissione intergenerazionale della violenza. La letteratura ha infatti individuato come crescere in un contesto familiare violento aumenti la probabilità di acquisire modelli comportamentali negativi, o comunque di accettarli come normali. Vai all’articolo.

del campione Istat ritiene accettabili comportamenti violenti per gelosia. I dati preliminari provenienti dall’indagine Istat sugli stereotipi di genere e l’immagine sociale della violenza hanno fatto emergere un quadro chiaroscuro. Da un lato, la tolleranza verso forme di violenza fisica all’interno di una coppia è diminuita, ma non scomparsa. Il 2,3% del campione intervistato continua infatti a ritenere accettabile che “un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha civettato/flirtato con un altro uomo”. Quasi il doppio (4,3%) considera tollerabile che “in una coppia ci scappi uno schiaffo ogni tanto”. Vai all’articolo.

i giovani che ritengono accettabile il controllo dell’uomo sulle comunicazioni della compagna. Anche tra i giovani appare rilevante la quota di chi dichiara di accettare il controllo dell’uomo sulla comunicazione della partner (10,2%). E sebbene sia cresciuta la consapevolezza delle donne verso gli stereotipi di genere che le confinano in un ruolo subalterno a quello maschile, alcuni di questi restano ampiamente radicati. Oltre un intervistato su 5 condivide che gli uomini siano “meno adatti ad occuparsi delle faccende domestiche” (21,4% in media, 24,6% tra i maschi), che una donna abbia bisogno dei figli per essere completa (20,9%, 24,2% tra gli uomini) e che il successo nel lavoro sia più importante per l’uomo. Per abbattere questi stereotipi, spesso radicati fin dall’infanzia, serve un lavoro culturale delle istituzioni educative e sociali. Vai all’articolo.

i centri antiviolenza che svolgono attività di formazione nelle scuole. Nel 2022, in 8 regioni tutti i centri antiviolenza censiti riportano di aver svolto attività di informazione e formazione nelle scuole. La quota scende sotto l’85% dei Cav censiti in Calabria, Campania, Trentino Alto Adige e Molise. In quest’ultima regione nessun centro ha riportato lo svolgimento di tale attività. A cambiare molto però è anche la stessa diffusione delle strutture sul territorio. Vai al grafico.

i centri antiviolenza attivi in Italia nel 2022. In media, l’offerta è quindi pari a 0,13 centri ogni 10mila donne, con forte variabilità. La quota sale a 0,18 centri ogni 10mila residenti nel sud continentale ed è in linea con la media nazionale nel centro Italia. Mentre risulta inferiore nelle isole (0,12), nel nord-ovest (0,11) e nel nord-est (0,1). A variare però non è solo la presenza, ma anche il tipo di servizio effettuato. Se in media quasi la totalità dei centri rispondenti aderisce al numero dedicato 1522 (99,1%), la quota scende al 97,9% in Campania, al 97,3% nel Lazio e al 91,7% in Calabria. A fronte di circa 3 centri su 4 che dichiarano una reperibilità 24 ore su 24, la percentuale non raggiunge il 25% in Valle D’Aosta, Trento, Marche e Veneto. Vai alla mappa.

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www.openpolis.it è stato pubblicato il 2024-11-14 06:55:00 da luca giunti


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