L’appoggio dei Cappello-Centorino alla candidata all’Ars

L’appoggio dei Cappello-Centorino alla candidata all’Ars


CATANIA – È una donna, catanese, non eletta, il candidato per cui, secondo l’accusa, Pedicone si sarebbe speso durante la campagna elettorale per l’Assemblea regionale Siciliana del 2022.

È quanto emerge dal provvedimento del gip di Catania, Simona Ragazzi su richiesta del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dei sostituti Assunta Musella e Alessandro Sorrentino. Secondo il giudice, è “un profilo per il quale, pur non avendo raggiunto ad avviso della Procura, la soglia della robustezza per configurare il reato di voto di scambio politico mafioso, integra e colora fortemente la contestazione associativa”.

A prendere i contatti con le organizzazioni criminali e ad occuparsi della campagna elettorale sarebbe stato il marito della candidata, condannato per associazione mafiosa per la sua partecipazione al clan capeggiato di Salvatore Cappello e Orazio Bonaccorsi nel Siracusano.

Dalle indagini sarebbe emerso che era proprio il marito a gestire la campagna elettorale della moglie, che, invece, appariva timorosa nel candidarsi. Ma l’uomo, determinato, avrebbe insistito sostenendo che l’iniziativa era maturata soltanto per un tornaconto personale, principalmente economico, e non per interesse della comunità, sottolineando, sprezzante, che sarebbe questo il ruolo a cui è relegata la politica in Sicilia.

Una ricostruzione che emerge dagli atti dell’inchiesta del blitz anti-mafia condotto stamane da Guardia di Finanza e carabinieri tra le province di Catania e Messina. E che ha portato all’arresto di 39 persone.

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livesicilia.it è stato pubblicato il 2025-03-13 17:28:48 da Redazione CT


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