Assolte con formula piena “perché il fatto non sussiste” due infermiere dell’hub vaccinale di Monte Sant’Angelo, a giudizio con l’accusa di aver somministrato dosi eccedenti di immunizzazioni anti-Covid agli anziani genitori, a loro volta coinvolti nel medesimo procedimento con l’accusa iniziale di peculato, poi riqualificata nella forma più attenuata di uso indebito del materiale (art. 314 bis).
Così ha stabilito la prima sezione del Tribunale di Foggia, presieduta da Antonio Diella, con sentenza del 27 maggio 2025. La pubblica accusa (pm Roberta Bray) aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, sostenendo che le stesse si fossero appropriate di dosi di vaccino contro il Covid per somministrarle agli anziani genitori. Dopo tre anni di giudizio, il Tribunale ha ritenuto che le stesse avessero operato correttamente.
Nel corso del procedimento, infatti, sono stati ascoltati diversi testi qualificati – tra cui il virologo ed ex assessore regionale Pierluigi Lopalco – che hanno dimostrato quanto sostenuto dalla difesa: ovvero che le dosi somministrate fossero dosi ‘eccedenti’ e quindi destinate allo smaltimento, motivo per cui si trattava di res nullius.
“Esprimo come avvocato grande soddisfazione non solo per il risultato ottenuto, ma perché con questa sentenza viene restituita dignità a persone che hanno costituito l’hub vaccinale a Monte Sant’Angelo, operando in un momento di grande pericolo per sé e per i loro familiari”, ha commentato a margine della sentenza l’avvocata Innocenza Starace, che difeso e rappresentato in aula tutti gli imputati. Le motivazioni della decisione verranno depositate entro il termine di 90 giorni.
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