Messina, si infiamma la corsa a Rettore: così Limosani-Spatari è di…

Messina, si infiamma la corsa a Rettore: così Limosani-Spatari è di…



E’ stata una giornata di veleni con accuse e allusioni, quella appena trascorsa, tra i vari candidati impegnati per la corsa a Rettore dell’Università di Messina. L’ufficializzazione dell’accordo tra la Prof.ssa Giovanna Spatari ed il prof. Giovanni Moschella, giunto terzo al primo turno, ha scatenato le più svariate reazioni con parole al veleno nei vari botta e risposta con il prof. Michele Limosani. Al primo turno Limosani, il favorito della vigilia tra i candidati, è stato il più votato con 539 preferenze ma non sono bastate per l’elezione diretta in quanto Giovanna Spatari ha ottenuto 502 preferenze e Moschella 125. Se l’accordo Spatari-Moschella portasse matematicamente tutti i voti di quest’ultimo alla professoressa, risulterebbe vincente agevolmente con il secondo voto di lunedì.

Ma non è affatto scontato che questo accada. Vediamo perchè. La prof.ssa Giovanna Spatari in queste elezioni rappresenta la continuità rispetto all’ex Rettore Cuzzocrea, di cui era vice, dimessosi a causa di vari scandali al punto che si vota con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza del mandato. Al contrario l’economista Michele Limosani è sempre stato all’opposizione di Cuzzocrea e la sua è stata una candidatura di rottura e cambiamento. Dal punto di vista dei contenuti, Limosani contesta all’amministrazione uscente di aver gestito l’Università in modo troppo centralistico senza coinvolgere i Dipartimenti nelle scelte. Ecco perchè nel suo programma prevede una sorta di federalismo accademico, con maggiore autonomia per i Dipartimenti. Particolarmente esperto di queste dinamiche, da direttore del Dipartimento di Economia, è convinto che l’Università possa funzionare meglio se i Dipartimenti avranno più autonomia decisionale a differenza di quanto poco siano stati coinvolti fino ad oggi.

La decisione controversa del Prof. Moschella

La scelta del Prof. Giovanni Moschella che si è accordato con la Prof.ssa Giovanna Spatari è alquanto controversa. Lo scorso 12 settembre, l’ex prorettore, si era dimesso in polemica con Salvatore Cuzzocrea lamentando esattamente ciò che ha spinto Limosani a scendere in campo: “anni intensi e ricchi di risultati e soddisfazioni ma anche lo smarrimento del metodo della collegialità nell’assunzione di decisioni importanti e strategiche e il venir meno del rapporto di fiducia”. Moschella nella lettera dimissionaria proseguiva: “per quanto mi riguarda ho sempre condiviso lealmente il merito, anche se non sempre il metodo, delle scelte operate, convinto che in una comunità come quella accademica sia sempre da privilegiare il dialogo e il confronto piuttosto che la contrapposizione”. Insomma, accuse alquanto pesanti che poi si sono concretizzate con una candidatura contro il suo passato rappresentato da Spatari. Per tutti questi motivi, l’accordo odierno risulta essere controverso: Moschella aveva preso le distanze dalla “vecchia” compagnia, per poi tornare all’ovile.

Al punto che nei corridoi dell’ateneo qualcuno in queste ore mormora come potesse essere tutta una strategia sin dall’inizio, per impedire a Limosani di vincere al primo turno. Ma funzionerà? In realtà Limosani sostiene che molti votanti di Moschella si sono sentiti traditi dalla sua scelta odierna, e che quindi al secondo turno voteranno per lui che adesso rimane l’unico candidato di rottura e cambiamento.

Spatari e Limosani, due candidati di alto profilo

Il punto di forza di Giovanna Spatari e dei suoi sostenitori è certamente da individuare nelle condizioni di salute dell’ateneo peloritano, che negli ultimi anni ha incrementato gli iscritti e i ricercatori con svariate decine di concorsi. L’Università funziona, è il principale motore economico della città letteralmente trainata dall’ateneo, e ha al suo interno eccellenze confermate dalle statistiche esterne. Dal punto di vista personale, sia Giovanna Spatari che Michele Limosani sono due figure di alto profilo molto apprezzate ed esperte non solo dal punto di vista tecnico e accademico, ma anche nell’esperienza gestionale all’interno dell’Università. A prescindere da chi vincerà, quindi, questa partita così combattuta è l’ennesima testimonianza della vitalità di un’Università di alto livello con prospettive di ulteriore crescita a prescindere da chi sarà il nuovo Rettore.

La situazione dopo il primo turno

Per vincere al primo turno bisognava raggiungere il quorum di 677 voti e non ce l’ha fatta nessuno: il prof. Michele Limosani, ordinario di Politica economica, s’è fermato a 539 voti e pur essendo il più votato non è riuscito a vincere la partita. Molto vicina la prof.ssa Giovanna Spatari (502 voti) mentre Moschella ha avuto 125 voti, che adesso si potranno rivelare determinanti per la seconda votazione di lunedì (urne aperte dalle 8 alle 20, spoglio il giorno successivo).


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www.strettoweb.com è stato pubblicato il 2023-11-25 22:52:15 da Danilo Loria


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