PALERMO – Dimissioni per Giovanni Campagna, capo della segreteria particolare dell’assessore regionale dell’Energia e ai servizi di pubblica utilità Francesco Colianni. È la prima conseguenza del ciclone giudiziario che si è scatenato con l’inchiesta della procura di Agrigento su un presunto giro di appalti truccati.
Campagna, che è indagato così come il predecessore di Colianni Roberto Di Mauro, aveva firmato il contratto con la Regione a fine aprile. Era stato confermato da Colianni come capo della segreteria particolare, negli uffici di diretta collaborazione dell’assessorato di viale Campania.
Ad Agrigento, intanto, non si arresta il clamore suscitato dagli ultimi arresti. L’atto d’accusa della procura è pesante: secondo i magistrati esisteva “una capillare opera di corruzione e di condizionamento di progettisti, pubblici funzionari, dirigenti di enti locali, assessorati e di organismi d’ambito territoriale”. Accuse contenute nel decreto di perquisizione scritto dai magistrati.
Gli indagati avrebbero organizzato una sorta di tavolino per controllare appalti milionari. La commessa più importante sulla quale indaga la Procura è quella della rete idrica di Agrigento e di altri comuni della provincia: 37 milioni di euro. Su questo aspetto è intervenuto anche il sindaco del capoluogo, Francesco Miccichè, esprimendo il timore che l’indagine blocchi i lavori. Tra gli appalti pilotati figurerebbero anche i lavori di manutenzione straordinaria della Provinciale 19 Salaparuta-Santa Margherita Belice e la ristrutturazione dello stadio ‘Dino Liotta’ di Licata.
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