Lecce, per le aggressioni ai medici svolta negli ospedali: tutela alle vittime e informazioni ai pazienti



Un battaglione di 16 figure professionali, coordinate da Raffaele Gaudio (medico del Pronto soccorso del “Vito Fazzi” di Lecce), per combattere le aggressioni agli operatori sanitari. A breve sarà stilato un protocollo d’intesa con Prefettura e Comitato consultivo misto, ma intanto Asl Lecce si attrezza per dare una prima risposta ai frequenti casi di aggressione, verbale e fisica, ormai all’ordine del giorno.

Gli interventi previsti contemplano un supporto psicologico per i morti e un infermiere per ogni pronto soccorso che avrà il compito di dare informazioni sullo stato di salute del paziente in modo da evitare che lo stress dovuto alla preoccupazione per le condizioni di salute del proprio parente debordi in aggressività. Quest’ultima opzione è da tempo presente al pronto soccorso di Lecce, ma ora viene estesa a tutti gli ospedali salentini.

L’intervento di supporto psicologico agli operatori sanitari vittime di aggressioni ha come obiettivo il contrasto delle possibili conseguenze, a livello psichico, di questi eventi traumatici. Si tratta, perciò, di prevenire condizioni di disagio psicologico quali, ad esempio, il disturbo post traumatico da stress e il burnout in modo da favorire un adeguato livello di benessere psicofisico nei luoghi di lavoro.

Nella delibera numero 1414 del 29 ottobre è precisato che nel «caso si verifichi un episodio di violenza a danno del personale sanitario, il responsabile della struttura di appartenenza, previo consenso degli operatori coinvolti, deve attivare quanto prima il Percorso di sostegno psicologico, contattando l’unità operativa semplice a valenza dipartimentale di Psicologia del lavoro e del Benessere organizzativo».

Due le fasi previste in caso di aggressione. Una volta allertata, l’Unità di Psicologia del lavoro avvia un’iniziale valutazione del caso analizzando il tipo di aggressione, le modalità con cui si è consumata, il numero di dipendenti coinvolti e il potenziale impatto emotivo dell’evento su ognuno di loro. Conclusa la valutazione, si concorderà con il responsabile dell’Unità operativa se concludere l’iter per mancanza di presupposti o se proseguire il percorso di sostegno psicologico che si svolge a livello di gruppo e individuale. Nella delibera è sottolineato che «l’Unità Operativa di Psicologia del Lavoro valuterà contestualmente, nell’ambito delle sue competenze, l’opportunità di intraprendere ulteriori misure a tutela del benessere dei dipendenti con l’obiettivo di contenere al massimo le conseguenze negative dell’evento in cui sono stati coinvolti».

«Il tempo di comunicazione è tempo di cura». Questa la filosofia sottesa al secondo obiettivo con cui Asl Lecce intende affrontare la criticità connessa alla violenza che colpisce gli operatori sanitari. Entro la fine di quest’anno il gruppo di lavoro appena costituito e Asl intendono mettere in atto azioni utili a contenere il fenomeno. Per rafforzare l’interazione con l’utenza, Asl intende puntare sugli infermieri esonerati e o con limitazioni; coinvolgere le associazioni di volontariato, come previsto dalle linee guida sul triage e come sarà delineato nella prossima stesura di un protocollo d’intesa con Prefettura e Comitato consultivo misto, per garantire la presenza di “steward” nei pronto soccorso per affiancare i medici. Tutto il personale impegnato nella task force avrà una formazione specifica.


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-03 14:42:25 da


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